Il cambiamento del reverendo del rock: nell’ultima fatica, The Pale Emperor, finalmente è non solo personaggio ma anche musicista.
Ma Marilyn Manson ci è o ci fa? Anche se alla fine dovrebbe importarci meno questo che la qualità dei brani e degli album, no?! No. Manson è stato uno dei primi (e forse per ora l’unico) a fare i soldi solo con una maschera, un po’ di trucco e qualche frase indemoniata. Ha preso per i fondelli un paio di generazioni di giovani e ha sconvolto un paio di generazioni di vecchi, bigotti genitori americani. Ma per tutti arriva la maturità dello spirito e della carta d’identità ed è arrivata, puntuale, anche per il Reverendo: The Pale Emperor.
Il nono album del reverendo è Musica. Certo, il personaggio Heavy-Shock resta eccome, ma ascoltando The Pale Emperor hai tutta una serie di sensazioni tanto negative che te lo fanno amare. Mi spiego: l’album parte subito forte con Killing Strangers, un blues decadente che ritornerà spesso in quest’album. Deep Six è il rock-shock di cui parlavamo prima: oscurità, devianza, urla improvvise. Third Day Of A Seven Day Binge e Mephistopheles Of Los Angeles sono i brani della svolta sia di questo lavoro che della carriera del Reverendo. C’è tutto in questi due pezzi: shock, blues, rock, heavy. Il tutto è assemblato con cura e la voce di Manson rende perfettamente l’idea. L’album si conclude con i 6.23 minuti migliori della ingloriosa carriera del fintissimo satanista: Odds of Even. Voci vibrate fino allo stremo, scatti improvvisi, atmosfere dark, il tutto mischiato al rock-blues. La parola giusta per descrivere The Pale Emperor è decadente. Tanto è oscuro e dark che poi lo ami, perché ti fa sentire qualcosa, perché delle emozioni te le dona.
Da businessman a musicista decadente
A Manson, giusto un po’, l’abbiamo sputtanato. Ma perché? Chi è in realtà il Reverendo Marilyn Manson? Prima di tutto aveva un nonno zoofilo e sadomasochista, una madre fanatica, e frequentava una scuola dove erano proibiti i dolci, la pornografia e la musica rock. Il piccolo Brian Hugh Warner – così si chiamava prima di diventare Marilyn Manson – non si perse d’animo e cominciò a spacciarle, queste cose. Da piccolo spacciatore del porno in un piccolissimo paese dell’Ohio, a grande rockstar. Sì, perchè non ci mise tanto il piccolo Brian a farsi conoscere. Poco dopo la fine della scuola fondò un gruppo rock e fu notato da Trent Reznor, che pian piano lo avrebbe portato al successo. E il successo di Manson ha il nome di Smells Like Children prima, e di Antichrist Superstar poi.
Il primo contiene la famosissima versione dark di Sweet Dreams e il secondo il successone di Manson: The Beautiful People. Sono per tutti album mediocri dal punto di vista musicale; e allora perché per questo strambo personaggio arriva la fama mondiale? Allora: si trucca in modo spaventoso, un ragazzino si suicida ascoltando una sua canzone e una sorta di santone della chiesa satanica lo nomina reverendo al servizio del Maligno. E Manson diventa rockstar senza praticamente fare musica. Ma le crisi arrivano per tutti, e il neo-reverendo litiga con il suo mentore Trent Reznor, che lo manda a quel paese. Tutto quel trucco si scioglie sul viso, e Marilyn Manson torna pian piano a essere il piccolo Brian. Ma se uno la musica la sa fare, la sa fare. L’incontro con Tyler Bates, compositore per il telefilm dove Manson vanta un cameo, Californication, lo cambia ancora di più. Ed ecco il risultato: The Pale Emperor.
Siamo tornati all’inizio del nostro percorso alla scoperta di uno dei personaggi più controversi della storia del rock. The Pale Emperor è un lavoro cazzutissimo e speriamo che il Reverendo continui a produrre musica del genere.
Raffaele Cars