Gli Smiths sono stati un gruppo di transizione tra la new wave e i gruppi anni ’90 che sarebbero venuti a seguire. Con loro scompaiono i sintetizzatori e si fanno avanti brani di chitarra pop e ritmici; cuore del gruppo sono il chitarrista Johhny Marr e il cantante e compositore Morrissey.
Come chitarrista, Marr è di stampo tradizionalista ed ha come modelli grandi musicisti come George Harrison e Keith Richards: sarà il principale promotore della ricerca musicale all’interno del gruppo. Morrissey, d’altro canto, infonde ai suoi testi e alle melodie temi malinconici, tipici dell’umore musicale ereditato da gruppi new wave precedenti come Cure e Joy Division, solitamente legati alla solitudine − How soon is now −, a delusioni amorose e alla realtà della classe operaia britannica, ma che contano anche su una forte ironia derivante soprattutto dalla passione del cantante nei confronti di Oscar Wilde, il quale compare “in persona” al fianco di Keats e Yeats nella canzone Cemetery gates.
http://www.youtube.com/watch?v=knM7ow5vMPA
La passione di Morrissey per i gruppi anni ’60 sarà una delle cause dello scioglimento della band, che si dividerà tra le spinte innovative di Marr e il tradizionalismo di Morrissey: lo stile e il sound anni ‘80 del gruppo non subisce in effetti una grossa evoluzione nel corso della loro carriera, rimanendo quasi sempre su un miscuglio di pop e post punk. Ciò nonostante, il loro contributo alla musica è indubbio e, nel loro genere, gli Smiths costituiscono una voce unica e sono diventati un’icona del loro tempo, anche grazie ai testi spesso ironici, che fossero di argomento leggero o più impegnato, e al loro look da hipster della prima ora.
Smiths: simboli e battaglie
I gusti musicali e i miti del gruppo vengono resi manifesti in molte copertine di dischi, sempre molto curate. È infatti il caso di Elvis, la cui foto sarà la cover del singolo Shoplifters of the world unite, o di James Dean, molto ammirato soprattutto da Morrissey, che darà l’immagine della raccolta Thank your lucky stars. Frequente è quindi la connessione a personaggi ed artisti dalla forte personalità ed iconicità che sono rimasti fortemente ancorati all’immaginario comune.
Uno dei temi cari agli Smiths è l’animalismo e il vegetarianismo, per cui Morrissey sarà in prima linea, imponendo in realtà la battaglia al resto del gruppo. Da qui titolo dell’album Meat is murder, del 1985 e l’omonima Meat is Murder, canzone di lamento vibrante e dal testo crudo. Altro tema impegnato dell’album è la tirannica ed autoritaria educazione dei bambini a casa e a scuola in Barbarism begins at home e The headmaster ritual.
Già il loro primo album The Smiths aveva suscitato controversie per alcuni argomenti trattati nelle canzoni. È il caso ad esempio di Reel around the mountain, accusato di plagiare i minori. Il testo ha in effetti riferimenti sessuali relativi probabilmente alla pedofilia, ma Morrissey stesso avrebbe dichiarato in seguito di essersi ispirato al racconto Taste of honey di Shelagh Delaney, da cui molte frasi della canzoni sono state prese in prestito. Inoltre, il brano aveva un intento di denuncia. Così, successivamente, anche la canzone Panic, contenuta nel disco live Strangeways, Here I come, viene interpretata come razzista a causa della frase “burn down the disco”, che era in realtà contro il DJ Steve Wright, che, su una trasmissione radiofonica, subito dopo aver dato la notizia della catastrofe di Černobyl’ aveva fatto passare I’m your man degli Wham! e contro la musica pop e il suo contenuto banale e impersonale.
Amore struggente e brani leggeri
Canzone leggendaria del gruppo è There is a light that never goes out, dell’album The Queen is dead. Con il suo tono remoto e malinconico, il brano si inscrive nel folto gruppo di canzoni d’amore agrodolci della band che, soprattutto grazie alla voce bassa di Morrissey, contraddistinguono lo stile degli Smiths.
Così è anche Some girls are bigger than others, dello stesso album, una dichiarazione d’amore verso le donne, scaturita dall’incredulità di Morrissey nel realizzare di non aver mai pensato attentamente al corpo femminile e, per estensione, all’essere donna. Canzone forse più triste e disperata del gruppo è Please, please, please, let me get what I want, un lamento sull’infelicità e le difficoltà della vita.
http://www.youtube.com/watch?v=DRtW1MAZ32M
Dall’altro lato, gli Smiths sono capaci di una forte carica di spensieratezza in brani come Ask (di cui faranno una cover i Tre allegri ragazzi morti) o Vicar in a tutu, che costruisce una scena assurda per prendersi gioco delle istituzioni ecclesiastiche, che assumono un tono leggero e frivolo sia nel suono che nel testo.
Ecco quindi come la voce personale degli Smiths riesce ad affermare la propria unicità in una scena variegata come è quella musicale degli anni ’80, continuando ad essere ancora oggi un’icona del mondo musicale.
http://www.youtube.com/watch?v=Zr47O72Kfh4
Gaia Giaccone