La Galleria Umberto oggi rappresenta uno dei maggiori centri di commercio e di attrazione turistica, non solo per la sua bellezza monumentale, ma anche per la vicinanza ad altrettanti importanti luoghi di interesse, quali il Teatro San Carlo e l’adiacente Palazzo Reale, Piazza Plebiscito, Via Toledo. Tuttavia, dietro le scintillanti vetrine delle boutique alla moda, Galleria Umberto mostra ai visitatori l’altra faccia di Napoli: la Napoli esoterica, quella dei messaggi segreti nascosti nelle bottiglie di vetro galleggianti nel mare dei misteri.
Galleria Umberto: un simbolo del Risanamento
Galleria Umberto viene edificata tra il 1887 e il 1890 e rientra in quel processo di interventi urbanistici, che mutarono definitivamente il volto storico di Napoli. Dopo l’approvazione della Legge per il risanamento della città di Napoli, avvenuta nel 1885, e la fondazione della Società pel Risanamento di Napoli, nel 1888, iniziano i lavori di salvataggio di una città ormai affondata nel degrado, i cui problemi si accentuarono soprattutto dopo l’epidemia di colera del 1884.
«Bisogna sventrare Napoli!», aveva sostenuto Agostino Depretis. Numerosi edifici furono abbattuti, interi quartieri sovraffollati furono sventrati, diverse piazze si fecero spazio in queste opere di ristrutturazione della città.
«Sventrare Napoli? Credete che basterà? Vi lusingate che basteranno tre, quattro strade, attraverso i quartieri popolari, per salvarli? Vedrete, vedrete, quando gli studi, per questa santa opera di redenzione, saranno compiuti, quale verità fulgidissima risulterà: bisogna rifare»
In effetti, la profezia della Serao si rivelò fin troppo reale: dietro le nuove opere di ristrutturazione, la situazione non era cambiata. Al di là del paravento, i poveri restano poveri.
Galleria Umberto nacque nel clima ambiguo del Risanamento, come progetto di ricostruzione dell’area di Santa Brigida. L’ingegnere Emanuele Rocco aveva previsto la costruzione di quattro edifici collegati da una galleria in ferro e vetro, progettata da Paolo Boubée. In poco tempo Galleria Umberto divenne un luogo di arte e di perdizione. Grazie al Salone Margherita, un piccolo teatro sotterraneo inaugurato nel 1890, la Galleria brulicava di musicisti, attori e personalità di grande calibro, come Di Giacomo, D’Annunzio, Bracco, l’allora ventunenne Vittorio Emanuele.
La galleria ospitava anche una delle figure più significative della tradizione napoletana: lo Sciuscià (dall’inglese shoe-shine), il lustrascarpe che si guadagnava da vivere lucidando le calzature dei gentiluomini. Un mestiere che testimonia la creatività e l’arte dell’arrangiarsi propria dei napoletani, il cui destino è, purtroppo, quasi volto al termine.
Oggi Galleria Umberto ospita negozi alla moda, caffè, ristoranti. Della mondanità intellettuale napoletana resta ben poco. Tuttavia, la Galleria può rivelarsi una tappa affascinante dell’itinerario misterico della Napoli esoterica.
Un tempio di simboli
Galleria Umberto rappresenta un nido di simboli, una sorta di tempio misterioso, nel quale si ha la sensazione di apprendere una conoscenza speciale, quasi mistica, della realtà che ci circonda. In fondo, la bellezza di Napoli si condensa in questa serie di aspetti ignoti, di segni che sopravvivono avvolti dalla penombra del tempo.
La nostra indagine, che non ha niente a che fare con la metodologia scientifica, prende il via dall’esterno della Galleria, dall’ingresso principale di Via San Carlo. La facciata ad esedra presenta un porticato architravato retto da colonne. Ecco il primo elemento simbolico. Nell’architettura romanica la colonna simboleggiava l’uomo; posta su una scultura animale, indicava la predominanza dell’uomo sulla natura animale, il quale si erge verso il cielo, ossia il divino. La colonna ha a che fare anche con la simbologia della Massoneria.
