Per poco non nasceva a Liverpool, Miles Kane. Classe 1986, è originario di Birkenhead, sulla riva opposta del fiume Mersey che bagna entrambe le città. Di certo le acque che lo separavano dalla vicina patria dei Beatles non gli hanno impedito di subirne le onde benefiche, in cui peraltro è cresciuto, oltre ad esserne stato chiaramente ispirato nella scelta del taglio di capelli.
Fonda giovanissimo i Little Flames, con cui realizza tre album. Il suono della band è molto energico e sporco, tipicamente anni ’90. Quando la cantante e il chitarrista lasciano il gruppo a causa di divergenze artistiche, però, i componenti restanti cambiano il proprio nome in Rascals.
La collaborazione musicale: i Last Shadow Puppets
È con i Rascals che Miles Kane entra in contatto con gli Arctic Monkeys e il futuro amico Alex Turner: la band, infatti, supporterà spesso il gruppo di Sheffield. Nel frattempo, pubblica nel 2008 un album, Rascalize, che rientra perfettamente nello stile e nel suono degli Arctic Monkeys, allo stesso tempo rielaborando il vecchio stile britannico pop, che tanto sarà presente anche nei lavori individuali di Kane; si tratta di una musica scura e dura, che reinventa Gainsbourg e Walker.
Kane continuerà a fare da supporto agli Arctic Monkeys anche da solista: è lui che suona la chitarra nel brano 505 di Favourite worst nightmare e sarà lui ad accompagnare la band in un tour britannico. L’amicizia e l’intesa musicale con Alex Turner, basata sul comune apprezzamento per Scott Walker e David Bowie, nel frattempo si rafforza.
Nel 2007, infatti, i due dànno insieme il via al progetto dei Last Shadow Puppets; progetto abbastanza azzeccato, che intende ricreare il suono degli anni ’60 e ’70. L’unico album da loro pubblicato è The age of understatement, che ci mostra come le voci, molto simili, di Kane e Turner stiano bene insieme e si avvale degli archi in The Meeting Place, che sfiorano la magniloquenza in Standing next to me e sovrastano il ritmo galoppante e ansioso di The age of understatement. Il risultato è frutto di una collaborazione con la London Metropolitan Orchestra, mescolata ad un tipico sound inglese: quello di Elvis Costello, Ray Davies e molti altri storici personaggi musicali.
Spiccano canzoni come In my room, che ricorda un film di spionaggio, e My mistakes were made for you, in cui i violini svettano magnificamente e conferiscono all’insieme un taglio sonoro tipicamente cinematografico.
Miles Kane e i progetti da solista
Dopo questa esperienza, Kane lascia i Rascals e decide di intraprendere la carriera da solista, pubblicando nel 2011 il suo primo album, Colour of the trap, una raccolta di brani vagamente blues e a tratti con qualcosa di psichedelico e spaghetti western, come Counting down the days, dal gusto violentemente appassionato e scuro. Il primo singolo è la dura Inhaler, Colour of the trap è una ballata in stile John Lennon, e poi c’è la leggerissima e pop Rearrange, mentre Come Closer ci presenta un coinvolgente contrappunto di basso e batteria. Ma soprattutto, la seconda voce di Fantasy è niente meno che Noel Gallagher.
Negli anni successivi, Miles Kane continua ad andare in tour supportando gli Arctic Monkeys e lavora a un nuovo album.
Don’t forget who you are esce nel 2013 e debutta all’ottava posizione nelle classifiche britanniche. Importante collaborazione di questo disco è Paul Weller, leader dei Jam, che metterà lo zampino nel palese gusto nostalgico che il disco nutre nei confronti del brit pop degli anni ’90 e della swininging London.
Nucleo centrale del disco sono i bei ritmi e i riff di chitarra accattivanti: esempio lampante la canzone Don’t forget who you are, dal messaggio forse un tantino banale, ma sicuramente piacevole e coinvolgente. Immediatamente a seguire troviamo l’irresistibile Better than that, mentre You’re gonna get it è un brano carichissimo e sfacciato. Con Out of control, invece, torna lo stile lennoniano del pianoforte; la canzone di chiusura del dico è Darkness in our hearts, brano esuberante che ricorda vagamente gli Strokes.
Questo è Miles Kane, solista e accompagnatore, fondatore di gruppi e metà di duetti importanti. Non si sa ancora quando e se uscirà un nuovo album, ma sicuramente il cantante vi troverà un banco di prova sul quale affermare il proprio talento e il proprio stile.
E poi – chissà – c’è ancora la questione Last Shadow Puppets, momentaneamente in stand by per i differenti impegni musicali dei due artisti, ma che potrebbe regalarci qualcosa di bello da ascoltare, piacevole e, soprattutto, inglese come non mai.
Gaia Giaccone