Stasera si parte con il grande carrozzone di Sanremo . Giunto al suo sessantacinquesimo compleanno, nelle ultime settimane lo storico Festival ci è stato raccontato da grande madre RAI in tutte le salse, se è vero, come abbiamo potuto tutti notare, che alle diatribe di circostanza e alle prevenute chiacchiere sono stati dedicati interi palinsesti domenicali.
Sorprende però che ci siano riusciti persino quest’anno, considerata la decisa scarsità di attizzatoî polemici: un Festival di Sanremo così sereno, come ha voluto definirlo lo stesso Carlo Conti che quest’anno arbitrerà la kermesse musicale nostrana, non lo si vedeva fin da quello del 2012, infuocato della verve grillina di un anticlericale Adriano Celentano. Neppure l’anno dopo le cose sarebbero state molto diverse: chi di noi, amanti della buona satira, ha dimenticato l’ossessione per la parcondicio che, alle porte delle elezioni politiche 2013, aleggiando sull’Ariston avrebbe costretto il povero Maurizio Crozza a qualche momento di serio imbarazzo?
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Né si può dimenticare il maldestro tentativo di suicidio che aveva inaugurato Sanremo 2014. Quest’anno il clima preannunciato lascia intendere che cose del genere non troveranno terreno fertile. Vero è che questi eventi, tutti in qualche modo figli dello sciame di malessere per la crisi e l’antipolitica tout court, sembrano di altri tempi ora che ci si racconta che questa crisi sta finendo e che il telaio politico renziano ha cucito una stabilità istituzionale con pochi precedenti. Direte voi: il festival non è ancora iniziato! e allora stiamo un po’ a vedere se ci riserverà sorprese agrodolci.
Quel che è evidente, detto con franchezza, è l’imbarazzo con cui la nostra finestra su Sanremo 2015 si sia dovuta aprire prima di tutto sulle siepi della politica e del gossip, prima ancora che sulla musica. Ce lo dicono tutti: Sanremo è lo specchio del paese. Altrettanto bizzarro, dall’altra parte, è che i media musicali dedichino davvero poco spazio a quello che ci propinano come Festival nazionale. Viene allora da chiedersi: di quale nazione?
Sanremo: Festival nazionale?
L’impressione condivisa è davvero quella di una vetrina – apparentemente – musicale pilotata su bombe incendiarie di scarsa pertinenza e che con la musica non hanno niente a che fare? È vero che la musica italiana non calca più il palco dell’Ariston, abituato ai soliti tic ora più che mai anacronistici? Nel nostro piccolo abbiamo tentato con un mini-sondaggio di dare un quadro dello stato dell’arte e del suo significato per il pubblico italiano.
Il parere del nostro piccolo campione, lungi dall’avere un’ineccepibile validità statistica, vorrà pur dire qualcosa, soprattutto considerato che i numeri paiono convalidare – pur con moderazione – le nostre ipotesi. Inaspettatamente – o forse no? –, mamma RAI non avrà troppo da temere per lo share: dei quasi cento intervistati il numero di coloro che a partire da stasera seguirà almeno metà dell’evento settimanale rasenta il 40%, senza significative distinzioni generazionali. Noi di LaC∞ltura, viste queste cifre, abbiamo pensato di stare con voi a seguirlo passo dopo passo, tramite le pagine social, commentando e giudicando grazie al contributo dei lettori!
Tornando al sondaggio, dall’altra parte tanti ascolti cozzano con una diffusa disinformazione sui contenuti musicali. Se ci è capitato di sentir fraintendere che le inventate veline Arisa ed Emma Marrone avrebbero in realtà partecipato alla gara come cantanti – il che la dice lunga sulla pertinenza che si attribuisce al loro nuovo ruolo –, effettivamente di coloro che staranno davanti alla TV solo uno stentato 30% è già a conoscenza dei nomi dei concorrenti.
Ancor più significativo è che, alla domanda su se l’intervistato pensasse di conoscere gli artisti in gara a prescindere da se effettivamente se ne fosse informato, un degno 40% ha confermato quest’ipotesi, dando l’idea di un Sanremo pieno di cantanti usurati e che non riescono più a sorprendere il proprio pubblico. Né la direzione artistica pare voler sconfessare questa infelice tendenza, considerato che fiore all’occhiello della prima serata saranno i “nuovi” congiunti Al Bano e Romina Power.
Per i nostri intervistati il Festival non sembra offrire nulla di nuovo al panorama artistico italiano e costituisce una vetrina di antiquariato: solo l’8% degli intervistati seguirà il Festival e dichiara di ascoltare gli artisti sanremesi aldilà dell’evento che si inaugura stasera.
Acquisisce, alla luce di questi dati, tutto un altro volto lo spot che pubblicizza Sanremo 2015: frotte improvvisate di italiani cantano il più antico – se non antiquato – repertorio melodico italiano, al motto di Tutti, ma proprio tutti, cantano Sanremo!
Ironico come proprio l’anacronismo venga così fatto diventare il manifesto di quello che si preannuncia un evento di cui, anno dopo anno, sentiamo sempre meno la pregnanza musicale e che non si sa se starà al passo con i gusti imperanti nel terzo millennio.
Antonio Somma