Come ormai di consueto ogni febbraio, da un paio di anni a questa parte, è ripartita la seconda parte di stagione di The Walking Dead. La serie, ispirata al fumetto omonimo di Robert Kirkman, ha ripreso il corso della quinta stagione dopo che ci aveva lasciati il 30 novembre scorso, con un finale non di certo stucchevole.
La morte di Beth nella 5×08 – attenzione agli spoiler, per chi voglia continuare a leggere quest’articolo- ha messo la ciliegina sulla torta a una serie che, partita inizialmente per essere uno dei migliori prodotti televisivi degli ultimi anni, ha via via finito per sminuirsi, diventando più volte ripetitiva agli occhi della critica.
Il fenomeno The Walking Dead, ormai, sembra aver scatenato un precedente, perché siamo di fronte al classico tipo di telefilm di cui tutti parlano male, ma che ha ancora un seguito straordinario. Il dato più importante, poi, è che l’Italia è uno dei paesi in cui lo show di Frank Darabont riscuote il maggior successo! Strano, perché le strutture narrative delle ultime due stagioni, fatta eccezione per almeno un paio di episodi (vedi 5×01), hanno lasciato parecchio a desiderare rispetto a quelle che potrebbero essere le potenzialità di una serie per cui, tra l’altro, ogni anno, si spendono cifre esorbitanti.
http://youtu.be/z6Ge6Op2mAk
D’altra parte, era inevitabile che non portasse con sé degli evidenti, e fisiologici, rallentamenti nella narrazione dei fatti: ne è un esempio l’intera quarta stagione, davanti alla quale abbiamo più chiuso che aperto gli occhi, mentre ci soffermavamo sulla versione molle di Rick Grimes e aspettavamo con ansia che quel gran personaggio che è il Governatore desse un senso – cosa che ha fatto – alle nostre serate. The Walking Dead nasce proprio per differenziarsi dai soliti lavori splatter sugli zombie; il suo intento è tessere la trama su un argomento viscoso e difficile, una scia di pensiero che comunque ha offuscato tutta la serie dalla prima puntata ad oggi: cosa significa davvero vivere, e ne vale la pena?
Insomma, non domande da due soldi. Roba che farebbe rivoltare nelle tombe i più grandi pensatori, e che non possiamo fare a meno di prendere a cuore. Temi su cui la serie ha insistito spesso, quasi ai livelli dell’insopportabile in alcune puntate, che ha monograficamente dedicato a un personaggio in particolare piuttosto che a un altro. E alla sua visione del mondo, della realtà.
Noia The Walking Dead? Guarda la 5×09!
Oppure scocciante, ripetitivo? Non proprio, o meglio non sempre, perchè la 5×09 ci dimostra che alcune potenzialità della serie possono venire fuori in men che non si dica, a patto che entrino in sinergia con il resto del carro (scenografia, attori, regia). L’epopea della morte di Tyreese, in questo senso, è stata forse la meglio riuscita nell’intera serie dopo quella della piccola Sofia.
What Happened and What’s Going On è pane per i nostri denti, perché offre finalmente la decente contestualizzazione di una delle morti più sofferte tra quelle – e ne sono tante – a cui finora abbiamo assistito. La puntata si apre subito con un funerale celebrato da padre Gabriel, che sulle prime ci sembra la logica continuazione dello strazio che ha colpito Rick e compagni per la morte di Beth, ma che ben presto scopriamo per quello che davvero è.
L’atmosfera creata intorno alla figura di Tyreese è senz’altro quella che, come ormai per The Walking Dead è consono, precede ogni morte, come se quanto più l’attenzione si concentri su di un personaggio, tanto più qualcosa stia per andare storto. Detto, fatto. Perché il “gigante buono” ci lascia le penne con un kid-zombie, nient’altro che uno dei due fratelli minori – o quello che ne resta – di Noah (l’ex compagno di Beth, che Tyreese ben si era occupato di tirar su di morale per la fine orrenda che ha fatto il suo villaggio). Insomma, non proprio il massimo.
Caccia, o sarai cacciato…
È la dura verità, parafrasando Gareth, di un mondo in cui davvero ogni speranza va perduta, in cui la morte viene a far parte, paradossalmente, della vita di tutti i giorni; un mondo in cui scegliere di vivere richiede più coraggio di quanto non sia necessario per farla finita. Ed ecco le visioni, le sensazioni di quell’attimo in bilico fra il continuo aggrapparsi alla realtà e lo sprofondare oltre essa; un lungo travaglio che Tyreese condivide con le immagini di chi la cui morte lo ha segnato profondamente, a partire da Martin, Lizzie e Mika, per poi finire con Bob, il Governatore (!) e naturalmente Beth.
Infine, possiamo senz’altro dire che The Walking Dead ha ripreso più o meno lo stesso andazzo che aveva avuto fino a novembre, con gli stessi punti di forza che, così come da un lato sarebbero capaci di innalzare il livello dell’intera sere, dall’altro possono sortire l’effetto contrario. Nella 5×09 sono riusciti nel primo intento, e chissà che non ne risenta tutta la seconda metà della quinta stagione. Ce lo auguriamo.
Fonte immagine in evidenza: seriangolo.it
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Nicola Puca