Parlando di Dino Buzzati, viene subito in mente “Il deserto dei tartari” o altri racconti che appartengono alla narrativa breve come “Sette piani” o “Inviti superflui”. Forse pochi lo ricordano come scrittore di racconti per ragazzi come “Il segreto del bosco vecchio” e “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” che lo stesso autore pubblicò, rispettivamente nel 1935 e nel 1945, con delle tavole illustrate di suo stesso pugno.
Il segreto del bosco vecchio
Nel 1935 Buzzati pubblica “Il segreto del bosco vecchio”, romanzo allegorico in forma di fiaba, che pieno di metafore e simboli del mondo naturale, scorre in maniera musicale realizzando un panismo dove la natura è più che mai attiva. Nel 1993 dal libro è stato tratto l’omonimo film del regista Ermanno Olmi che fu premiato con un David di Donatello per la miglior fotografia e con un Nastro d’argento a Paolo Villaggio come miglior attore protagonista.
Il defunto Antonio Morro lascia in eredità la sua tenuta boschiva in Valle di Fondo, in Trentino, a suo nipote, colonnello in pensione Sebastiano Procolo e al nipote di questo, Benvenuto Procolo, un ragazzo orfano di dodici anni che vive in un collegio. Il colonnello non conosce tenerezza ed ha intenzione di radere al suolo il bosco tagliando tutti gli alberi, custoditi da forze magiche, “i Geni”, ma lui non crede a questa fandonie. Inoltre è infastidito dalla presenza del piccolo Benvenuto nel testamento dello zio defunto al punto di architettare un piano diabolico: l’uccisione del nipote.
Ma né un topo malvagio, con cui Procolo si è alleato, né Matteo, il vento gradasso che soffiando tra le foglie produce suoni meravigliosi meglio di un’orchestra, riusciranno a fare del male al ragazzo, protetto dai Geni che abitano il bosco e dagli animali a più riprese. Anche se nel finale sarà lo stesso colonnello Procolo a pentirsi delle sue azioni e quando gli arriva voce che il piccolo Benvenuto è rimasto schiacciato sotto una valanga di neve corre a cercarlo.
Quando ormai privo di forze e provato dal freddo verrà avvertito dal vento sull’incolumità del ragazzo, Matteo, lasciandosi congelare, muore riconciliato col proprio cuore. Il Bosco sembra resistere alla corruzione del tempo e vivere una dimensione d’attesa, legata alla sua storia.
“La foresta più bella, se pur minore, il cosiddetto Bosco Vecchio, era stata completamente rispettata.”
La montagna con la sua immensità, il suo silenzio, la sua atmosfera magica e fiabesca ricorre spesso nei temi dell’opera d Buzzati. Bosco vecchio è un mito: la foresta sacra rappresenta una dimensione incontaminata che simboleggia la vita come forza disinteressata ed eterna. Il bosco è abitato dai “Geni”, custodi ognuno di un singolo albero della foresta, che con la loro magia possono trasformarsi a seconda dell’esigenza in animali o uomini, per uscire dai grossi tronchi domestici e vivere una vita simile alla nostra, “adeguarsi” al mondo esterno per ostruire decisioni drastiche degli uomini riguardo al bosco.
Le tematiche principali del romanzo sono due. In primo luogo assistiamo al passaggio dall’infanzia alla giovinezza di Benvenuto, costretto a lasciarsi alle spalle il mondo fantastico, degli animali parlanti e degli spiriti del bosco, per calarsi nel mondo di avarizia degli uomini.
D’altra parte si assiste invece alla caduta e alla redenzione di Sebastiano che, divorato dal demone dell’avarizia, riscopre il contatto con la natura e l’altruismo fino al sacrificio. Indicativa in tal senso la narrazione della perdita dell’ombra di Sebastiano, che sembra alludere allo smarrimento dell’immagine di sé come causa di depressione, dalla quale l’uomo si risolleva (l’ombra ritorna) ritrovando l’affetto per il nipote.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Altro racconto per i più giovani è “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, pubblicato nel 1945 e corredato dalle illustrazioni dello stesso autore. Qui l’autore fonde ballata popolare, invenzione fantastica e riflessione morale il tutto sostenuto da molti elementi ricorrenti nel Buzzati “serio”.
Si narra la guerra tra il Granducato di Sicilia e Re Leonio, sovrano degli orsi discesi dalla montagna per carenza di cibo e per il rapimento del figlio del sovrano.
Nella guerra saranno coinvolti il sanguinario Gattomammone, gli spettri di Roccademona e i cinghiali volanti di Molfetta. Nel loro percorso avventuroso gli orsi riescono a superare infiniti ostacoli che li porta ad espugnare la capitale del Granducato e a riconoscere il figlio del re in un equilibrista del Gran Teatro Excelsior.
Divenuti i signori dell’isola, gli orsi vedono a poco a poco la corruzione propria dell’uomo insinuarsi nel loro mondo, e soprattutto in Salnitro che aspira a spodestare Leonzio ed arriva a spararlo. Il Sovrano in punto di morte farà in tempo a dettare le sue ultime volontà al figlio e a i sudditi: che si lasci la valle e si torni sulle montagne, lontano dagli uomini, là dove gli orsi hanno sempre vissuto in pace e felici, e gli uomini saluteranno tra lamenti e singhiozzi la partenza degli orsi specchio di un modo di vivere di cui sono incapaci.
“Buttate via l’oro. Gettate i cannoni, i fucili e tutte le altre diavolerie che gli uomini vi hanno insegnato. Tornate quelli che eravate prima. Come si viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, altro che in questi malinconici palazzi pieni di scarafaggi e di polvere!”
Le vicende si susseguono senza sosta, e la leggerezza del tocco di Buzzati riesce a realizzare un racconto in cui, al di là di ogni lettura allegorica, prevale l’assoluto piacere di narrare.
Buzzati e la natura
In entrambi i racconti non mancano i grandi temi cari a Dino Buzzati, come il senso dell’attesa durante la quale non manca di manifestarsi l’ambiguità del male come quella del bene. È presente in entrambi i racconti una tematica di tipo ecologico, una garbata sensibilità ambientale con riflessioni sulla necessità della convivenza tra l’uomo e l’ambiente naturale per la sopravvivenza di entrambi, e una sorta di rimpianto per quel tempo lontano in cui la vita dell’uomo era più in armonia con la vita naturale della terra e lo scorrere naturale delle stagioni.
Soprattutto però si impone nella Sicilia degli orsi, così come nel Bosco vecchio, la semplicità della vita in montagna, luogo incontaminato, puro Eden da contrapporre alla “vile pianura” della città. L’ universo interiore dell’autore e la sua capacità immaginifica è alimentata dal rapporto con la natura. Questi due racconti risultano un fantasioso intreccio tra natura, ecologia e magia.
Maurizio Marchese
Bibliografia:
Dino Buzzati “Il segreto del bosco vecchio”, Mondadori, 2010
Dino Buzzati “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”,Mondadori, 2002