In Italia la corruzione ci porta ad essere ultimi tra i paesi d’Europa. Ma dove trova origine questo malcostume? È presente in realtà in quasi tutti i paesi del mondo e dovunque circoli denaro, e diventa più grave quando colpisce il mondo politico e i soldi pubblici che dovrebbero essere intoccabili.
Che “non rubare” sia o meno, come nella conosciuta frase di Benigni, un comandamento scritto ad personam per noi italiani è vero. Malgrado ciò la parola “corruzione” è stata, forse grazie all’ultimo scandalo di Mafia Capitale, del Mose e degli appalti dell’Expo, la più discussa e cliccata del web.
Ma che cos’è la corruzione? In diritto è la condotta propria del pubblico ufficiale che riceve denaro ed altre utilità che non gli sono dovute, creando spesso un danno economico. La tangente, termine che indica i soldi che il pubblico ufficiale riceve da terze persone, consente a quest’ultime di avere in modo assolutamente illecito privilegi di vario genere come un appalto, truccandone la gara e favori vari dalla politica.
Secondo la Corruption Perception Index 2014 della Transparency International, che classifica i paesi per trasparenza, l’Italia risulta 69esima. Nel mezzo della classifica il nostro paese si vede lontana da chi occupa i primi posti come Danimarca e Nuova Zelanda, ed è soprattutto ultima tra i paesi Europei e del G7.
Ma c’è una spiegazione del perché l’Italia vive questo problema più di altri paesi Europei? Ebbene si! E la possiamo trovare nelle vicende storiche vissute dal nostro paese e che hanno creato un problema etico-politico, emerso subito dopo l’Unità d’Italia, ma che trova origine molto più in là nel tempo, a partire dal Medioevo.
Corruzione: storia di un fenomeno
Dopo la caduta dell’Impero Romano la penisola fu occupata da popoli barbarici subendo un declino politico, artistico, morale ed economico.
Divisa in tante realtà diverse, l’Italia vide la sua frantumazione più grande dopo la parentesi del Sacro Romano Impero di Carlo Magno, quando si crearono tanti piccoli “staterelli” diversi per grandezza e struttura governativa interna.
I Comuni erano vere proprie città-stato controllate principalmente da governi oligarchici; gli Stati Regionali, più noti con il nome di Signorie, avevano a capo un “Signore” principalmente di origine nobiliare; e a Sud c’erano i Regni, controllati da famiglie straniere come gli Angioini e gli Aragonesi. In questo contesto frammentario, forti erano anche i contrasti di potere sia fuori che dentro i loro confini.
All’ interno nei Comuni, come in quello di Firenze, c’erano conflitti tra poteri oligarchici, un’antica forma di lotta sociale tra i ceti più influenti della città; mentre fuori impazzavano guerre e scontri per l’estensione territoriale. I conflitti si creavano continuamente tra Comuni e Comuni, Signorie e Comuni, Signorie e Signorie, una lotta che molti storici definirono “una guerra di tutti contro tutti” e che rendeva pericoloso e difficile prendere parte alla vita politica.
In questa realtà conflittuale risultava più conveniente per ogni uomo difendere e proteggere i propri interessi, partendo dalla famiglia sino ai beni personali, piuttosto che a quelli dello stato. Questo fenomeno sociale prenderà il nome di particolarismo degli interessi, e tra il Quattrocento e il Cinquecento alcuni tra i più importanti tra gli intellettuali avevano evidenziato questa attitudine italiana nel difendere il “proprio”.
Uno fra tutti è stato Guicciardini, che parlava della difesa del proprio “particulare” da parte dei sui compatrioti, oppure Leon Battista Alberti, che aveva creato una teoria su come gestire un’attività economica familiare, la masserizia, lontano da una politica e da una società ostile e pericolosa.
Una volta terminata questa fase di instabilità e giunta l’epoca delle dominazioni straniere, la mentalità italiana, compromessa dal suo passato, si è adagiata a questo “quieto vivere” atto a difendere gli affari propri, che solo una ristretta élite di intellettuali, di onesti e di romantici ha messo da parte per il bene comune. La corruzione è l’espressione grave di un egoismo a vantaggio dell’interesse personale a discapito del bene pubblico,e che solo con un lento percorso di ricostruzione morale potrà essere realmente contenuta.
Claudia Cepollaro
Fonti:
http://www.transparency.org/cpi2014/results
F.Barbagallo, La questione Italiana. Il Nord e il Sud dal 1860 ad oggi. Laterza Editore.
J.Burckhardt, La Civiltà del Rinascimento in Italia. Sansoni
F.Chabod, Scritti sul Rinascimento. Einaudi