Filumena Marturano è uno dei personaggi femminili più intensi e complessi nel panorama teatrale del secondo dopoguerra. Eduardo De Filippo regala al pubblico di tutti i tempi il profilo di una donna e madre, che lotta con sacrificio per il valore sacro della famiglia, che è in grado di reggere lo sguardo degli uomini che la giudicano. Una donna orgogliosa e audace, Filumena, al pari di quelle personalità che hanno lottato per l’emancipazione femminile, in un mondo dove il pregiudizio ha sottovalutato le virtù pratiche ed intellettuali del gentil sesso.
Filumena Marturano, eroina e madre
Eduardo De Filippo scrive la sua Filumena nel 1946. Siamo nell’immediato dopoguerra. La donna muove i primi passi verso una affermazione sociale, politica ed economica. L’Italia postbellica cambia lo stereotipo della donna felicemente casalinga o femme fatale; la femminilità da questo momento in poi si esprime attraverso la lotta per la libertà e la parità.
“Filumena Marturano è una commedia sociale”, dichiara Eduardo, “vuole essere la riabilitazione di una categoria di donne, vuole essere un grido di ribellione in questo mondo sconvolto e turbinoso che ci ha lasciato la guerra”.
Non a caso De Filippo sceglie una donna per rappresentare l’Italia martoriata e depauperata dai conflitti, privata della dignità, ma con una grande volontà di riscatto. E nella commedia eduardiana il Bel Paese ha il volto di Filumena, segnato dalla durezza della vita e dalle sofferenze, ma con gli occhi fieri di donna e di madre, che a tutti i costi è disposta a far valere i diritti dei proprio figli. Il passato da prostituta e da mantenuta non hanno scalfito la sua fierezza.
Nella descrizione che apre la commedia, Eduardo consegna ai posteri un meraviglioso ritratto della “più cara delle sue creature”, una bellissima pagina di letteratura novecentesca:
“In piedi quasi sulla soglia della camera da letto, le braccia conserte, in atto di sfida, sta Filumena Marturano. Indossa una candida e lunga camicia da notte. Capelli in disordine e ravviati in fretta. Piedi nudi nelle pantofole scendiletto. I tratti del volto di questa donna sono tormentati: segno di un passato di lotte e tristezze. Non ha un aspetto grossolano, Filumena, ma non può nascondere la sua origine plebea: non lo vorrebbe nemmeno. I suoi gesti sono larghi e aperti, il tono della sua voce è di intelligenza istintiva e di forza morale, da donna che conosce le leggi della vita a modo suo, e a modo suo le affronta.”
La complessità di Filumena Marturano sta nell’inseguire tenacemente l’utopia sociale della famiglia in un mondo che ha dimenticato i valori umani. L’eroina Filumena parla con la voce del cuore, contrapponendosi alla legge scritta che gli impone il personaggio maschile di Domenico Soriano.
Attraverso l’universo femminile, complesso e talvolta misterioso, Eduardo offre la possibilità di esplorare la dimensione dei sentimenti, di comprendere quel fervore che distingue una donna appassionata. Il personaggio di Filumena Marturano incarna tutte queste passioni, tutti quegli ideali di vita umana e di vita vissuta con il coraggio di chi ha lottato contro il destino infausto e ha vinto. Perché Filumena è una vincitrice: alla fine della sua tragica vicenda, riesce nel tentativo di unificare il nucleo familiare da sempre sognato, di essere riconosciuta come mamma e moglie, ottenendo la parità non solo per se stessa, ma anche per i suoi figli. Una Medea al rovescio, che non sacrifica i suoi figli, ma combatte contro tutti per garantire loro la dignità che meritano: “’E figlie so’ ffiglie!”, esclama Filumena Marturano nell’accorato monologo della Madonna delle Rose. Al pari di Antigone sfida gli stereotipi sociali, rivendica il diritto di essere madre e donna.
Il sipario si chiude, calano le luci sulle lacrime di Filumena Marturano, le prime dopo venticinque anni; ma sono lacrime di gioia, che lasciano spazio al lieto fine, dolce-amaro, tipico delle commedie eduardiane. Il trionfo dei sentimenti, ottenuto grazie all’ostinazione e alla tenacia della protagonista, non esclude la problematica tutta contemporanea dell’incomunicabilità, tanto familiare quanto sociale. Il coraggio di Filumena deve essere il coraggio delle donne di ogni epoca, la volontà di affermare la propria identità in un mondo che, forse, non ha superato del tutto i pregiudizi, ma li ha solo mascherati.
Sitografia:
http://www.letteraturaalfemminile.it
http://www.archiviostorico.corriere.it
Bibliografia:
Filumena Marturano, Eduardo De Filippo, Einaudi, 1971
Giovannina Molaro