L’uomo che uccise Liberty Valance è un film del 1962 nel quale John Ford ritorna al bianco e nero e nel quale non c’è più la Monument Valley né le ampie inquadrature su vasti paesaggi. Tutto il film, infatti, è ambientato per lo più in spazi chiusi e delimitati.
Ford ci dimostra nuovamente le sue grandi capacità tecniche girando un film che è tutto un flash-back e che, addirittura, senza intaccare la linearità della narrazione, ne contiene a sua volta un altro (nella parte finale del film, quando Tom racconta la verità sul duello con Valance).
Come in Ombre Rosse (del 1939) il racconto parte con un assalto a una carovana, potremmo essere indotti a pensare che la carovana sia il segno dell’avvento della civiltà nel ”selvaggio West” e l’attacco ci potrebbe risultare un tentativo di autodifesa del West nei confronti di un mondo completamente diverso.
È un film di un Ford ormai quasi alla fine della sua carriera nel quale vi è la rappresentazione di un eroe decadente (Tom) che non può più coesistere con un mondo che ormai non gli appartiene più, che sta cambiando.
I tre personaggi principali si distinguono notevolmente tra loro rappresentando ognuno uno stereotipo diverso: Tom rappresenta l’eroe del West, l’uomo che usa le armi in modo ragionato e consapevole; Liberty Valance, invece, è un uomo senza scrupoli, che non ha rispetto nemmeno delle donne e usa in modo smodato e irragionevole le armi; Ramson è l’uomo dell’Est che, carico dei suoi libri pieni di codici, tenta di cambiare il West.
Ramson si trova faccia a faccia con una realtà che pensava fosse diversa, gli viene presto detto che il West segue delle regole tutte sue: la legge del più forte e che nessuno può farci nulla (lo stesso sceriffo, non riesce a farsi rispettare ed è il classico uomo senza spina dorsale che fugge dinanzi ai doveri spettanti dal suo ruolo). In un primo momento ritiene che farsi giustizia da soli e con la forza non rappresenta una soluzione adeguata e che non si combatte la violenza con altra violenza; ma dovrà cambiare idea. Dovrà adeguarsi e accettare il duello con Valance poiché i due non possono più coesistere nello stesso posto.
L’Est che viene cambiato dal West.
Forse è proprio questo il punto cruciale: per poter cambiare il West, l’Est stesso deve cambiare (prendendo degli elementi dal West).
Altro elemento interessante è che proprio come l’Ethan di Sentieri Selvaggi, Tom decide di uscire di scena (una volta aver compiuto il proprio dovere), di non varcare la soglia e di andare via.
Nonostante Ramson gli abbia rubato la ragazza (non la corteggia in modo spudorato, è lei che decide di lasciare Tom), decide di fare la cosa giusta. Decide di fare del bene alla comunità in cui vive e, soprattutto, a Hallie, uccidendo lui Liberty Valance. E sarà sempre Tom a liberare la coscienza di Ramson dal peso di un omicidio per fare in modo che non si ritiri dalla candidatura al congresso:
«hai voluto insegnarle a leggere, ora fa in modo che legga dei tuoi successi.»
Tuttavia, nonostante Ramson sia diventato poi senatore e abbia fatto tanto per quella comunità (scuole, ferrovie…) la scena finale ci svela un particolare di non poca importanza:
«questo ed altro per l’uomo che ha ucciso Liberty Valance»
Sempre nella scena finale, chiede alla moglie se ha messo lei il cactus in fiore sulla bara di Tom e lei conferma. Forse anche lei si era innamorata del Ramson che era stato cambiato dal West e non del Ramson difensore della legge e senatore? Forse, se avesse saputo la verità, avrebbe preferito Tom?
È come se egli fosse indissolubilmente legato a quell’omicidio e, dato che quell’omicidio non è stato compiuto da lui, non può non starci male.
Come se, ancora, la cosa più importante fosse la ragione raggiunta attraverso la violenza.
«qui siamo nel West, dove quando la leggenda incontra la realtà, vince la leggenda.»
Cira Pinto