La scoperta del DNA e della sua struttura sono generalmente attribuite a due studiosi James Dewey Watson e Francis Crick; ma in realtà non tutti sanno che dietro gli studi che portarono alla scoperta di questa molecola ci sono diversi retroscena.
La vera artefice di tutto è stata Rosalind Franklin, passata alla storia come la “dark lady” o “l’eroina mancata”, perché nonostante gli studi compiuti sulla struttura del DNA, non ricevette il Premio Nobel per la Medicina nel 1962 insieme a Francis Crick, James Watson e Maurice Wilkins.
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La scoperta del DNA: la molecola della vita
Il DNA (acido desossiribonucleico) è un acido nucleico ed è contenuto nel nucleo delle cellule eucariotiche (nei batteri è presente in una regione del citoplasma detta nucleoide). Per quanto riguarda gli eucarioti, il DNA è caratterizzato da due catene ad α-elica e ciascuna di esse presenta nucleotidi.
Essi sono costituiti da uno zucchero a cinque atomi di carbonio (un pentoso che nel caso del DNA è chiamato desossiribosio), una base azotata (adenina e guanina dette purine, citosina e timina dette pirimidine) e un gruppo fosfato.
I vari nucleotidi che formano il filamento sono uniti mediante legami fosfodiesterici (un legame covalente intramolecolare) e sono stabilizzati da altri legami intermolecolari più deboli, come le interazioni idrofobiche che intervengono nell’impilamento delle basi. I due filamenti sono antiparalleli e complementari, sono stabilizzati e mantenuti uniti da legami idrogeno tra le basi. Per quanto riguarda il DNA batterico, la sua struttura è circolare e non lineare come quello eucariotico.
Intrighi e retroscena sulla scoperta del DNA
James Watson e Francis Crick collaborarono insieme nel Cavendish Laboratory, presso il dipartimento di fisica di Cambrige e il 28 febbraio 1953 si resero conto di aver scoperto la struttura a doppia elica del DNA; in realtà questa scoperta è da attribuire alla ricercatrice Rosalind Franklin, che lavorò per 27 mesi nel dipartimento di biofisica del King’s College di Londra e fu affiancata a Maurice Wilkins.
Diverse sono le domande da porsi: Watson e Crick si sono appropriati ingiustamente del lavoro della Franklin? Perché la giovane ricercatrice è stata estromessa dalla scoperta? Si può parlare di un vero e proprio furto? In effetti è così: infatti, per il suo temperamento audace e forte, Rosalind Franklin fu soprannominata da Watson, Crick e Wilkins la “dark lady”.
Grazie alle informazioni ottenute rubando il taccuino della Franklin, in cui vi era scritto “il DNA è costituito da due catene distinte”, Watson e Crick giunsero alla scoperta del DNA. Questi risultati furono ottenuti effettuando la diffrazione a raggi X della forma B del DNA. Tuttavia nel marzo 1953 la giovane scienziata lasciò il King’s College di Londra perché non sopportava più quell’ambiente misogino e competitivo nei suoi confronti.
Dopo poche settimane che la Franklin lasciò il suo gruppo di ricerca, Watson e Crick annunciarono la loro scoperta sul DNA, pubblicando un articolo sulla rivista “Nature”. Nel 1962 James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins ottennero il Premio Nobel per la Medicina per la scoperta fatta.
L’esclusione di Rosalind Franklin dal Nobel
E Rosalind Franklin? La giovane scienziata non ricevette nessun riconoscimento perché morì all’età di 38 anni per un tumore alle ovaie. Inoltre nella sua celebre opera “La doppia elica”, Watson descrisse la Franklin come “un’intellettualoide molto irascibile e poco femminile”, denominandola la “terribile Rosy”. In realtà Rosalind Franklin è passata alla storia come una delle principali protagoniste dell’emancipazione femminile in ambito scientifico.
Conclusioni
Omettendola dal Nobel Watson, Crick e Wilkins pensarono di oscurare per sempre l’immagine della giovane e tenace scienziata, tuttavia il suo ricordo e le sue ricerche sono più vive che mai. Oggi Rosalind Franklin rappresenta un vero e proprio simbolo ed esempio da seguire per tutte le donne che vengono intralciate dalla misoginia maschile e che vogliono far valere la loro intelligenza, tenacia e testardaggine in un mondo dove la predominanza maschile tende a vacillare.
Roberta Miele
Bibliografia
- Brenda Maddox – Rosalind Franklin: The Dark Lady of DNA -HarperCollins, 2003
- T.A. Brown – Genomi 3 – Edises
Webgrafia
http://www.difossombrone.it/genetica/main18dna.htm