Charles Darwin è il padre della zoologia e della botanica moderna. Infatti, grazie al viaggio che l’ha portato in giro per i continenti, ci è stato possibile scoprire l’origine della moltitudine di specie, i loro continui mutamenti e catalogare i vari processi che hanno portato alla formazione di esse.
Ma chi è in realtà Darwin? Darwin è un fortunato, un ragazzo di appena 22 anni che, per un caso fortuito , si trova a salpare sulla nave Beagle per una spedizione intorno al mondo, dal momento che il precendente naturalista coinvolto nella spedizione , l’entomologo Leonard Jenyns, rinunciò all’ultimo momento a partire. Ecco che il capitano della nave Robert Fitzroy, conoscendo l’amplia preparazione del giovane Charles e la sua compostezza di modi, lo scelse per averlo al suo fianco durante la navigazione. Le finalità del viaggio però erano ben lontane da quelle che si sono rivelate poichè se da un lato vi era l’interesse scientifico per riorganizzare la geografia marittima, dall’altro vi era un interesse religioso da parte degli organizzatori della spedizione per trovare le prove fisiche e geografiche degli avvenimenti della Bibbia.
Il giovane naturalista era all’oscuro di tutto ciò. Vedremo infatti che questo viaggio , che potremo definire una passeggiata nell’evoluzione, non fece altro che permettere a Darwin di elaborare le sue teorie e di essere definito pertanto dai contemporanei e dalla critica nei secoli successivi, il padre dell’evoluzionismo.
La tesi
Le prime tappe del viaggio toccarono le coste dell’ America meridionale e delle sue isole. Charles, analizzando le specie viventi sulle isole e sul continente e confrontandole coi fossili rinvenuti , notò che vi erano delle somiglianze fra esse ma anche modificazioni fisiche diverse in base alle zone in cui si trovavano. La Beagle nel frattempo continuava la sua rotta ma giunta sulle le coste delle isole Galapagos il genio darwiniano si manifestò.
Le isole dell’arcipelago, seppur distanti pochi chilometri l’un l’altra, presentavano una fauna totalmente diversa e con caratteristiche specifiche. Analizzandone i caratteri, Darwin ipotizzò la sua teoria: gli animali di quelle isole, dai famosi fringuelli di Darwin alle testuggini secolari, si sarebbero originati tutti da singole specie presenti sul continente che, una volta spostatesi casualmente o migrate in quelle isole, hanno cambiato i loro caratteri fisici in base alla tipologia di alimenti e ambiente in cui si trovavano.
L’evoluzionismo e le sue implicazioni
Darwin dunque teorizzò la “selezione naturale” per cui solo i caratteri fisici più adatti all’ambiente si sarebbero affermati e avrebbero permesso ad una data specie di vincere la sfida per la sopravvivenza , trasmettendo le proprie caratteristiche alla prole. Una esempio lampante sono i sopra citati fringuelli. Alcuni di essi presentano becchi robusti atti alla frantumazione di semi più duri, altri becchi affusolati per carpire piccole larve e insetti fra il fogliame. Quelli poi rimasti privi di risorse alimentari per la competizione con le altre specie, hanno adattato i loro becchi a piccoli uncini per nutrirsi della pelle e del sangue di altri animali. Ulteriore esempio lo troviamo nelle testuggini, dal momento che alcune hanno sviluppato colli corti per brucare le rade erbe delle Galapagos mentre altre sono dotate di lunghi colli che permettono di strappare fogliame dagli arbusti. Gli adattamenti delle singole specie quindi erano finalizzate ad evitare di competere fra loro per le stesse risorse.
Ecco che in seguito alle sue scoperte, nel 1859, fu pubblicato il suo libro “L’origine della specie” in cui venivano trattate tutte le sue teorie. Il libro, per quanto accolto a gran voce da tutti, suscitò molte polemiche in quanto trattava anche di una discendenza dell’uomo da un antenato comune con i primati. Ciò indignò gli esponenti della religione che credevano (e ancora credono ) nel creazionismo. Il dibattito evoluzionismo-creazionismo generato dalle teorie darwiniane è tuttora argomento di polemica ma , concedetemi una considerazione personale, le teorie evoluzionistiche non sono state fondamentali in quanto tali ma perchè sono simbolo di una nuova mentalità dell’uomo di scienza, individuo che non si ferma alle sue conoscenze ma che vuole appunto evolvere il suo sapere.
Stefano Capodanno