Molti sono gli studiosi che si sono interrogati sul reale significato di magia. Considerata dai più come “l’arte di produrre effetti senza cause” e ricondotta in tempi moderni al ristretto campo dei giochi di prestigio, la magia fu per gli antichi l’ancella della religione.
Il termine deriva dal greco Μαγεία ed intendeva la dottrina dei sacerdoti persiani, che consisteva nell’evocazione degli spiriti, nella divinazione, nella taumaturgia.
La magia nei culti religiosi in Grecia
Per gli antichi la magia era uno strumento per spiegare fenomeni allora scientificamente sconosciuti. Dalle Storie (VII, 37 2-3) di Erodoto leggiamo:
[2] Ὁρμημένῳ δέ οἱ ὁ ἥλιος ἐκλιπὼν τὴν ἐκ τοῦ οὐρανοῦ ἕδρην ἀφανὴς ἦν οὔτ᾽ ἐπινεφέλων ἐόντων αἰθρίης τε τὰ μάλιστα, ἀντὶ ἡμέρης τε νὺξ ἐγένετο. Ἰδόντι δὲ καὶ μαθόντι τοῦτο τῷ Ξέρξῃ ἐπιμελὲς ἐγένετο, καὶ εἴρετο τοὺς Μάγους τὸ θέλει προφαίνειν τὸ φάσμα. [3] Οἱ δὲ ἔφραζον ὡς Ἕλλησι προδεικνύει ὁ θεὸς ἔκλειψιν τῶν πολίων, λέγοντες ἥλιον εἶναι Ἑλλήνων προδέκτορα, σελήνην δὲ σφέων. Ταῦτα πυθόμενος ὁ Ξέρξης περιχαρὴς ἐὼν ἐποιέετο τὴν ἔλασιν.
[Al momento della partenza il sole, abbandonata la sua posizione nel cielo, scomparve benché non vi fossero nuvole, anzi in pieno sereno e da giorno che era si fece notte. Serse, che vide e fu testimone del fenomeno, preoccupato domandò ai Magi che cosa potesse presagire. Essi gli risposero che il dio mostrava ai Greci l’eclissi delle loro città; il sole, spiegavano, era il nunzio del futuro per i Greci, per i Persiani lo era la luna. Sentita la spiegazione, Serse, soddisfatto, proseguiva nella marcia.]*
Dunque, ai Μάγους ci si rivolgeva per interpretare i segni divini. Tuttavia, la magia era considerata con diffidenza nella Grecia classica, anche se molte tecniche magiche facevano parte dei culti ufficiali.
La catarsi era originariamente un rito magico di purificazione. Con l’orfismo, il rituale catartico assunse un carattere religioso, in quanto volto alla purificazione spirituale. Successivamente, la catarsi entrò a far parte di un discorso più filosofico, indicando la liberazione dell’anima dai vizi, fino a raggiungere il pensiero aristotelico in correlazione con il problema dell’arte.
La magia era in stretta connessione con il Pharmakos. Il rituale prevedeva la purificazione della città mediante l’espulsione di un individuo considerato “maledetto”. Il pharmakos veniva praticato in onore del dio Apollo, durante le feste delle Targelie. Tali festività avevano l’obiettivo di allontanare il male dalla città. Scrive Vernant in L’uomo greco:
Il Pharmakos deve attirare su di sé tutta la violenza malefica per trasformarla, con la propria morte, in violenza benefica, pace e fecondità. In greco classico la parola che ne deriva, pharmakon, significa al contempo male e rimedio, veleno ed antidoto, in una fase arcaica in cui le cose sacre contenevano il puro e l’impuro come varietà del medesimo genere.
Le Tesmoforie erano riti di magia agraria. Si tratta di festività molto antiche che i Greci celebravano in onore di Demetra, con lo scopo di risvegliare le energie generatrici della dea e della Terra. Il rituale si divideva in tre giorni, con una maggiore concentrazione nel secondo giorno: le donne digiunavano, si riunivano in recinti e compivano riti misteriosi.
Esse riesumavano i resti di porcellini sacrificati alla dea mesi prima e mescolati alla nuova sementa sull’altare di Demetra. L’obiettivo era quello di conferire alla terra una nuova forza generatrice. Si trattava, quindi, di un vero e proprio rito di fertilità non solo per la terra, ma anche per le donne che lo praticavano.
La magia e le pratiche religiose in Oriente
Dall’antica Grecia ci spostiamo alla “mezzaluna fertile”: la Mesopotamia. La magia era presente in tutte le pratiche religiose della cultura mesopotamica. Le preghiere agli dei erano delle vere e proprie formule magiche. Inoltre, la concezione fatalistica della vita presupponeva l’esistenza di demoni malvagi, i quali erano la causa delle malattie.
I rituali contro il mal di testa ricordano il malocchio praticato dalle nostre nonne. I Caldei erano i sacerdoti – maghi, impegnati principalmente nello studio delle stelle a scopo divinatorio. Essi praticavano la magia nei luoghi di culto ufficiale.
Anche il culto di Mithra presentava rituali misterici. Giunto in Italia dall’Oriente, il culto è stato assimilato da alcuni storici al cristianesimo. L’esistenza del mithraismo è testimoniata da una serie di documentazioni archeologiche, rappresentata dai mithrei, i luoghi dove avvenivano i culti misterici. Il mithreo era di solito una grotta naturale o un ambiente scelto nel sottosuolo di edifici, un ambiente fatto di ombre, adatto per trasmettere i segreti del culto, al quale potevano accedere solo pochi eletti. Infatti, gli antichi misteri di Mithra potevano essere appresi solo dopo un vero e proprio percorso di iniziazione.
La magia nell’Antica Roma
Nell’Antica Roma il termine magus compare intorno al I secolo a. C. La magia era legata ai riti di propiziazione, accompagnati da una preghiera agli dei, ad esempio per la nascita di un figlio. Si ricorreva a pozioni e formule per la cura di qualsiasi male, sia fisico che “spirituale”. Il legame tra magia e religione è testimoniato anche dalla letteratura. Nelle Metamorfosi di Apuleio l’elemento magico ha la funzione di iniziare l’uomo alla religione e alla connessione con il divino.
Giovannina Molaro
*Traduzione in lingua italiana del brano inserito in greco antico
Bibliografia:
- S. Cunningham, Wicca, Armenia Edizioni, 2015.
Sitografia:
- http://www.spaziofatato.net/storiamagiaantica1.htm
- http://www.treccani.it/enciclopedia/magia/