Il territorio italiano offre una spettacolare varietà di siti e reperti archeologici di sorprendente bellezza, molto più numerosi di quelli che solitamente si crede di conoscere: fra queste ci sono le antiche grotte di Catullo.
Cenni su Catullo
G. V. Catullo, un nome importante nella storia della letteratura romana, nasce a Verona, nell’84 a.C. Si suppone scelse come residenza familiare una villa nella località di Sirmione, sulla costa meridionale del Lago di Garda.
Pare che le prime testimonianze dell’esistenza di questa villa provenissero proprio da alcuni versi dello stesso Catullo, ma già nel XV e XVI sec. questo grande complesso fu identificato come villa privata della famiglia del poeta latino.
Ecco alcuni versi di Catullo dedicati a Sirmione:
Che allegria piena, distesa, Sirmione,
rivederti più bella di tutte le isole e penisole.
Vi è felicitá più grande che scordare gli affanni,
quando, stremati da viaggi in terra straniera,
la mente si libera del proprio peso e a casa
si torna per riposare nel letto sospirato?
Di tutte le fatiche questo è l’unico premio.
Sirmione, bellissima mia, rallegrati
e rallegratevi anche voi onde lidie del lago:
risuonino nella casa solo grida di gioia.
Il perché Catullo avesse scelto proprio questo luogo, sta forse nel fatto che Sirmione rappresentava all’epoca una zona di passaggio e di sosta sulla lunga strada che collegava Brescia a Verona, nonché naturalmente il fascino e il panorama che offre ancora oggi questa località.
I primissimi studi furono effettuati nel 1801 da un generale di Napoleone durante la campagna in Italia. Ulteriori indagini più approfondite sul sito archeologico furono poi svolte da Girolamo Orti Manara, uno studioso veronese, nato nel 1769, che lasciò utili opere scritte su tutti gli itinerari percorsi in Italia e nel nord Europa.
Negli anni 40 si diede il via agli scavi sotto precisa indicazione della Soprintendenza delle Belle Arti, em nei successivi anni ’50, sono iniziati i lavori di restauro in tutta la zona interessata.
Un elemento curioso in tal caso, è proprio il fatto che siano state chiamate ‘’Grotte di Catullo’’. Questa denominazione, proviene dal lontano Rinascimento, in cui veniva usato il termine ‘’caverne’’ o ‘’grotte’’ per indicare quei complessi o edifici ritrovati in strutture crollate, magari ricoperte di vegetazione o internate in una sorta di cavità naturali.
Solo recentemente, però, si è scoperto che al di sotto di questo complesso, in realtà, esistevano degli edifici preesistenti ancora di dubbia definizione, ma, probabilmente, sempre strutture finalizzate alla costruzione della villa o di precedenti residenze.
Come si presenta il complesso archeologico delle Grotte di Catullo
Attualmente i resti di questa meravigliosa villa romana si presentano su tre livelli diversi, data la predisposizione rocciosa del suolo. In effetti quel che ci resta di tutto il complesso, manca della zona adibita alla vera e propria funzione abitativa. Sulla parte più rocciosa della zona vennero costruiti i locali di servizio della villa, e le basi rocciose per le fondamenta degli edifici furono tagliate affinché risultassero più pianeggianti.
La villa si estende per circa due ettari, su pianta rettangolare, e purtroppo gran parte del complesso è crollato già dal III sec d.C.
L’ingresso principale introduceva direttamente a quello che attualmente rappresenta il terzo livello, mentre gli altri due ingressi servivano per il primo e il secondo livello.
Immersi in questi resti, ammiriamo un grande prato verde. Questi, in origine, rappresentava il giardino, intorno al quale sorgeva tutto il piano riservato all’abitazione, che, purtroppo come già detto, risulta estremamente danneggiato. Sirmione gode di un panorama unico e questo aspetto fu utilizzato al meglio attraverso dei lunghi corridoi costruiti per passeggiare e godersi il paesaggio nelle ore di svago.
Le Grotte di Catullo sono situate proprio all’estremità della penisola di Sirmione, vicinissime al castello Scaligero, per cui si rivela ancora più interessante il fatto che siano raggiungibili soltanto a piedi, tanto da simulare un percorso che ci fa viaggiare con la mente, e con un po’di fantasia, ci fa ritrovare in epoca romana.
Martina Napolitano
Fonti: www.sirmioneonline.net ; Enciclopedia Treccani; www.tuttogarda.it; www.teatriemusei.com