Gulliver a Laputa: una scienza degenerata

Dopo una dovuta introduzione a “i viaggi di Gulliver” e un approfondimento sul’aspetto politico dell’opera, possiamo adesso dedicarci ad un altro obiettivo della critica di Swift: l‘ideologia progressiva e il “nuovo” sapere. Mentre, infatti, i primi due viaggi possono essere letti specularmente seguendo un percorso fondamentalmente politico, per comprendere l’allegoria di Laputa si deve tener conto non solo dello scenario politico (il rapporto tra Inghilterra e Irlanda), ma anche della rivoluzione scientifica avvenuta nel secolo precedente.

Scienza, conoscenza e degenerazione

Gulliver Hooke microscopio
Illustrazione del microscopio usato da Hooke.

Il 1600 inglese fu il secolo di Francis Bacon, precursore dell’empirismo; vide la fondazione della Royal Society, prima “vera” accademia di ricerca scientifica; Harvey descrisse il sistema circolatorio, Gilbert il magnetismo e Hooke la microbiologia (e non solo); il filosofo John Locke, infine, diede il colpo di grazia al senso comune “pre-scientifico” ponendo l’accento sull’importanza dell’esperienza diretta.

Fatta questa necessaria premessa, non possiamo non ricordare che le opere più importanti di Isaac Newton furono pubblicate proprio a cavallo tra i due secoli. Quelle che a noi risultano eccezionali scoperte, però, furono solo poche di una serie molto più ampia di esperimenti per lo più astrusi ed inutili: il terzo viaggio di Gulliver vuole appunto criticare le speculazioni e le astrazioni che pure contraddistinsero la ricerca dell’epoca, dipingendo la conoscenza moderna come un sapere dissociato e fine a se stesso. Swift non poteva perdonare all’Inghilterra la totale indifferenza nei confronti della miseria irlandese: possiamo infatti leggere il disinteresse degli abitanti di Laputa verso la terraferma come l’atteggiamento dell’Inghilterra verso la patria di Swift: la satira politica, dunque, non manca. Egli era inoltre contrario a certe concezioni linguistiche propugnate, tra gli altri, proprio da Bacon e dalla Royal Society. Vediamo dunque più nel dettaglio cosa accade a Gulliver nell’incontrare scienziati che sono la parodia di se stessi: i laputiani.

Laputa: un’isola volante per pensieri… campati in aria

Gulliver guarda Laputa
Laputa si libra al di sopra del regno grazie ad un gigantesco magnete. Pare sia l’unica applicazione ben riuscita degli esperimenti laputiani!

Nel terzo viaggio Gulliver giunge nel regno di Balnibarbi. Innanzitutto visita Laputa, la città volante dove dimora il sovrano, i cui abitanti sono descritti come

personaggi talmente immersi nelle loro speculazioni, da non essere in grado né di parlare, né di seguire le parole altrui, a meno che qualche stimolo esterno non risvegli in loro gli organi della parola e dell’udito.

I più facoltosi possono permettersi di pagare un servitore i cui unici compiti siano di

colpire la bocca di chi deve parlare e contemporaneamente l’orecchio destro di coloro a cui sono dirette le parole […]

e, inoltre, di indicare il cammino al padrone, talmente assorto da finire in un burrone o sbattere contro un palo.

Dopo una breve permanenza Gulliver si dichiara “stanco di rimanere recluso in un’isola di muti e sordi” e decide scendere sulla terraferma e visitare la capitale Lagado. A tal proposito ricordiamo il celeberrimo capitolo in cui viene descritta l’Accademia del regno: non è difficile identificare la realtà dietro l’allegoria.

Gulliver rianimazione cane
Il medico conduce il suo esperimento attraverso un mantice inserito nel didietro di un disgraziato cane.

Gulliver fa la conoscenza di molti “projectors” (ricercatori) differenti, tutti impegnati in esperimenti assolutamente assurdi. Ricordiamo, tra i vari, lo scienziato intenzionato ad estrarre i raggi solari dalle zucche, quello che intendeva rigenerare il cibo a partire dalla scomposizione degli escrementi, l’architetto che progettava costruzioni di case a partire dal tetto, il pittore che si faceva mescolare i colori dai ciechi e un sedicente medico che avrebbe curato le malattie semplicemente “usando lo stesso strumento per operazioni contrarie”.

La satira spazia dunque a tutti i campi della conoscenza, non solo quelli prettamente scientifici, proprio per dimostrare una generale degenerazione del sapere caratterizzata dalla perdita di attenzione verso il dato concreto. Lo stile di Swift è asciutto, neutrale, distaccato: abbiamo in tutto e per tutto l’impressione che questi ricercatori siano realmente esistiti,  cosa che contribuisce ad aumentare l’effetto satirico.

Si tenga presente che Swift non inventò di sana pianta gli esperimenti, ma si ispirò a fatti reali: quello sui raggi solari ad esempio allude agli studi condotti sulla fotosintesi clorofilliana.

Produrre libri o produrre sapere? Questo è il dilemma

Gulliver projector
Uno scienziato convinto che la lingua serva solo a parlare “di cose”: invece di comunicare a parole, egli preferisce portare con sé le cose di cui intende discorrere.

Soffermiamoci infine su un esperimento riguardante la lingua, altro tema molto dibattuto all’epoca. Gulliver racconta di un marchingegno costituito da un telaio sul quale era riversato, in maniera del tutto casuale, l’intero vocabolario.

Con la sua invenzione anche i più ignoranti avrebbero potuto scrivere libri di filosofia, poesia, politica, legge, matematica, teologia. Ingegno e applicazione non servivano a nulla; sarebbe stata sufficiente una modica spesa e uno sforzo muscolare irrisorio.

La satira è chiara: l’esigenza di produrre libri prevale su quella di produrre sapere, generando di conseguenza una conoscenza effimera, “combinatoria” e priva di sostanza.

Un’indicazione conclusiva per la corretta interpretazione della satira: Swift non condannava tout court la scienza ed il progresso, ma era scettico nei confronti di un ottimismo basato sulla sfrenata ricerca di innovazione, a suo avviso irresponsabile e poco attenta alle miserie della concreta situazione sociale e politica. Come dargli torto!

Maria Fiorella Suozzo

Fonti

Leggere Swift, Riccardo Capoferro

citazioni: I viaggi di Gulliver, Jonathan Swift

sitografia: ulteriori approfondimenti sulla satira nel terzo viaggio