Poste all’ingresso del Tempio di Salomone, le colonne rappresentano la dualità, il limite tra sacro e profano. Nelle rappresentazioni massoniche, le colonne sormontate da tre melagrane indicano l’Aria, l’elemento femminile da cui deriva la vita. In generale, la colonna è simbolo di solidità, di equilibrio. Per gli iniziati massoni, la colonna rappresenta le fondamenta dell’edificio interiore, che l’iniziato deve disegnare e realizzare durante la propria esistenza. Non è un caso la presenza di colonne nella Galleria Umberto, dato che è sede storica della loggia massonica Grande Oriente d’Italia.
Sulle colonne troviamo rappresentate le quattro stagioni, l’Inverno, la Primavera, l’Estate, l’Autunno. Nella tradizione classica, esse rappresentano i diversi momenti della vita dell’uomo. Le stagioni sono connesse alla tradizione astrologica e agli influssi celesti e vengono correlate a divinità e simboli. La Primavera è collegata al segno dell’Ariete, del Toro, dei Gemelli; all’Estate corrisponde il Cancro, il Leone e la Vergine; l’Autunno richiama la Bilancia, lo Scorpione e il Sagittario; infine, l’Inverno è connesso al Capricorno, all’Acquario e ai Pesci. All’interno della Galleria, nel pavimento sotto la cupola si trovano mosaici con i segni zodiacali.
Altri elementi assumono significati collegati alla cultura massonica: il Lavoro e il Genio della scienza (legati alle quattro stagioni); nelle nicchie sono rappresentati la Fisica, la Chimica; sul fastigio il Telegrafo, il Vapore, l’Abbondanza. Queste immagini rappresentano la positività della scienza e del progresso. Fin dalle sue origini, la Massoneria è stata sinonimo di questo progresso e di ideali scientifici ed umanistici. Albert Pike, massone dal 1859 fino alla sua morte, la definisce così:
«La Massoneria è un sistema di regole etiche velato in allegorie ed illustrato da simboli da cui si possono attingere lezioni di moralità e filosofia. […..] Fine della Massoneria è il perfezionamento fisico, l’elevazione morale e il progresso intellettuale e spirituale dell’individuo e della società.»
Passiamo ora all’interno della Galleria. Esso è costituito da due strade che si incrociano ortogonalmente, delimitate da alcuni palazzi, quattro dei quali con accesso dall’ottagono centrale. L’ottagono è una figura geometrica di tradizione esoterica, derivante dal numero otto, il quale riassume l’equilibrio costruttivo delle forme, dei temperamenti e delle energie cosmiche. L’ottagono in massoneria è il simbolo della resurrezione e della vita eterna. Il numero otto ricorre nell’interno della Galleria Umberto: negli otto pennacchi della cupola sono raffigurate otto figure femminili in rame, che sostengono lampadari.
Sul tamburo della cupola ricorre uno dei simboli più carichi di mistero nella tradizione esoterica: la Stella di Davide, riproposta in tutte e quattro le finestre. Si tratta di un simbolo molto antico, costituito da due triangoli equilateri intrecciati, che rappresenta tradizionalmente l’equilibrio tra le forze cosmiche del Fuoco e dell’Acqua.
La presenza della Stella di Davide è dovuta al fatto che, come già detto, la Galleria Umberto è la sede storica della massoneria napoletana, precisamente al numero 27. La sede è annunciata addirittura da una targa in marmo. Nel cuore del commercio elitario napoletano, Galleria Umberto trasuda di simboli che aspettano di essere scoperti.
Giovannina Molaro
Sitografia:
http://www.danpiz.net/napoli/monumenti/GalleriaUmberto.htm
http://www.granloggia.it/page/simbologia-massonica
http://www.similiaspagiriaomeopatia.it/tavolette/doc/pdf/2relazioni_energetiche.pdf
http://ilnapoletano.org/2014/03/alla-campania-la-cassa-della-massoneria/