Quando leggiamo o pensiamo in silenzio è normale sentire risuonare i nostri pensieri nella testa. Ma a che cosa corrisponde davvero il linguaggio nel cervello? Uno studio di ricercatori italiani mostra per la prima volta che c’è una relazione diretta e inaspettata tra la parte acustica del linguaggio e il modo in cui viene trattata dai nostri neuroni sotto forma di onde elettriche.
Con le ultime tecniche di neuroimmagine è possibile osservare ed analizzare le reti cerebrali che sono alla base della comprensione e dell’elaborazione del linguaggio.
Un recente studio condotto da Andrea Moro, linguista di fama internazionale e docente alla IUSS, la Scuola superiore universitaria di Pavia, e da Lorenzo Magrassi, neurochirurgo all’Università di Pavia, in collaborazione con ingegneri elettronici dell’ateneo, ha dimostrato l’inaspettato: i nostri pensieri viaggiano sottoforma di impulsi elettrici simili alle onde acustiche che sarebbero state emesse se fossero stati emessi ad alta voce.
La ricerca è stata svolta su pazienti che necessitavano di complesse operazioni al cervello, e dato che le tecniche chirurgiche più all’avanguardia prevedono che il paziente resti sveglio durante l’operazione in modo da risparmiare traumi alle facoltà cognitive,in quanto il chirurgo può “testare” le manovre prima di compierle, si è osservato che, spiega Moro: “anche solo pensando alle frasi, i neuroni di questa area si attivano modulando onde elettriche che hanno lo stesso schema dell’onda acustica delle parole usate”.
In pratica, è come se l’attività elettrica dei neuroni fosse simile a quella sonora. O, in altre parole ancora, come se il pensiero fosse pronunciato sotto forma di linguaggio elettrico. “All’inizio non ci credevamo” dice Moro. “Ma ripetendo l’esperimento con molti pazienti – sedici – un numero molto alto per questo genere di esperimento, abbiamo avuto la conferma che è davvero così”.
Lo studio, che è pubblicato sulla rivista PNAS, apre prospettive fantascientifiche. Se una frase, anche solo pensata e non pronunciata ha una corrispondenza diretta nello schema di attività elettrica dei neuroni, facendo il percorso inverso si potrebbe pensare di passare dall’attività dei neuroni che “pensano” una frase alla sua traccia acustica. Ovvero: leggere il pensiero.
Christian Nardelli