Il cancro è una delle patologie più gravi del XXI secolo; ogni anno milioni di persone se ne ammalano e altrettanto numerose sono quelle che muoiono. Diversi e svariati sono gli studi che ricercano cure sempre più efficaci e meno invasive. In questi giorni su “Cell”, una delle riviste scientifiche più autorevoli, è stato pubblicato un importante studio condotto dall’ Istituto di Ricerca Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano.
Uno studio tutto italiano
I ricercatori dell’Istituto Humanitas hanno scoperto che un particolare gene, Ptx3, è capace di agire sulla crescita tumorale inattivandola. Lo studio è stato condotto e coordinato dal prof. Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas, e finanziato dall’ Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC).
In un’intervista in prof. Mantovani ha descritto lo studio effettuato e le caratteristiche delle cellule tumorali: egli ha paragonato la cellula neoplastica ad “un’ automobile”, infatti proprio come una vettura, la cellula è caratterizzata da geni “acceleratori” e geni che fungono da “freni”. L’equilibrio tra queste due categorie di geni porta alla normale omeostasi cellulare, ma non appena questo bilanciamento viene a mancare si verifica la crescita tumorale e la cellula non riesce a funzionare come dovrebbe. Queste due categorie di geni sono gli oncogeni (acceleratori) e gli oncosoppressori (freni). Il prof. Mantovani ha spiegato che quando gli oncogeni sono attivi e gli oncosoppressori sono inattivi la cellula si duplica in maniera incontrollata, determinandone la crescita neoplastica.
Un’altra caratteristica della cellula tumorale è che si trova in una particolare nicchia, ovvero un microambiente infiammatorio nel quale e grazie al quale essa cresce e prolifera. Lo studio condotto dal team del prof. Mantovani ha dimostrato che Ptx3 si comporta come un oncosoppressore: esso agisce come freno per la crescita tumorale perché controlla la risposta infiammatoria. In questo studio è stato anche dimostrato che in alcuni tumori (come quello del colon, della pelle e nei sarcomi) Ptx3 viene spento e ciò determina la cascata dei mediatori dell’infiammazione; in seguito vengono reclutati i macrofagi (cellule con la funzione di fagocitare nel citoplasma agenti estranei, tra cui microrganismi, e di distruggerli grazie agli enzimi lisosomiali) che ne promuovono la crescita e l’instabilità genetica.
Gli studi condotti su PTX3
PTX3 (Pentrassina-3) è un proteina scoperta vent’anni fa dallo stesso prof. Mantovani: essa è un componente dell’immunità innata e gioca un ruolo non ridondante nella resistenza ai microbi e nella regolazione dell’infiammazione. PTX3 attiva e regola la cascata del complemento interagendo con C1q e con il fattore H.
Una sua mancanza comporta un aumento del processo di cancerogenesi mesenchimale ed epiteliale. Topi che sono mutanti per entrambi gli alleli del gene che codifica per la pentrassina-3, Ptx3 (-/-), presentano una maggiore infiltrazione dei macrofagi, produzione di citochine (mediatori chimici dell’infiammazione) e angiogenesi (processo che implica la produzione di nuovi vasi sanguigni per gemmazione dai capillari di vasi preesistenti). Diverse prove ed esperimenti di blocco farmacologico indicano che una deficienza di PTX3 è presente nell’amplificazione dell’attivazione del complemento, nella produzione della chemochina CCL2 e nel reclutamento dei macrofagi. Inoltre l’espressione del gene che codifica per la Pentrassina-3 è dovuta alla metilazione di una regione del promotore e del putativo enhancer. Di conseguenza PTX3 agisce come oncosoppressore estrinseco sia nel topo che nell’uomo tramite la regolazione dell’infiammazione complemento dipendente.
Le importanti scoperte compiute dal prof. Mantovani non sono finite qui: infatti questa molecola potrebbe essere testata come farmaco per impedire le infezioni da Aspergillus in pazienti affetti dal cancro che presentano un sistema immunitario fortemente compromesso.
Grazie a questa brillante scoperta, la molecola PTX3 potrebbe essere utilizzata come cura per i pazienti di cancro: si tratta di uno spiraglio di luce per tutti coloro che ne sono affetti e di un’ulteriore speranza per poter vincere la battaglia contro il cancro.
Roberta Miele
Bibliografia
Pontieri G.M, Russo M.A, Frati L – Patologia Generale IV edizione – Piccin
Robbins e Contran – Le basi patologiche delle Malattie – Elvesier 2010
Bonavita E., Gentile S., Mantovani A. et al – Ptx3 is an Extrinsic Oncosuppressor Regulating Complement-Dependent Inflammation in Cancer. Cell 12 Feb 2015; 160(4): 700-14
Webgrafia
http://www.lastampa.it/2015/02/13/scienza/benessere/ricercatori-italiani-scoprono-un-gene-che-spegne-il-cancro-cjQGEREudu5zbGbPdyom6K/pagina.html