Cari Lettori, nel nostro scorso numero abbiamo trattato in maniera approfondita la comunanza tra l’ordine cronologico di Guerre Stellari/Star Wars ed il suo riferimento al periodo d’uscita, riferendoci alla trilogia originale ed introducendo il discorso sui prequel. Oggi approfondiremo quest’ultimo concetto e, nel numero successivo passeremo a spin-off ed ultima trilogia. Ripartiamo…
Indice dell'articolo
Da un’altra interessante comunanza fra il periodo che viviamo e Guerre Stellari: lo sviluppo estremo che porta ad una cieca fiducia nella tecnologia al punto di credere che possa portare ordine e misurare tutto, perfino il futuro di qualcuno.
Qui-Gon Jinn scansiona il sangue di Anakin e lo fa analizzare ad un giovane Obi-Wan Kenobi che, tentando di quantificarne la forza, esclama “Maestro, nemmeno il maestro Yoda possiede così tanti midi-chlorian”.
Skywalker padre, attorno all’Anno Zero dei 2000, sembra un nuovo Cristo. La madre l’ha concepito senza un papà e l’ha cresciuto in povertà -addirittura schiavo, ndr-, è stato ritrovato da un maestro jedi e ucciderà se stesso, rinascendo come Lord Fener, dopo aver concepito un figlio che riporterà davvero l’equilibrio nella forza. Quell’armonia che ormai tutti credevano attribuibile erroneamente al papà, in virtù della profezia dell’equilibrio attorno a cui ruota Guerre Stellari.
Obi-Wan, Qui-Gon ed Anakin, assieme a Dooku, rappresentano un patto generazionale che salta a fine episodio III in Guerre Stellari così come nella realtà. Il maestro di Kenobi sembra parlare con la Forza vivente, è illuminato. Raggiunge Anakin “grazie alla forza” per sua ammissione, non ha mai seduto nel Consiglio jedi perché porta avanti ciò che la forza, e non i suoi superiori, gli suggeriscono. È il classico personaggio che rinuncia all’ambizione pur di fare ciò che è giusto.
Quando Kenobi gli dice “Maestro, se rispettassi il codice, saresti un membro del consiglio”, paziente risponde “Sei ancora giovane, mio apprendista”. Tutto ciò dopo che il maestro aveva detto dinanzi a tutti i maestri “Se non mi dare l’autorizzazione di addestrare Anakin, lo farò lasciando l’ordine”.
Il maestro è allievo di Dooku che, in episodio I, è ancora un jedi, dunque questi atteggiamenti sono attribuiti spesso all’influenza del futuro Darth Tyranus. Interessante, ma Obi-Wan fu discepolo di entrambi ed è un’icona del lato chiaro, ma ha avuto come allievo Lord Fener. No, questa spiegazione non torna.
Questi personaggi si confanno molto all’interpretazione che stiamo raccontando di Guerre Stellari e del suo ordine poiché:
- Dooku è un ideologico, un uomo facente parte di un mondo, adattandolo ai nostri giorni diremmo del Dopoguerra, che non c’è più. Perde l’allievo assieme alle sue certezze e, smarrito, passa dal lato opposto.
- Qui-Gonn è nato con le ideologie, ma sicuramente è un figlio del ’68, è in una fase di transizione e dubita delle logiche del “padre forte” tipico del periodo precedente quei moti.
- Obi-Wan è nato nei ’70 ed ha visto le ideologie estreme divenire caricature di se stesse durante la sua maggiore età. Egli, come il suo mentore, ha fiducia nella società che sarà e passa sopra alcuni strani comportamenti del suo apprendista e della generazione che sarà che pure nota.
- Anakin è un millenial nato tra fine ’80 ed inizio ’90. Egli non conosce le ideologie, non crede in una società pluralista e non guarda al futuro con fiducia come i suoi maestri, anzi basa ogni sua azione sull’istinto e con una visione individualista, mai collettiva. Sceglierà il lato sbagliato (il populismo estremista) in nome dell’idea giusta: la fine della guerra (o della crisi dei nostri giorni).
