La musica in generale, e l’heavy metal in particolare, vive di idoli, di personaggi così iconici da plasmare, in un modo o nell’altro, il genere che suonano a loro immagine e somiglianza, andando ad influenzare tutti i loro fan, che finiranno, più o meno consapevolmente, per imitarli. Uno di questi è sicuramente Steve Harris, il bassista e principale compositore degli Iron Maiden, storica band heavy metal britannica.
Se vi dovessi mai chiedere di elencarmi tutti i vostri idoli di infanzia, tutti gli artisti che hanno cambiato la vostra vita, di sicuro, in queste liste, troverei David Bowie, Freddie Mercury, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Steven Tyler degli Aerosmith, e tantissimi altri. Ma cos’hanno in comune tutti questi personaggi? Ve lo dico io: cantano tutti! Fatta eccezione per il grandissimo Hendrix, che però era anche un cantante, tutti gli artisti qui nominati sono cantanti, nonché frontman delle loro band; ed un frontman, si sa, ha sempre un ruolo di primo piano nel suo gruppo: di solito è il cantante, ma anche un solista di gran classe come Angus Young, ad esempio, può avvincere il pubblico in egual maniera, e vantare questo titolo.
Il dubbio, allora, sorge spontaneo:
Come può Steve Harris, un bassista, essere un frontman?
La questione è legittima: mediamente i bassisti hanno sempre ricoperto, tra l’altro, nel rock e nel metal, un ruolo di secondo piano, limitati a mere funzioni di accompagnamento, a costruire il tappeto sonoro sul quale dovevano innestarsi le liriche e gli assoli dei leader della band. E allora come ha fatto Steve Harris a diventare il frontman di uno dei gruppi metal per antonomasia? La risposta a questa domanda parte da molto lontano, ma può riassumersi una sola parola: carisma.
Stephen Percy Harris nasce a Londra il 12 Marzo del 1956, e già a 17 anni scopre la sua passione per la musica, comprando il suo primo basso elettrico Fender Precision (che sarà poi sostituito dal suo famosissimo blue bass), e neanche ventenne, forma gli Iron Maiden. I bassisti a cui si ispira sono artisti del calibro di Geddy Lee dei Rush, Geezer Butler dei Black Sabbath, John Deacon dei Queen e Roger Glover dei Deep Purple. E non è un caso che Steve Harris, come i musicisti appena menzionati, componga la sua musica facendo particolare attenzione al ruolo del suo strumento.
Steve Harris non è Jaco Pastorius
Nei suoi pezzi non troverete nessun assolo e nessun virtuosismo: le sue linee di basso sono molto essenziali e dirette. E allora come si spiega il suo successo? A differenza di tanti onesti mestieranti che si sentono nel panorama musicale, il bassista inglese ha un tocco e un modo di suonare perfettamente riconoscibili, e che caratterizzeranno tutta la discografia dei Maiden. In tutti i pezzi degli Iron, il ruolo del basso ha un’importanza fondamentale, dato che detta i tempi della ritmica, e le sue melodie si intrecciano con quelle delle chitarre, creando delle armonizzazioni dal fortissimo impatto, e di cui si sentirà l’eco negli anni a venire, anche in band molto diverse dal punto di vista del genere.
Come si sarà intuito, Steve Harris non è solo il bassista degli Iron Maiden: oltre ad essere il principale compositore della band, è colui che ha curato ogni minimo dettaglio del gruppo che ha fondato, dal merchandise, ai tour, ecc. E, a differenza degli altri componenti della band, insieme a Bruce Dickinson è il vero animale da palcoscenico, un vero frontman, appunto, che non si risparmia e che dà tutto se stesso, capace di infiammare il pubblico semplicemente mettendo il basso in posizione orizzontale e puntandolo verso i fan, come se fosse un mitragliatore. Questa posa farà scuola per intere generazioni di bassisti, che, oltre ad ispirarsi al sound del bassista britannico, troveranno un modello anche nel suo modo di stare sul palco.
Il successo con gli Iron Maiden.
Nonostante i Maiden abbiano raggiunto il successo planetario, la loro storia è decisamente radicata nei quartieri più popolari di Londra: non è un caso che il gruppo incarni, più di qualsiasi altro, lo spirito della middle cass operaia inglese, oppressa dalla politica di Margaret Thatcher, che addirittura compare in una delle copertine (mai pubblicate) di Sanctuary, uno dei singoli estratti dal secondo album della Vergine di Ferro: Killers.
Proprio per questa ragione tutti i componenti degli Iron Maiden, Steve Harris in primis, nonostante siano diventati, a tutti gli effetti, delle rock star di fama mondiale, hanno sempre mantenuto una certa sobrietà, rifiutando certe strategie di marketing che furono adottate da altri artisti chi ha detto Madonna?), evitando le copertine delle riviste, e facendo parlare la loro musica, non il gossip.
E’ anche per questo che, nonostante i cinquantanove anni compiuti oggi, nonostante un progetto solista piuttosto anonimo e scialbo, nonostante i milioni di dischi venduti e nonostante l’ultimo periodo di sperimentazione con i Maiden non abbia dato i risultati sperati, Steve Harris è il bassista metal per eccellenza, le cui galoppate sul suo strumento sono, a quasi trent’anni di distanza, un marchio di fabbrica inconfondibile, che hanno segnato, e continueranno a segnare, generazioni di metalheads e musicisti rock.
Claudio Albero