Il Gesù Nuovo rappresenta una delle chiese più importanti di Napoli. Avvolta in una mistica atmosfera di luci e ombre, la facciata della Chiesa del nasconde uno dei più intriganti misteri dell’antica Parthenope.
Nel 1547 il palazzo fu confiscato da don Pedro di Toledo, in seguito all’appoggio di Ferrante Sanseverino alle rivolte popolari contro l’inquisizione spagnola, per poi passare nelle mani dei gesuiti nel 1584. Il palazzo venne sventrato e privato dei suoi fasti e delle sue bellezze, che un tempo avevano fatto da sfondo a sontuose feste, come quella in onore di Carlo V dopo la conquista di Tunisi.
Dettaglio della facciata del Gesù Nuovo
Nemmeno la chiesa nascente visse momenti assai felici: nel 1639 furono necessari dei lavori di restauro a causa di un incendio; fu poi la volta di un terremoto, che provocò il crollo della cupola. Quando finalmente i lavori del Gesù Nuovo si conclusero, nel 1767 i gesuiti subirono la stessa sorte dei proprietari precedenti: la Compagnia fu bandita dal regno di Napoli, potendovi far ritorno definitivamente, tra ammissioni e nuove espulsioni, solo nel 1900.
Ironia della sorte, a risparmiare la già difficile statica dell’edificio, fu una bomba che, durante la seconda guerra mondiale, cadde inesplosa sul soffitto della navata centrale.
La leggenda popolare: i simboli sulla facciata
Particolare della facciata del Gesù Nuovo
Per gli appassionati di misteri, ritrovarsi dinanzi al Gesù Nuovo potrebbe risultare un’esperienza a dir poco singolare. La facciata della chiesa non è solo il risultato di un lezioso effetto chiaroscurale dato dalle bugne che la rivestono, tipiche del rinascimento veneto, ma custodisce particolari incisioni, che nel corso del tempo hanno alimentato diverse storie. Sulle pietre del bugnato si intravedono dei simboli, apparentemente delle lettere.
Una curiosa leggenda popolare sostiene che tali simboli siano “canali di flusso†volti a trasferire energia positiva all’interno e allontanare le forze negative verso l’esterno. Si narra che Roberto Sanseverino, quando ordinò a Novellino da San Lucano di edificare il palazzo (oggi Gesù Nuovo), si servì di esperti pipernieri capaci di caricare di magia positiva le pietre “a punta di diamanteâ€, indicando loro l’ordine secondo il quale esse dovevano essere posizionate per rispondere a tale fine. L’infausto destino di questo edificio ha trovato le sue spiegazioni nel medesimo filone popolare: i maestri pipernieri avrebbero disposto erroneamente le pietre, provocando l’effetto contrario, ossia quello di attirare verso l’interno del palazzo forze malefiche ed espellendo all’esterno tutta l’energia positiva.
Alcuni, coloro che hanno una particolare predilezione per le teorie complottiste, ritengono che non si sarebbe trattato di un errore, ma l’intento era proprio quello di attirare il male.
Enigma, una melodia antica
Copertina del libro L’Enigma del Gesù Nuovo di Vincenzo De Pasquale
L’interpretazione di Vincenzo De Pasquale ha attirato l’interesse di un altro studioso, Stanislao Scognamiglio, il quale, in un articolo pubblicato su www.centrostudiscienzeantiche.it, ha voluto verificare la sua teoria. Scognamiglio confronta i simboli sul bugnato con le lettere dell’alfabeto aramaico ed osserva che non si tratta dell’antica lingua semitica.
Alfabeto AramaicoSimbolo su bugne
L’indagine continua:
“Proseguendo nel raffronto, guardano ad una bugna in particolare, ho notato un simbolo che poteva assomigliare ad un “Dalethâ€, cioè la terza lettera dell’alfabeto fenicio, ma come si vede dallo schema del relativo alfabeto (alla destra dell’immagine con le bugne) la lettera appare capovolta.â€
Lettera capovoltaAlfabeto Fenicio
Scognamiglio, facendo riferimento allo studio delle bugne “a diamanteâ€, osservando a Ferrara un altro esempio di bugnato, il Palazzo dei Diamanti, conclude che la Chiesa del Gesù Nuovo era sede di una delle tante Accademie, diffuse soprattutto nel Rinascimento. Comune denominatore di questi centri di cultura era l’alchimia. Lo studioso confronta i glifi sulle bugne con alcuni simboli alchemici e chimici usati in laboratorio e ritiene che possano essere sovrapponibili.
Nonostante le diverse ipotesi sul significato di ciò che l’artista voleva comunicare attraverso la facciata del Gesù Nuovo, una cosa è certa: Napoli è senza dubbio un tempio di misteri.