Max Weber, nell’ambito di un ciclo di conferenze organizzato dagli studenti liberi, tenne due conferenze dalle quali sarebbero nati capolavori quali La scienza come professione (1917) e La politica come professione (1919). Edoardo Massimilla, in Professione e gioventù e altri saggi (Rubettino), ha studiato le circostanze che portarono a quel ciclo di conferenze, approfondendo la storia degli studenti liberi e di Alexander Schwab.
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Gli studenti liberi
Il gruppo dei Freie Studentenschaft (gli studenti liberi) fu il prodotto delle profonde trasformazioni che interessarono l’università tedeseca negli anni tra otto e novecento.
L’istituzione universitaria andava infatti sempre più perdendo le sue peculiarità di aristocrazia dello spirito. Pur conservando il suo elitarismo, in questi anni si era lanciata sempre più in grandi imprese che necessitavano di specializzazioni. Finì così con l’accogliere sempre più studenti.
I privilegi delle corporazioni tradizionali, che avevano il monopolio della rappresentanza studentesca, finirono così inevitabilmente per essere messi in discussione. Nel 1900 nacque quindi il gruppo degli studenti liberi che non tolleravano più di essere considerati come uomini di seconda classe.
L’affermazione
La prima fase di affermazione durò all’incirca fino al 1910 con la diffusione del gruppo in tutti gli atenei. Gli studenti liberi lottavano per la libertà di ricerca e di insegnamento e contro i privilegi delle corporazioni tradizionali. Queste ultime erano infatti esclusive e vi accedevano solo i membri di alcune famiglie. La legittimazione dei Freie Studentenschaft fu quindi un duro colpo per il loro prestigio.
Gli studenti liberi erano però un movimento molto disomogeneo dal punto di vista ideologico e senza un centro strutturale. I gruppi più importanti erano quelli di Lipsia e di Berlino.
La crisi e la soppressione
La crisi degli studenti liberi fu dovuta a due fattori
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Il problema della struttura organizzativa:
Fin dall’inizio, gli studenti liberi avevano voluto rappresentare tutti gli studenti non iscritti alle corporazioni tradizionali. Si trattava evidentemente di una pretesa senza fondamento giuridico perché non tutti aderivano al movimento. Questi ultimi protestarono presso le autorità accademiche che colsero l’occasione per sciogliere tutti i gruppi tra il 1909 e il 1911.
Lo scioglimento non segnò però la fine del gruppo, fu anzi di stimolo per una accesa discussione sulla struttura organizzativa. All’interno del movimento c’erano infatti anche voci critiche, tra le quali quelle di Schwab che fu un leader importante degli studenti liberi.
Egli rifiutava la pretesa di rappresentanza universale e sosteneva la costruzione di un vero e proprio parlamento studentesco. Questa corrente critica prese sempre più forza fino alla vittoria del 1910. La leadership nazionale sarebbe però tornata nel ’14 ai tradizionalisti che non volevano un partito accademico fra gli altri.
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Il problema dell’identità e del programma:
Col passare del tempo la spinta rivoluzionaria degli studenti liberi era andata sempre più scemando. D’altra parte anche le corporazioni tradizionali si erano adeguate ai nuovi tempi. L’ala più progressista degli studenti liberi diede però vita al movimento delle scuole nuove, nato intorno alla figura del pedagogo Gustav Wyneken.
Era una cerchia ristretta di studenti liberi progressisti che si sciolse con la Grande Guerra. Il gruppo – del quale Schwab fece parte – non era omogeneo, in quanto composto da individualisti apparentemente inguaribili che erano tenuti insieme solo dalle idee comuni sul movimento.
Essi criticavano l’istituzione superiore sempre più schiacciata dalla trasmissione di conoscenze specialistiche. Volevano la creazione di una comunità culturale studentesca e il superamento della contrapposizione professore-amico in favore di una relazione di amicizia. Trasformare, in altre parole, l’università in una comunità scientifica avulsa dallo specialismo.
Secondo Max Weber, invece, senza specializzazione non si poteva fare l’esperienza della scienza. Anche per questo, Weber rimase sempre per gli studenti liberi una figura ad un tempo attraente e respingente.
Alexander Schwab
Alexander Schwab nacque a Stoccarda nel 1887, era figlio di un direttore d’orchestra. Si laureò nel 1913 ad Heindeberg in economia. Nella tesi affrontava i temi delle dinamiche del capitalismo pienamente sviluppato. Militò in gruppi giovanili liceali e poi universitari. Schwab tentò di offrirsi volontario per la guerra ma fu respinto. Dal ’15 fu attivo nell’assistenza agli studenti che dovevano proseguire l’iter universitario. Nel ’19 Schwab divenne il leader della fazione più estrema del KPD (Partiro Comunista Tedesco), fondando poi il KAPD nel 1920.
Nel saggio Professione e gioventù (pubblicato sotto pseudonimo nel 1917) Schwab elaborò una critica radicale dell’idea di professione. Fra professione e gioventù, in una concezione metafisica, c’è solo un aut-aut. Questa tesi ebbe un forte eco fra gli studenti liberi e il gruppo bavaerese decise così di organizzare un ciclo di conferenze sul tema della professione.
Il saggio di Schwab fu quindi uno stimolo fondamentale e permette di comprendere ancora meglio il capolavoro weberiano che ne costituisce in buona parte una risposta.
Ettore Barra