Bloccare un istante della nostra vita con una foto è una cosa che in molti saprebbero fare, catturare la gestualità, le linee di un volto o i più piccoli dettagli fisiognomici con una matita è cosa da pochi, pochi come DiegoKoi.
Diego Fazio meglio conosciuto come DiegoKoi è un giovanissimo artista iperrealista calabro, originario di Lamezia Terme, che ormai è diventato uno dei più importanti protagonisti della scena artistica mondiale contemporanea.
La sua capacità artistica dovrebbe forse essere meglio definita come un dono, un dono che scopre soltanto percaso il giovane calabro. Appassionato di disegno in genere, con il passare del tempo, in maniera autodittata, DiegoKoi comincia ad affinare la sua tecnica sfruttando le sue capacità e traendone una attività lavorativa. Questa fase di sperimentalismo dura ben poco, giusto il tempo di definire meglio la sua arte basata principalmente sull’utilizzo di pochi strumenti: matite di varie tonalità scure, dal nero al grigio chiaro, una tela ed un’istantanea da riproporre nel modo più realistico possibile.
Propiro la fotografia è il catalizzatore della pittura iperrealista, la sfida del pittore iperrealista è di riuscire ad andare oltre quel fermo immagine cercando di restituire un sentimentalismo ed un’emozione che la semplice cellulosa non riesce a trasmettere. Il percorso creativo di DiegoKoi segue una parabola ascendente che lo vede abbandonare la sua prima attività di disegnatore di tatuaggi, per passare poi alla realizzazione di figuree corporali, fino a raggiungere l’apice della sua elaborazione con la realizzazione di capolavori oggi in mostra in tutto il mondo.
Un attento studio tonale si pone alla base di ciascuna opera, le quali realizzate mediante il districarsi di molteplici giochi chiaroscurali, inducono l’osservatore ad interrogarsi su quali siano le impercettibili differenze che possano far distinguere il quadro dalla fotografia. I primi soggetti ad essere rappresentati sono stati per lo più volti o parti di questi, soprattutto figure femminili, avendo la volontà di trasmettere un messaggio o di creare un dialogo tra l’osservatore attento e l’inconscio della figura ritratta.
Con il passare del tempo queste immagini afone, se così possono definirsi, cominciano ad assumere una forza propria che le presenta come manifesti di un disagio sociale, vissuto non più solo da donne, ma da uomini o bambini ritratti con la volontà di denunciare un disgregamento comunitario. Come tutti i giovani artisti sconosciuti alla maggior parte del pubblico, DiegoKoi ha dovuto sbattare contro molte porte prima di riuscire ad esporre, inizialmente a livello locale per poi raggiungere i suoi primi traguardi.
Nel 2011 vince il premio miglior artista NonfermArti direttamente conferitogli dalla provincia di Cosenza, progressivamente cominciano a giungere i riconoscimenti più prestigiosi come il premio Cairo, ricevuto a Milano. Oggi giorno le opere del giovane ritrattisti hanno raggiunto i mercati artistici contemporanei e sono esposte nelle più importanti capitali del mondo.
Cosa è l’iperrealismo?
L’iperrealismo è una forma pittorica che si basa sulla capacità di riprodurre un soggetto od una scena ritratta da una fotografia, nella maniera più estremamente dettatagliata possibile. La parola Iperrealismo è stata coniata dal gallerista Isy Brachot nel 1973, Il movimento fotorealista nasce negli anni settanta, e si diffonde in Europa nel decennio successivo.
Uno dei primi e più sensazionale esmepi di arte iperrealista sono le opere di Duane Hanson, scultore americano che riuscì a realizzare delle opere così dettagliate da strabiliare chi ne avesse la possibiltà di vederle. Un altro importante rappresentante dela tradizione statunitense è John De Andrea, che diversamente da Hanson aveva una particolare preferenza per i nudi femminili, aventi lineamenti sinuosi così da poter generare una attrazione in colui che era l’osservatore.
L’Artista Iperrealista intende l’arte come la precisa rappresentazione della realtà, ma una realtà vista dai suoi occhi e priva di qualsiasi filtro. Il movimento dell’iperrealismo avrà purtroppo vita breve, all’incirca un ventennio, per poi vederlo lentamente rallentare verso la fine degli anni ottanta.
Vincenzo Morrone
fonti: diegokoi.it, huffingtonpost.it, repubblica.it, incredibilia.it, wikipedia