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Canne di Battaglia: lì dove ci sconfisse Cartagine!
È da questo presupposto che iniziamo a viaggiare tra i ricordi della storia, parlando della città di Canne, territorio protagonista di una delle più pesanti e sanguinose sconfitte di Roma. Canne era un’antica città della Puglia, situata sulla riva del fiume Ofanto, attualmente si presenta come parco archeologico, data la presenza di numerosi reperti di grande valore. La località ha preso il nome di Canne di Battaglia, proprio in memoria della battaglia con Cartagine e si trova nell’attuale città di Barletta in Puglia.
La località in questione, in realtà, vanta un’esistenza pluristratificata nel corso dei millenni. Infatti, trovandosi su un’altura dell’altopiano delle Murge, in posizione di rilevanza strategica, fu la preferita per i primissimi insediamenti umani. In effetti, della città di Canne di Battaglia possiamo addirittura parlare di quattro fasi.
La prima sicuramente in periodo preistorico, (IV – II millennio a.C.) con tracce di frequentazione neolitica, resti di capanne, tombe a fossa, e tratti di mura megalitiche. Una seconda, daunio – apula (IV – III secolo a.C.) durante il quale doveva esistere un esteso villaggio, probabilmente fortificato.
Una terza, romana, come molte città pugliesi, divenne in quell’epoca “emporio fluviale” della città di Canosa. Proprio qui, il 2 agosto del 216 a.C. nella località oggi denominata campo di sangue, si svolse la famosa Battaglia di Canne.
La battaglia di Canne
“I Cartaginesi furono quasi più spossati per la strage compiuta che per la fatica del combattere!”
La battaglia è sicuramente l’avvenimento più importante e significativo, grazie al quale si è approfondita oggi giorno la conoscenza di questa antichissima città. Per poter apprezzare meglio il valore di questo sito, lasciamoci suggestionare ed emozionare da una breve sintesi di quello che accadde quel 2 agosto, partendo dal presupposto che, lo scontro tra l’esercito romano e quello cartaginese può essere davvero considerato il più importante evento bellico dell’antichità.
L’esercito cartaginese, guidato da Annibale, aveva già sconfitto i Romani due volte, e rinunciò ad attaccare Roma per dirigersi verso la Puglia. I Romani però, erano in netta superiorità numerica, circa 85000 uomini, capeggiati dai due consoli Emilio Paolo e Varrone.
Annibale invece, si fidava poco della sua fanteria mercenaria, per cui puntò su strategie di attacco e di difesa, puntando su alcuni errori commessi dalle legioni romane. Così la cavalleria cartaginese caricò la cavalleria romana sbaragliandola e massacrando una gran parte di essa. Annibale, poi, con una manovra che diverrà classica nelle strategie militari, fece chiudere a tenaglia la fanteria romana dalle sue truppe, che passarono alle spalle dei romani chiudendo l’accerchiamento delle legioni, che, intanto, rimasero strette in una morsa mortale.
Il massacro volse a termine e sul campo perirono circa 50000 romani!
Non ci fu speranza per le truppe romane, e, oltre alla copiosa perdita umana che ne derivò, la sconfitta rappresentò una grossa pecca anche e soprattutto per la credibilità dell’impero. Ecco perchè la battaglia ancora oggi è una tappa storica fondamentale della nostra storia.
Canne medievale
Ritornando adesso alle fasi vissute dalla città di Canne, menzioniamo la quarta ed ultima, quella in periodo medievale (tra il VI e il IX secolo e tra l’XI e il XIII).
La massima fioritura di Canne si ebbe nel periodo bizantino soprattutto dal 1083 dopo l’invasione normanna. Con i normanni, infatti, Canne fu descritta come “città piccola ma popolata, con commerci sviluppati, ricchezze e abitanti agiati”.
La vitalità della città cominciò il suo declino con l’arrivo degli Angioini che decretarono l’annessione di Canne al territorio di Barletta.
Oggi, quel che resta dell’antica città e quindi visibile ancora, sono le possenti mura di fortificazione, il castello di probabile origine normanna; la Basilica maggiore il cui impianto risale al X – XI secolo, con la suggestiva cripta, e la Basilica minore, al cui interno sono venute alla luce numerose tombe di epoca paleocristiana.
Si tratta quindi un patrimonio storico artistico di inestimabile valore, di cui purtroppo come tutte le meraviglie del nostro paese, si conosce ancora troppo poco. Dunque, come direbbe Cicerone… “La storia è la testimonianza del passato, è luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi.”
Martina Napolitano