Grande spettacolo alla Casa della Musica, dove i Verdena, tra ordine e follia, tra genio e sregolatezza, regalano un concerto di grande livello.
Roberta, Luca, Alberto. I Verdena.
Tre ragazzi che ieri 8 marzo hanno dato spettacolo alla Casa della Musica di Napoli.
Un concerto durato più di due ore, una scaletta di ventisette canzoni e sul palco, tra distorsioni, fuzz, batteria elettrica e sperimentazioni varie, una carica di adrenalina ed energia sbalorditiva.
I Verdena sul palco come in studio
I Verdena hanno coraggio non solo nelle scelte commerciali ma anche nei live, in cui la loro aura psichedelia coinvolge e trascina tutto il pubblico in uno spazio in bilico tra perfezione e caos disordinato, in cui anche il suono più brutto diventa limpida consonanza.
Lasciano un senso di disagio i Verdena, ma con un senso positivo, per quanto la parola disagio non sembra possa avere una sfumatura positiva, ma con i Verdena tutto sembra possibile.
Nota di merito per i Jennifer Gentle, la band d’apertura del concerto che ha accompagnato i Verdena per tutto il tour: una band originale, strana, ma molto tecnica e notevole, e non è mai facile intrattenere un vasto pubblico che aspetta solo i tre ragazzi di Albino, eroi solitari della musica italiana, che danno una scossa a tutta la banalità che ci propinano in radio e in televisione.
Purtroppo spesso il sound sovrastava completamente la voce e i testi risultavano incomprensibili (come se non fosse già difficile comprendere i testi dei Verdena), ma tutto è perdonato ascoltando canzoni come Trovami un modo semplice per uscirne, una poesia struggente e romantica che ha fatto cantare tutta la Casa della Musica, ma anche Inno del perdersi, con la batteria finale che ha rischiato seriamente di far esplodere il palco.
A proposito di esplosioni, non si può non ricordare tutti i coraggiosi (come me) delle prime file che hanno messo a dura prova il fisico con un pogare scatenato che, purtroppo, è sfociato in una piccola rissa, segno che qui da noi non è ancora ben compresa la cultura del pogare ed il relativo codice di comportamento.
Ma lo spettacolo è sul palco, non tra gli spettatori. Uno spettacolo mai banale, instancabile, che per un rapporto qualità-prezzo del biglietto rischia di candidarsi a concerto dell’anno sul territorio napoletano.
Visto che in estate dovrebbe uscire il secondo volume di Endkadenz che probabilmente seguirà un secondo tour nazionale, consiglio a tutti gli indecisi che non sono venuti alla Casa della Musica di approfittare della loro seconda chance ed assistere al loro concerto, perché ne vale davvero la pena.
Diego Sbriglia