I prezzi del cacao aumentano a vista d’occhio e anche il cioccolato potrebbe diventare un alimento costoso.
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L’Ebola minnaccia il cacao
Il virus mortale Ebola sta terrorizzando l’intera umanità colpendo, senza alcuna pietà, migliaia di persone fino ad arrecare loro la morte. Ma il decesso di circa 3.000 infetti (cifra stimata dall’Oms) non è l’unica conseguenza; seppur la più grave ed immediata, il virus Ebola colpisce la società mondiale anche attraverso vie secondarie. Questo demone dei nostri tempi, infatti, rischia di far precipitare il mercato del cioccolato.
Si teme per la Costa d’Avorio, maggiore produttrice di cacao
La preoccupazione degli investitori riguarda la diffusione del virus mediante la circolazione di persone tra gli stati centro-occidentali dell’Africa (zona di coltivazione del cacao). Secondo Laurent Pipitone, direttore Affari Economici nell’Organizzazione Internazionale del Cacao, “Le autorità dovrebbero controllare i movimenti dei coltivatori, che si spostano da un Paese all’altro quando c’è la stagione del raccolto che va da ottobre a marzo“.
La principale preoccupazione interessa la Costa d’Avorio, la quale detiene il 40% delle forniture, classificandosi così come maggiore produttore globale di cacao. Le industrie di cioccolato, dalla Nestlé alla Cadbury, temono che l’Ebola possa diffondersi dalla Costa d’Avorio in Ghana, la quale fornisce invece il 20% del mercato globale. Costa d’Avorio e Ghana producono rispettivamente 1,6 e 0,9 milioni di tonnellate di cacao all’anno mentre Guinea, Liberia e Sierra Leone producono 21.000 tonnellate; questi ultimi tre Paesi hanno innalzato le difese regolando il flusso di braccianti da uno Stato all’altro ma ovviamente le preoccupazioni prevalenti sono rivolte ai maggiori produttori, motivo per cui i prezzi sono aumentati notevolmente.
Il prezzo del cacao in continuo aumento
Secondo il mercato delle commodity è stato quantificato un aumento del 10% dei prezzi del cacao raggiungendo la cifra di 2.166 sterline a tonnellata, un prezzo decisamente più elevato rispetto al 2011. Il parere di Edward George, responsabile della ricerca a Ecobank è che “Con il virus Costa d’Avorio i prezzi potrebbero raddoppiare” (dal Financial Times).
E anche sul Wall Street Journal è stato annunciato che il prezzo del cioccolato non smetterà mai di aumentare nei prossimi anni. Una crisi come questa non si vedeva dal 1978, anno in cui le coltivazioni in Costa Rica furono colpite dai parassiti azzerandone la produzione. Per quella crisi il cacao aveva superato i 17.000 dollari a tonnellata, motivo per cui, secondo ICCO, ci attendiamo di veder innalzare il prezzo a quei livelli per il prossimo decennio.
La produzione di cacao non ne soddisfa la richiesta
Contribuisce alla crisi del cacao, insieme all’attacco del virus Ebola, lo smisurato consumo di cacao a causa del quale la richiesta sta superando di gran lunga la produzione. L’anno scorso, d’altronde, si sono consumate 4 milioni di tonnellate di cacao, ovvero il 32% in più rispetto a dieci anni fa.
Secondo l’International Cocoa Organization, nel 2010 in Cina sono stati consumati 40.000 tonnellate di cioccolato. Bloomberg per quest’anno ha previsto che la Cina riuscirà quasi a raddoppiare i consumi arrivando a 70.000 tonnellate e fino al 2018 probabilmente ci sarà un aumento della domanda del 5% all’anno.
Il consumo di cioccolato sta crescendo anche nei mercati dell’Europa, Stati Uniti, Brasile, Giappone e Australia. L’Unione Europea è attualmente consumatrice del 37% di cacao, il Nord America del 24%, altri Paesi europei dell’11%, Asia e Oceania del 15%, America Latina del 9% e Africa del 3%.
Provvedimenti ed iniziative da parte del WCF
La produzione di cacao è costantemente minacciata da parassiti, malattie delle piante e cambiamento climatico, incidendo negativamente sul 30-40% del raccolto. Sono iniziati così i primi provvedimenti per far pesar meno questa crisi.
La World Cocoa Foundation per esempio, ha iniziato un’attività di controllo dei parassiti e delle malattie nei Paesi dell’Africa Occidentale, stimando un raddoppiamento della produzione e l’aumento del 150-200% del fatturato degli agricoltori entro il 2016. Un’altra iniziativa della WCF è l’American Cacao Breeder, un team incaricato di sfruttare la ricchezza genetica delle piante di cacao americane per creare varietà in grado di resistere meglio ai cambiamenti climatici e agli attacchi dei parassiti.
La produzione di cacao è piuttosto complicata e non molto redditizia, motivo per cui diversi agricoltori stanno passando gradualmente a colture economicamente più vantaggiose, come l’olio di palma. I produttori di tavolette di cioccolato hanno iniziato a tagliare sulla quantità di cacao utilizzata poiché esso rappresenta circa il 10% del prezzo di una barretta, aumentando invece altri ingredienti come vaniglia, grassi vegetali e aromi artificiali. Insomma avremo la stessa quantità di cioccolato ma ad una qualità certamente minore.
Nunzia Langella