In portoghese la parola Os Gemeos significa i due gemelli. I paulisti Gustavo e Otavio Pandolfo sono due fratelli, gemelli monozigoti, che si sono avvicinati al mondo dell’arte in genere, prima tramite la musica hip hop per poi scoprire l’arte del murales. L’influenza e le correnti statunitensi giunte in America latina ed in Brasile negli ultimi trenta anni hanno avuto il merito di generare questi due artisti contemporanei, ormai planetariamente affermati.
Nascendo da un germe di cultura newyorkese, le prime opere dei fratelli brasiliani si ispirano a scenografie ed immagini tipiche del mondo metropolitano americano. Lentamente questo attaccamento comincia a disgregarsi e si intravedono le prime personalizzazioni delle opere con caratteristiche tipiche della cultura portoghese e brasiliana. Inizialmente i graffiti dei Os Gemeos erano considerati alla stregua di tutte le pitture murarie di strada che coloravano le vie di Sao Paolo, in maniera particolarmente veloce si è cominciata ad assumere una visione ed una lettura diverse delle opere dei frattelli Pandolfo.
Innanzittuto quello che si evince subito è uno stretto legame che intercorre tra i due fratelli, sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista realizzativo. Ogni graffito è una sorta di interruzione momentanea del tempo, si cerca di incorniciare una frazione temporale per analizzarne e determinarne il messaggio di denuncia che deve trapelare. Il soggetto che contraddistingue l’arte degli OS Gemeos è il tradizionale personaggio dalla carnagione gialla, dalla testa un po affusolata, spesso mascherato o in pose particolari. Altra peculiarità di queste opere è la loro dimensione, gigantesca, volutamente per garantire un godimento a tutti gli effetti da parte dell’osservatore che deve sentirsi quasi impotente dinanzi a tanta maestosità.
Nonostante oggi gli Os Gemeos siano ormai artisti interni al mondo galleristico e più circonciso dell’arte commerciale, c’è da sottolineare che la loro creatività è e sempre sarà solo al servzio delle masse e dei popoli. Il fine di tutte le loro creazioni è di evidenziare le ingiustizie, sottolineare le difficoltà delle genti comuni, diffondere un afflato di pace da poter raggiungere.
Una delle realizzazioni più recenti dei fratelli brasiliani, dimostrazione della loro inattesa quanto impensabile fama, è stata richiesta dalla GOAL AIRLAINES. Un boeing 737 completamente ricoperto di figure gialle, utilizzato per il trasferimento della nazionale brasiliana da uno stadio all’altro durante i mondiali del 2014. Sono state usate miglialia di bombolette per ritratte una dozzina di volti di tifosi, tutti con un’espressione triste ed affranta. La denuncia che deriva da questa opera è volta interamnete ad evidenziare l’esorbitante spreco di denaro compiuto durante la manifestazione sportiva, nonostante sussistessero evidenti problemi di carattere umano ben più gravi e necessari da risolvere in Brasile.
Lo stile artistico degli OS Gemeos è diventato unico nel suo genere ed anzi monito e forma di ispirazione per molti altri artisti emergenti della street art brasiliana.
Nel 2007 il conte di Glasgow, Patrick Boyle, proprietario del Kelburn Castel, durante un progetto di ristrutturazione dello stesso maniero, intuitivamente scelse di chiedere la collaborazione di alcuni artisti brasiliani per la decorazione della facciata. Gli Os Gemeos furono tra i partecipanti della ristrutturazione ed il risultato si rivelò sensazionale. Nelle verdeggianti pianure scozzesi si affacciava uno stravagante soggetto artistico, completamente inconsistente con il mondo circostante, ma deliberatamente significativo e diverso dal comune. Protagonisti della Biennale di Vancouver, si sono contraddistinti per la decorazione di sei silos di acciao, alti ventitre metri, per un totale complessivo di 7200 metri di superficie.
Oggi gli Os Gemeos sono addirittura diventati i protagonisti di un mini documentario, firmato dal regista Ben Mor che racconta la vita dei due artisti gemelli, quotidianamente, in un arco di tempo di circa quattro anni, dal 2010 al 2014. Gli Os Gemeos oggi sono difficili da etichettare, sarebbe troppo banale deifnirli semplicemente dei graffitisti, sono anche artisti figurativi, artisti visionari che si affacciano giorno dopo giorno su nuovi mondi e culture, tutti da sperimentare.
Vincenzo Morrone
Fonti: Huffingtonpost, wired.it, dolcevitaonline, bastard store.