Digitalizzazione e cultura: un binomio vincente

Nel 2015 parlare di tecnologia e digitalizzazione della cultura può sembrare già obsoleto, nell’era in cui i nativi sono ormai più che digitali e in cui ogni nostro gesto è accompagnato dall’utilizzo di dispositivi elettronici. L’importanza del supporto digitale ormai già da qualche anno è stata ben recepita dai fruitori della cultura e della ricerca.

Ideatori e curatori delle mostre di arte hanno ormai ben presente la grande opportunità che offre l’utilizzo di dispositivi elettronici. “Una mostra impossibile”, tenutasi lo scorso anno presso il convento napoletano di San Domenico Maggiore, è stata un’occasione unica di poter osservare, in formato digitale, le opere di Michelangelo, Raffaello e Leonardo, i tre mostri sacri dell’arte moderna italiana, tutte insieme, per la prima volta nella storia. Un progetto quasi irrealizzabile se non con l’ausilio di software informatici ma che ha lasciato soddisfatti i numerosissimi visitatori, consapevoli di non vedere le opere dal vivo ma in riproduzioni a grandezza naturale molto fedeli e ben studiate.

Presso lo stesso convento, proprio in questi mesi, la mostra “Il bello o il vero”, che ha per oggetto la scultura napoletana contemporanea, ha adottato un sistema tutto computerizzato che coadiuva la visita attraverso la riproduzione su schermi touch delle opere che non sono presenti dal vivo e che integrano il percorso espositivo e anche un’app per telefoni (scaricabile proprio all’ingresso della mostra) che offre un servizio di guida, scritta e orale, per ogni singola opera. Un sistema molto efficace ma forse ancora da perfezionare nei singoli dettagli.

digitalizzazione
Logo del progetto europeana.eu

La digitalizzazione del patrimonio culturale però è soprattutto la possibilità di poter attingere allo straordinario apparato cartaceo che, trasposto in rete, può offrire la possibilità di studiare tali materiali in qualsiasi posto noi ci troviamo, senza bisogno di compiere dispendiosi viaggi in giro per il mondo e soprattutto che garantisce la salvaguardia del patrimonio stesso, perché non esposto alle intemperie che rischiano di danneggiare, spesso in modo permanente, i materiali stessi.

Ma a che punto siamo con la digitalizzazione del nostro patrimonio culturale, in particolare documentario e storico?
L’agenda europea ha posto come obiettivo la digitalizzazione di tutto il patrimonio dell’unione entro il 2016, un progetto che permetterebbe l’utilizzo, da parte di tutti gli abitanti, dei dati messi a disposizione in maniera informatizzata, in qualsiasi parte essi si trovino nel mondo. Il progetto, partito nel 2008, ha visto l’adesione di tutti gli stati membri e l’impegno è continuo. Il portale www.europeana.eu mette a disposizione i frutti di questo lavoro.

E a che punto è il nostro paese?

L’Italia, consapevole del grande patrimonio posseduto, ha pubblicato tra le altre cose un bando di concorso, svoltosi poi proprio nel mese di febbraio, che vede in tempi stretti l’assunzione dei 500 vincitori impiegati in un tirocinio retribuito per l’inventariazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale, presso i luoghi della cultura statali, con durata di un anno. Un lavoro ancora da iniziare, ma che arricchirà quello già svolto e vedrà l’impegno di tanti giovani tra i 18 e i 35 anni, laureati e pronti ad inserirsi nel mondo del lavoro.

Oggi supporti per lo studio del patrimonio digitalizzato sono numerosi, basti pensare al più semplice e conosciuto, Google books, che offre milioni di titoli di testi scannerizzati e facilmente consultabili. Numerosi siti mettono a disposizione un patrimonio inventariato, non ultimo quello dell’archivio della Biblioteca Apostolica Vaticana che proprio negli ultimi giorni ha annunciato il completamento e la possibilità di fruire di 4000 manoscritti antichi (https://www.vatlib.it/).

“Siamo entusiasti di ammirare questi antichi manoscritti in formato digitale ad alta risoluzione, oggi resi prontamente e ampliamente accessibili agli utenti di tutto il mondo”, ha commentato Toshio Iwamoto, Presidente e CEO di NTT DATA. “Continueremo a mettere a disposizione le nostre soluzioni IT per il progresso della ricerca in diverse discipline accademiche e soddisfare la curiosità delle persone per questi manoscritti unici”. (fonte: www.libreriamo.it)

Ma le fonti a cui attingere sono tantissime, come www.archive.org,  per citarne solo uno dei più importanti. Per avere informazioni più dettagliate basta andare al sito http://www.ilmondodegliarchivi.org/index.php.

Il lavoro è di dimensioni elefantiache ma l’obiettivo è davvero importante e rappresenta sicuramente uno dei risvolti futuri dello studio e dell’utilizzo dei beni culturali e storici di tutto il mondo.Insomma, gli amanti del cartaceo storceranno un po’ il naso ma sicuramente non si può negare l’indiscutibile importanza che la digitalizzazione ha per la diffusione della cultura, un diritto di tutti i cittadini del mondo e un dovere cui gli istituti culturali non possono sottrarsi.

Antonella Pisano