Fredric Wertham e la censura del fumetto

Nell’ultimo decennio il fumetto è diventato una realtà molto presente nella cultura pop – moderna, avvalorato anche dal media cinematografico. Tutti conosciamo le figure più importanti ed imponenti del mondo supereoistico e tutti siamo in grado di riconoscerle al primo sguardo.

Vignette, strisce e fumetti, nati in secoli passati, furono utilizzati per fare satira o come riempitivo umoristico nei giornali dell’epoca divenendo solo all’inizio degli anni ’30 ciò che oggi conosciamo. Ed avendo questi riscosso un successo così grande, furono ovviamente oggetto di studi, elogi e critiche.

Una critica particolare fu quella mossa da uno psichiatra tedesco, Frederick Wertham, nei confronti del fumetto americano, da lui definito “la creazione peggiore che l’uomo potesse ideare.

Wertham e la censura del fumetto

Fredric Wertham nasce a Monaco di Baviera alla fine dell’Ottocento. Di professione psichiatra, entra in contatto con i giovani difficili americani e ciò fa nascere in lui un forte senso di critica e denuncia nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa, e nello specifico, del fumetto.

Nella prima metà degli anni ’50 Wertham pubblica “La seduzione dell’innocente”, un testo in cui vengono illustrati, attraverso documenti ed immagini raccolte direttamente dagli albi delle maggiori testate fumettistiche, l’orrore e la depravazione con il quale i giovani entrano in contatto ogni giorno.

Facciamo un passo indietro, quali erano i fumetti che circolavano a quei tempi? Di quali pubblicazioni si era interessato Wertham? Fondamentalmente egli prese in considerazione comics di stampo supereroistico, thriller, horror, noir ed investigativo. Ma, nel dettaglio, con chi se l’è presa di più? Con i migliori dei tempi, ovviamente.

Wertham
Un simbolo “censurato” di Superman

Negli albi di Superman, Wertham affermava d’aver trovato riferimenti sessuali negli alberi e nelle nuvole ed in Detective Comics una profonda e non troppo velata relazione omosessuale e pedofila tra Batman ed il suo giovane aiutante Robin. Per non parlare poi delle storie di Wonder Woman, accusate di influenzare ed ispirare nei giovani lettori e lettrici sentimenti omosessuali e pratiche sado-masochiste (bondage ed affini per intenderci).

Batman
Il Batman del periodo della censura risultò essere una macchietta, nulla in confronto alle ambientazione ben più cupe e serie di oggi.

Wertham non si limitò solo a denunciare con il suo libro le testate fumettistiche ed il loro metro di giudizio: lo psichiatra portò le sue documentazioni alla Commissione del Senato americano e, con l’aiuto delle famiglie che “impazzirono” nel notare quali oscenità leggessero i propri figli, fece sì che nascesse la CCA (Comics Code Authority).

Incubo del mondo fumettistico per quasi mezzo secolo, la CCA ridicolizzò e ridusse a semplici macchiette personaggi di grande levatura ed impatto; molti sparirono, altri cambiarono totalmente perdendo il proprio fascino  (tutti ricordiamo il Batman di Adam West… giusto?), provocando l’annientamento di uno dei mezzi di comunicazione e comprensione giovanile più efficace che ci sia. Il fumetto non è solo il racconto di una storia o semplice intrattenimento, bensì un mezzo tramite cui i più giovani possono immedesimarsi e capire, attraverso la lettura, cosa sia giusto o sbagliato.

Una grande responsabilità

Wertham
Peter Parker/Spiderman, il primo supereroe con superproblemi

Una delle prime case fumettistiche a capirne l’importanza fu la Marvel che, lasciandosi alle spalle le critiche di Wertham, con la creazione negli anni ’60 di Spiderman, sconvolse il concetto di eroe come divinità, tipico dell’universo DC,  creando un personaggio profondamente umano, il cosiddetto “supereroe con superproblemi”.

Rappresentazione del tipico quindicenne, Peter Parker, acquisendo poteri eccezionali e quindi grandi responsabilità, fa da metafora per il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, carica di impegni e di   “nemici” di tutti i giorni da affrontare.

Nonostante le critiche di Wertham il fumetto è riuscito a sopravvivere fin ai nostri giorni divenendo un media sempre più serio ed in grado di muovere le coscienze dei più giovani aiutandoli durante il loro processo di crescita, sensibilizzandoli nei confronti di argomenti delicati ed importanti, nel modo più semplice, immediato e perché no, divertente.

 Alessandro M. Chiappetta