Jupiter – Il destino dell’universo
Dopo creato un nuovo standard nelle fiction di intrattenimento con Matrix (1999) e a due anni di distanza dal capolavoro filosofico-esistenziale Cloud Atlas – il tutto passando per un’indimenticabile sceneggatura di V per Vendetta – Lana e Andy Wachowski tornano al cinema a febbraio 2015 con Jupiter – Il destino dell’Universo.
La richiesta per la sceneggiatura era semplice: “Ci serve una storia originale“. Niente sequel nè rimake, solo un universo da costruire da zero. Ed è esattamente questo che hanno fatto i due fratelli: l’ambientazione interstellare del film è completamente lontana da qualsiasi graphic novel, la saga fantascientifica appare come un gioco di fantasia e richiami del passato, restituendo al cinema per ragazzi quell’universo (nel vero senso della parola) che gli appartiene, non più ‘cinema per giovani adulti’, ma un divertissmant ben fatto che lo rende piacevole a qualsiasi età.
L’intreccio è molto più semplice dei film a cui i due ci hanno abituati: una giovane ragazza di umili origini, Jupiter (interpretata da una sensualissima Mila Kunis), non sa di essere in pericolo, in quanto tassello mancante all’interno di una disputa familiare per la spartizione di un immenso regno che si espande nell’universo. E a salvarle la vita è un alieno bello, palestrato e tatuato, mezzo cane e mezzo Channing Tatum, che la guiderà all’interno del suo viaggio intergalattico.
E allora è proprio in quell’universo fantastico e fantascientifico degli anni ’80 da cui ha attinto il genio dei fratelli Wachowski: dietro la tecnologia, i laser e le navicelle spaziali si nasconde una magia mai esplicita, che funge da anima fantasy del film, un po’ come accadeva nell’indimenticabile cult di Tron; ci sono le stesse potentissime casate nobiliari stellari di Dune, e il destino dell’universo è nelle mani di un prescelto come in Giochi Stellari – questa volta si tratta anche di una donna, il che rende tutto più romanzesco; abbiamo gli stessi skateboard volanti di Ritorno al Futuro, il tutto contornato da alieni dalle orecchie a punta e navicelle spaziali, che non fanno altro che riportarci alla mente il meraviglioso universo di Star Wars. Un’opera citazionistica in cui è facile e piacevole immaginare le storie d’amore incredibili che, per quanto banali non sono mai scontate, e avventure mozzafiato adatte al cinema per ragazzi spensierato ma con punte drammatiche.
Non manca un umorismo inglese mai invadente nè demenziale, e il risultato e un film appassionante in cui si trova spazio per delle sane risate. Niente a che vedere con i precedenti dei due registi: se ci si aspetta un viaggio introspettivo come quello di Cloud Atlas o Matrix allora si è abbondantemente fuori strada. Jupiter è un semplice prodotto di (sano) intrattenimento per ragazzi, un film ben fatto che non chiede nulla a se stesso se non il gradevole spettacolo per un pubblico di giovani ormai disabituati a fantasticare tra universi sconosciuti.
Camilla Ruffo