La filosofia di Galileo Galilei e la scienza moderna

Qual è la filosofia di Galileo Galilei? Qual era il contesto storico in cui agiva? Come nacque la scienza moderna? Qual era l’oggetto del contendere tra Galileo Galilei e gli aristotelici? Quale fu il ruolo della Chiesa?

Al sorgere della scienza moderna, con la Rivoluzione scientifica del XVII secolo, si instaurò una durissima polemica tra scienziati come Galileo e gli aristotelici. Ciò ha contribuito a mettere in ombra il contributo della scienza medievale, senza il quale non si sarebbe mai sviluppata la scienza moderna che oggi conosciamo.

La libertà di ricerca

Scienza moderna
Copernico

Gli autori della Rivoluzione scientifica (Galileo, Keplero, Copernico) ereditarono dal Medioevo un contesto favorevole alla scienza, con un sorprendente grado di libertà. Se non se ne avvidero fu – da un lato – per la durezza della polemica, dall’altro perché ritenevano erroneamente la libertà di ricerca come qualcosa di scontato.

Grazie agli aristotelici, essi trovarono a disposizione un patrimonio di problemi scientifici (come quello del moto e del vuoto, per fare qualche esempio) e un vivo interesse per la natura e la struttura del mondo fisico. Perchè la scienza medievale fu essenzialmente razionale, sancendo di fatto la libertà di indagine e l’autonomia della ragione.

La necessità di una nuova scienza

La scienza moderna nacque da una nuova concezione del mondo, da un rinnovato uso della matematica e dal metodo sperimentale. L’esperimento era usato di rado nel Medioevo, perché era visto più come un ostacolo che come una risorsa. Per questo la scienza medievale si avvalse di esperimenti solo in casi isolati.

Gli studiosi medievali non erano ostili alla matematica, ma la applicavano solo a problemi ipotetici. Galileo era invece convinto che la matematica fosse la lingua con la quale Dio aveva scritto il Libro della Natura, e che solo possedendo il linguaggio matematico fosse possibile indagare i misteri dell’Universo.

Un errore di prospettiva

Evidentemente era giunto il momento di cambiare, le critiche rivolte agli aristotelici erano fondate. Galileo però non avrebbe mai ammesso, e forse non avrebbe potuto, il contributo medievale perché troppo immerso nel contesto di critica all’aristotelismo. Galileo creò così – con la figura letteraria di Simplicio – una potente caricatura degli aristotelici, presentandoli come ottusi e servili, e in effetti così passarono alla storia.

Anche Locke definiva quello della scolastica solo una ginnastica mentale che ne faceva dei «coniatori di vuote parole». L’errore comune era – e per certi versi rimane tuttora – quello di non limitare questo giudizio agli aristotelici del tempo, ma di applicarlo anche a quelli medievali, fornendo un’idea falsa della filosofia naturale.

La Chiesa e la scienza moderna

Anche la Chiesa si era arroccata nell’aristotelismo, ma bisogna anche comprendere che quello era stato il modo di pensare per secoli e secoli. Molti avversari di Galileo (che divennero veri e propri nemici personali) si appigliarono alla teologia probabilmente in mancanza di argomenti più attinenti.

Ad ogni modo, il processo di razionalizzazione era già iniziato e condannare la scienza in toto era ormai impensabile. Né si può considerare un singolo caso – come quello di Galileo – emblematico del rapporto tra fede e scienza, sviluppatosi nell’arco di molti secoli.

Un caso spesso giudicato troppo superficialmente, senza tenere conto del fatto che fu Galileo a cercare ad ogni costo lo scontro, presentando prove a sostegno del sistema eliocentrico – come quella delle maree – rivelatesi errate.

Il caso Galileo Galilei

Nonostante le nuove paure per la fede, gli studiosi continuarono ad avvalersi di una libertà Scienza moderna Galileodi ricerca impensabile nelle altre civiltà del tempo. Galileo non fu condannato tanto per le sue teorie, quanto per la sua tenacia divulgativa che si concretizzava nella decisione di abbandonare il latino – la lingua dei dotti e della scienza – per la lingua volgare.

Infatti Copernico non fu mai processato per le sue teorie, non nacque mai il caso, perché la sua opera fu pubblicata in latino, e la rivoluzione copernicana era presentata come un’ipotesi matematica e non un’effettiva realtà fisica.

La condanna di Galileo segnò di fatto un deteriorarsi dei rapporti fra Chiesa e scienza, lo dimostra il fatto che il De Revolutionibus orbium coelestium di Copernico venne iscritto nell’Indice dei libri proibiti nel 1616, dopo aver circolato indisturbato per settant’anni. Anche se la messa all’Indice durò solo quattro anni, per essere poi riammessa al mercato librario con qualche correzione.

La scienza moderna: un trionfo di tre civiltà

Per quanto riguarda la scienza greco-araba-latina, Edward Grant l’ha definita come un «trionfo di tre civiltà»: un grande esempio di pluriculturalismo. Ma i cristiani occidentali, in particolare, ebbero il merito di saper apprendere da tutti: dai “pagani greci morti” agli “eretici musulmani morti”. Secondo lo studioso, è uno dei capitoli più gloriosi della storia dell’umanità, anche perché avvenuto in un periodo storico, come quello medievale, erroneamente considerto oscuro.

Ettore Barra