Al periodo della guerra civile spagnola, tra il 1936 e il 1939, risale il poema La spagna nel cuore (1937) in cui Pablo Neruda esalta l’eroismo del popolo spagnolo che tentò di resistere per tre anni alla pressione dei franchisti, cioè coloro che appoggiavano il generale Francisco Franco alleatosi con Hitler e Mussolini per rovesciare il legittimo governo repubblicano. All’interno del poema la poesia Madrid 1937 esprime la desolazione morale e al contempo il desiderio di vendicare le ingiustizie e le crudeltà.
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Madrid 1937: gli antefatti
Madrid, ultimo baluardo di difesa cadde il 30 Marzo 1939. Da lì nacque una politica di sistematica repressione delle opposizioni e si instaurò un regime dittatoriale fascista che conservò il potere, col sostegno dell’alta borghesia e delle gerarchie cattoliche, fino alla morte di Franco nel 1975.
Siamo nel 1937 e la città di Madrid è assediata da oltre un anno; intorno c’è solo morte e desolazione, la distruzione immerge tutto nell’angoscia. L’unico conforto sono i soldati che resistono e combattono a difesa della città. Pablo Neruda, di nazionalità cilena, allo scoppio della guerra civile spagnola viveva a Madrid in qualità di console del Cile. In conseguenza alla guerra spagnola e al contatto con gli esuli anti-franchisti a Parigi Neruda mutò radicalmente i temi della sua poesia, condannando in particolare lo sfruttamento neocolonialistico e celebrando la lotta per la libertà e l’uguaglianza. Egli stesso, come è noto, venne incriminato e perseguitato per le sue idee politiche (Neruda fu anche eletto senatore nella lista del Partito Comunista), ma sfuggì all’arresto, grazie all’ospitalità di alcuni compatrioti e rimase in esilio fino al 1952.
La “Spagna nel cuore” è il risultato poetico della crisi spirituale determinata in Neruda dalla guerra civile spagnola. Il poema doveva esercitare un’influenza decisiva non solo sulla poesia spagnola e ispano-americana, ma su quella europea, e in particolare sulla poesia della Resistenza francese, durante la Seconda guerra mondiale.
Madrid 1937: la poesia
Madrid 1937 è una lirica di ispirazione civile in cui il poeta cileno abbandona i temi a lui cari come quello della natura, dei sogni, dell’amore, delle astratte riflessioni ben lontane dalla realtà storica.
“…Oggi
comincia un nuovo inverno.
Non v’è in questa città
dove sta ciò che amo,
non v’è pane, né luce: un vetro freddo cade
su gerani secchi. Di notte sogni neri
aperti da obici, come buoi insanguinati:
nessuno all’alba delle fortificazioni,
altro che un carro rotto: già muschio, già silenzio di
età
invece di rondini nelle case bruciate,
dissanguate, vuote, con porte volte al cielo:
già il mercato sta aprendo i suoi poveri smeraldi,
e le arance, il pesce,
ogni giorno portati attraverso il sangue,
si offrono alle mani della sorella e della vedova.
Città a lutto, scavata, ferita,
rotta, battuta, bucherellata, piena
di sangue e vetri rotti, città senza notte, tutta
notte e silenzio, e scoppi ed eroi,
ora un nuovo inverno più nudo e più solo,
ora senza farina, senza passi, con la tua luna
di soldati.”
Enjambement, pause ritmiche, frasi brevissime e incisive susseguendosi realizzano in Madrid 1937 concrete rappresentazioni di vuoto e distruzione, da cui emerge l’unico barlume di conforto nel finale, espresso con l’immagine della luna di solati.
In Madrid 1937 la desolazione provocata dalla guerra è resa con immagini vivide in cui domina l’accostamento dei colori nero e rosso sangue. Ma nonostante la città a lutto, Neruda ancora una volta vuole affermare la vita contro la morte e un profondo senso di solidarietà umana e di fratellanza che nasce proprio dall’aver visto e vissuto lo stesso orrore.
In quest’opera il tema della guerra non dà spazio alla retorica ma la poesia è ugualmente raggiunta nei momenti più sentiti, coinvolgendo i maggiori simboli della Spagna, non solo Madrid, ma anche le altre città martiri, come Almeria o Malaga. Inoltre “La Spagna nel cuore” non è solo un grande poema della guerra civile spagnola, ma un atto d’amore scritto da un poeta straniero che considerava la Spagna la patria della sua lingua, e che in Spagna aveva un affettuoso rapporto con i poeti della cosiddetta Generazione del 27 (Rafael Alberti e da Federico Garcia Lorca).
La lotta dei Repubblicani spagnoli portò Neruda a sentire una fede nuova nei valori umani e sociali e stimolò in lui un nuovo, impegnato filone poetico. L’opera è espressione della desolazione morale e insieme del desiderio di vendicare le crudeltà e le ingiustizie, poesia civile che rimpiazza i temi un tempo cari allo scrittore cileno: la natura, l’amore, i sogni e le astratte meditazioni lontane dalla realtà e dalla storia.
Maurizio Marchese
Bibliografia:
Pablo Neruda, La Spagna nel cuore, a cura di Giuseppe Bellini, Passigli Editore, 2006.