Il rapporto tra Obi-Wan ed il futuro Vader è perverso: non sono allievo e maestro, ma sono quasi due fratelli. Sarà complice sicuramente la scarsa differenza d’età, ma ricorda molto l’odierno rapporto padre-figlio, che tanti problemi ha creato alla nostra società.
E i jedi? Abbiamo detto che la forza è potere politico in Guerre Stellari, quindi è necessario trattare questo aspetto con ordine.
Negli anni, sono diventati parte integrante della gestione del potere, ma sono stati schiacciati dall’abilità strategica di Palpatine che li fa apparire come i veri responsabili della guerra. Avrebbero avuto tante e tante occasioni per smascherarlo (su tutte, lo Zillo beast) e, invece, non ci sono mai riusciti, forse accecati dal loro potere. Dooku, in episodio II, dice al futuro Ben “Cosa penseresti se ora ti dicessi che la Repubblica è sotto il controllo di un sith ora?” e “che il giudizio dei jedi è offuscato mentre lui controlla centinaia di senatori?”. L’idealista Obi-Wan non ci crede, ma sappiamo le cose come andranno.
Se Palpatine è bravo a farli apparire come il male anche agli occhi di Anakin, facendo addirittura festeggiare il popolo alla cerimonia di fusione delle spade laser post ordine 66 (potete trovarla nei fumetti) e concludendo in Guerre Stellari episodio 3 il lavoro iniziato nella serie animata “Clone Wars”.
I jedi ricordano l’establishment/le odierne democrazie che cadono sotto gli spintoni dei populismi e dei totalitarismi tipici dei periodi di crisi democratica.
Subiscono le proteste dinanzi al Senato poco prima che Ahsoka sia arrestata ingiustamente ed espulsa, non trovando l’appoggio del maestro Plo-Koon che aveva salvato dalla morte, assieme ad Anakin disobbedendo in parte ad ordini del consiglio, non è difesa da Obi-Wan o altri, se non dal suo maestro che la scagionerà e farà riammettere. Tutto ciò dopo aver dichiarato che il processo interno ai jedi “È una farsa”
…Di persone che rincorrono il potere politico e non possono inimicarsi il Senato ed il popolo che chiedono un colpevole. Anakin, dopo aver visto il “regno della forza” perdere l’equilibrio in tre bellissimi episodi della serie animata “Clone Wars” e questo avvenimento, inizierà ad andare nella direzione del lato oscuro più che mai.
Infatti, la sua padawan dirà “Maestro, devo andare perché non mi fido della disciplina jedi”, dopo essersi detta più volte che non capisce come sia possibile reprimere i sentimenti anche parlando con altri apprendisti. Riceverà dal suo maestro un “Ti capisco” che la stupisce non poco, considerando la disciplina jedi in ogni episodio di Guerre Stellari.
Il consiglio non è stato in grado di garantire giustizia interna, è malvisto dal popolo e, ciliegina sulla torta, non si sa che ruolo potrà ricoprire quando finirà la guerra. Da qui la paura del colpo di Stato e Sidious è malvagiamente geniale nel farlo sembrare possibile perché hanno accumulato troppo potere e, nella mente di tutti, sono una minaccia. Il repubblicano medio si interroga spesso come fa Ahsoka con Barris -che poi la tradirà facendola espellere dall’ordine, ndr-, in cui Tano chiede “Dopo la guerra, saremo portatori di pace come pacifisti o guerrieri?” non trovando alcuna risposta.
Un altro avvenimento interessante, che mostra la deriva jedi, è episodio I: Qui-Gon arriva su Tatooine. Il maestro, che percepisce la corruzione del Senato e la deriva jedi, dirà “Non sono qui per liberare schiavi” perché sa che, facendolo, sarebbe automaticamente fuori dall’ordine. Parliamo di un uomo che “dà del tu” alla forza, percepirà la morte contro Maul, si inginocchierà in meditazione e diverrà il primo fantasma di forza del lato chiaro, essendo nella dottrina jedi sintomo di attaccamento alla vita. Quindi Qui-Gon è il primo jedi che capirà quanto sia fondamentale la sintesi lato chiaro-lato scuro.
Cari Lettori, nel prossimo numero termineremo il nostro parallelo sui prequel e passeremo agli spin-off.
Ferdinando Paciolla