C’è una presenza fissa nelle classifiche dei migliori chitarristi di ogni tempo. E, quasi come se fosse una legge universale, il suo nome campeggia sempre al primo posto: si tratta di Jimi Hendrix. In nessun altro caso vi è un tale consenso riguardo alla supremazia di un musicista. Hendrix è considerato indiscutibilmente il più grande chitarrista di sempre. Ma com’è nato il suo mito?
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I primi passi di Jimi Hendrix
Jimi Hendrix nacque a Seattle il 27 novembre 1942. Da giovane Hendrix fa il paracadutista, poi diventa, giovanissimo, il chitarrista del leggendario Little Richard. Incomincia poi ad esibirsi al leggendario Greenwich Village di New York: ad una delle sue esibizioni, nel 1966, è presente Chas Chandler, bassista degli Animals, oltre che produttore. Chandler viene immediatamente colpito dalle incredibili abilità da chitarrista di Hendrix e decide di metterlo sotto contratto.
Chandler decide di costruire una band su misura di Hendrix, affiancandogli un batterista, Mitch Mitchell, e un bassista, Noel Redding: è la nascita della Jimi Hendrix Experience. Il nuovo gruppo sbarca presto in Inghilterra, dove inizia a farsi conoscere.
Il suo nome diventa subito popolarissimo nell’ambiente londinese e Jimi entra subito in contatto con i grandi del Rock, che subito lo riconoscono come uno dei più grandi chitarristi del suo tempo.
Nell’ottobre dello stesso anno, solo un mese dopo il suo approdo a Londra, Hendrix registra il suo primo singolo, Hey Joe, ed è subito un grande successo.
Are You Experienced?
Il 12 maggio 1967 è un giorno storico per lo sviluppo dell’intera musica rock: la Jimi Hendrix Experience pubblica il suo primo album, Are you Experienced?, tra gli album più importanti della storia.
Jimi Hendrix cambia per sempre il modo di suonare la chitarra, dando un ruolo centrale alla distorsione e influenzando l’intero universo Hard Rock.
Il mito di Jimi ha una svolta al Festival di Monterey, che si tenne dal 16 al 18 giugno 1967. Si tratta del più grande evento musicale della Summer of Love. Durante la sua esibizione, Jimi pone la chitarra elettrica, estrae da una tasca dei pantaloni una bottiglietta di benzina, la versa sulla sua Stratocaster e gli dà fuoco.
Sarebbe sicuramente stata l’esibizione più leggendaria di Jimi (e forse del Rock tutto) se lui non si fosse ulteriormente superato nel più grande festival di ogni tempo: Woodstock.
Hendrix si era inizialmente schierato a favore della guerra in Vietnam, addirittura partecipando nell’estate del 1967 ad una trasmissione radiofonica, su invito dell’esercito americano, per promuovere l’arruolamento.
Le pieghe che prese la guerra in Vietnam fecero cambiare totalmente idea a Jimi, che protestò nel suo personalissimo modo proprio a Woodstock. La critica nei confronti dell’America guerrafondaia si concretizzò nella sua versione di Star Spangled Banner, l’inno americano, che viene completamente distorto dalla chitarra elettrica di Jimi.
Si tratta dell’apice del Festival di Woodstock, dell’apice della carriera di Jimi Hendrix e dell’apice dell’intero movimento sessantottino. Dall’esibizione di Hendrix in poi, la musica psichedelica e il movimento hippie conobbero una crisi progressiva.
Il lascito di Hendrix
L’ultima grande esibizione di Hendrix avviene nel festival rock dell’isola di Wight dell’agosto 1970, il corrispettivo europeo di Woodstock. Si tratta, per ironia della sorte, anche dell’ultima grande apparizione live di Jim Morrison. Ben 600000 spettatori, un numero spaventoso, seppur inferiore agli 800000 di Woodstock, accorrono ad un evento che vide le esibizioni, tra gli altri, di Hendrix, The Doors, Emerson Lake and Palmer, Jethro Tull, The Who.
Si tratta dell’ultimo grande evento rock della controcultura hippie. Hendrix morì nello stesso anno, il 18 settembre.
Il lascito di Jimi Hendrix è incomparabile. Il suo nuovo approccio alla chitarra ha reso possibile la nascita di interi generi musicali. Se Hendrix non avesse alzato l’asticella, oggi non avremmo l’Hard Rock e il Metal, gruppi come Iron Maiden, Guns ‘n’ Roses e AC/DC non avrebbero mai visto la nascita.
Ha scritto pagine indimenticabili della storia della musica a Woodstock, consacrando in una manciata di minuti l’intero movimento sessantottino, costituendo l‘apice dell’Acid Rock, diventando ispirazione per tutti i chitarristi venuti dopo di lui.
La sua morte gli ha garantito un’aura leggendaria, simile a quella di Jim Morrison. Egli è stato il primo guitar hero della storia. Si tratta, senza alcun dubbio, di uno degli artisti più influenti della storia. E, soprattutto, si è garantito un posto nella storia come miglior chitarrista di sempre, un posto che, possiamo esserne certi, non gli sarà mai tolto da nessuno.
Sito ufficiale: http://www.jimihendrix.com/
Bibliografia
California Dreamin’ in E. Guaitamacchi, Storia del Rock, Hoepli, 2014