Il Devisement dou monde (Descrizione del mondo), ovvero il Milione è uno dei grandi libri del Medioevo, prodotto dalla cooperazione del viaggiatore veneziano Marco Polo e del letterato pisano Rustichello.
Questo genere di collaborazione è tipica del periodo storico in questione perché il viaggiatore medievale era solitamente un uomo d’azione, privo dunque di educazione letteraria e pertanto incapace di redigere un testo ordinato e stilisticamente compiuto della propria esperienza, quindi in molti doveva avvalersi delle competenze di un uomo di lettere, cioè di qualcuno che avesse conoscenze tali per metter su una composizione scritta.
Struttura e composizione dell’opera
Oltre che una relazione di viaggio possiamo considerarlo un trattato storico-geografico; è stato infatti definito: “la descrizione geografica, storica, etnologica, politica, scientifica (zoologia, botanica, mineralogia) dell’Asia medievale“.
I due autori (rispettivamente dictator e scriptor) lavorarono alla stesura del testo negli anni 1298-1299, durante la prigionia nelle carceri di Genova. L’opera fu originariamente composta in un francese pieno di italianismi fono-morfologici e lessicali, questa redazione primigenia è conservata nella Bibliothèque Nationale de France.
Questo testimone riporta la primitiva titolazione “Devisement dou monde”; si suppone infatti che il titolo ‘Milione’ non sia altro che il multiplo di ‘miglio’ (in latino milium), antica unità di misura itinerante, in questo contesto corrispondente a mille passi, con riferimento al fatto che Marco Polo svolse a piedi gran parte del suo viaggio.
Il testo è diviso in capitoli, provvisti di rubriche che ne sintetizzano i contenuti: i capp. XX-IXXIV dedicati alla Persia e ai quadranti dell’Asia Centrale, corrispondono al percorso d’andata; i capp. IXXV-CICII relativi al Gran Khan Khubilai e alle istituzioni imperiali, rimandano al soggiorno presso il sovrano mongolo; i capp. cIVIII-CXCV, riguardanti le Indie, rinviano al tragitto di ritorno. Nella descrizione che riguarda i diversi paesi d’Oriente è spesso presente il racconto di guerre e battaglie.
La corte del Gran Khan è descritta nell’ampia sezione centrale del libro, e anche qui vengono esposte le vicende storico-militari del regno. Tratto significativo dell’opera, nella sistemazione delle notizie sull’Asia, è la marcata tendenza a miscelare il reale e l’immaginario, infatti i dati raccolti per esperienza diretta si intrecciano spesso col repertorio tradizionale delle meraviglie indiane. Ne discende un impasto di realia e mirabilia.
Contributo Geografico di Marco Polo
La descrizione dell’Asia di Marco Polo non si presenta solo come un taccuino di appunti. Escludendo il Prologo e una lunga appendice, il libro appare suddiviso in tre settori che rispecchiano le fasi principali del viaggio di Marco in Oriente, ma si può affermare che ogni capitolo consiste di una “scheda” geografica su una regione o una città dell’Oriente visitate da Marco. In tal modo, il capitolo rappresenta una vera e propria “cartella” dell’atlante dell’Asia e una tappa del cammino tracciato dal Veneziano.
Le sue descrizioni dell’Asia hanno ispirato i viaggi di Cristoforo Colombo, che fino alla morte rimase nella convinzione di aver raggiunto il Catai (nome dato alla Cina settentrionale dallo stesso Marco Polo). Non solo: le informazioni sulla geografia dell’Estremo Oriente del viaggiatore veneziano hanno contribuito alla compilazione della mappa di fra Mauro (un planisfero databile attorno al 1450 che rappresenta il mondo con le tutte terre conosciute all’epoca).
Il Milione è stato preso come punto di riferimento anche da Italo Calvino per la stesura della sua opera “Le città invisibili” (1972) in cui Kubilai Khan e Marco Polo hanno un intenso e onirico dialogo, costellato delle descrizioni delle città che Marco Polo relaziona all’imperatore dei Tartari.
Più volte trascritto e tradotto, sono almeno centocinquanta i manoscritti documentati prima della diffusione della stampa e in seguito le edizioni non si contano più. Codici del Milione sono conservati in tutto il mondo, l’esemplare conservato all’Alcázar di Siviglia esibisce inoltre le presunte postille di Colombo. Infine l’importanza di Marco polo, sia negli ambienti letterari che scientifici (la cui fortuna ebbe inizio nel XV secolo) è testimoniata dal fatto che fu raffigurato sulla banconota da 1.000 lire italiane che hanno avuto corso legale fino al 1995.
Suania Acampa