Ha fatto ballare mezzo mondo con la sua Alors on dance, ci ha emozionato con il video di Papaoutai e divertito con la sua esibizione in Tous les mêmes, ma cosa c’è dietro all’inarrestabile successo di Stromae, l’indiscusso fenomeno del 2014?
Il Francese e le tematiche d’attualità
Sarà per la potenza delle immagini che accompagnano ogni sua clip o per la sua immagine così lontana da quella stereotipata dell’artista pop moderno sopra le righe o ancora per la scelta di esprimersi in una lingua, il francese, che affascina tanto i paesi anglofoni quanto quelli romanzi, ma si intuisce che quello di Paul Van Haver − in arte Stromae, che deriva dalla parola Maestro in gergo Verlan − non è semplicemente pop da copertina.
Proprio la scelta della sua lingua madre nasconde ciò che distingue Stromae, Belga da parte di madre e figlio di un architetto ruandese, dalla stragrande maggioranza degli artisti pop dell’ultimo decennio: una grandissima attenzione verso i problemi che affliggono la società contemporanea. In particolare nell’ultimo album Racine carrée affronta, con insolita capacità espressiva, tematiche come l’alienazione da social network, il cancro dovuto al fumo, i problemi di coppia e familiari (prendendo spesso spunto anche da vicende autobiografiche), razzismo e omofobia.
Stromae, un moderno Chansonnier
Lo stesso Stromae ha dichiarato «Anche una canzone electrodance come questa può avere un testo con un contenuto. Il Leitmotiv dei miei brani è doppio: da un lato ci vuole qualcosa che faccia ballare, dall’altro un significato. Non mi va di scrivere un testo che dice ‘ti amo, mi ami, andiamocene in spiaggia’». Così in canzoni con Alors on danse le sonorità house e dance diventano in realtà un mezzo per far arrivare all’orecchio del pubblico più giovane, quei giovani che sono spesso il soggetto dei testi di Stromae, un messaggio più profondo. In Papaoutai parla del rapporto problematico tra padre e figlio prendendo spunto dalla difficile infanzia segnata dall’assenza del padre. Tous les mêmes descrive, attraverso una serie di stereotipi del caso, la relazione uomo-donna e in Caremen sono i social network, idealmente rappresentati dall’uccellino di twitter, a finire nel mirino del belga.
La maschera Stromae
Un’attitudine quindi che colloca Stromae, nonostante la singolare e ricercata cura della propria figura, nella schiera dei cantautori più che in quella dei divi planetari dell’ultimo decennio. l’intelligenza e la genialità di Stromae sta appunto nella capacità di prendere le distanze dalla figura classica del raffinato cantautore e di calarsi ogni volta (nei videoclip o durante le esibizioni dal vivo) in quella dei personaggi di cui racconta, trasformandosi così all’occasione nell’ubriaco che cerca nell’alcool la soluzione all’amore finito male o nella donna stanca delle mancate attenzioni del marito. in definitiva, pur senza sminuire le sue capacità di musicista (Merci è un brano strumentale che mostra anche le sue capacità di compositore decisamente sopra la media), è possibile riassumere con una semplice parola le qualità fin qui descritte di Stromae: un Attore. Un’artista camaleontico e profondo che indossa la maschera dei personaggi dai quali ci mette in guardia.
Juri Accardo