“Tutte le cose belle prima o poi finiscono”
I proverbi, si sa, sono infallibili. In particolare quello appena citato più che di una perla di saggezza ha il sapore di una vera e propria condizione ineludibile, una legge esistenziale alla quale nemmeno il mondo della musica può sottrarsi. Eh già, perché se il secolo scorso è stato scenario di alcune delle stagioni musicali più intense e prolifiche della storia, è anche vero che molte delle band che contribuirono a rendere indimenticabili quegli anni ebbero vita breve. Tra i primi ad abdicare ci furono i Cream di Eric Clapton nel ’68, ma due anni dopo a spezzare il cuore di milioni di fan di tutto io mondo fu Paul McCartney che annunciava la fine dei Beatles e di quella splendida favola durata appena otto anni. E se negli anni ’70 fu la droga il peggior nemico delle band (Leggasi Led Zeppelin e Jimi Hendrix Experience), a cavallo tra gli ’80 e i ’90 furono principalmente i dissapori e le divergenze artistiche a spingere i vari membri verso strade differenti. Un destino comune anche a band che hanno fatto la storia recente come i The White Stripes e gli Oasis. Ma se molte sono le ragioni che spingono gli artisti a dire basta, altrettanti sono i motivi per cui dopo anni o, in alcuni casi, decenni, quelli si ritrovano di nuovo insieme sul palco o in studio.
Ancora tu? ma non dovevamo vederci più?
Le ultime parole famose. Soundgarden, Spandau Ballet, Pavement, Duran Duran, i Blur e i nostrani Litfiba e Bluvertigo sono solo alcune delle band che hanno deciso dopo anni di frecciate, polemiche e silenzi, di lasciarsi alle spalle i dissapori e di rimettersi in gioco per opportunismo, noia o semplicemente per batter cassa. Decisamente più nostalgica sembra la scelta dei Pink Floyd. Dopo l’abbandono di Roger Waters alla fine degli anni ’80 ci sono voluti ventiquattro lunghi anni prima di rivederlo insieme a David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason sul palco del Live 8 nel 2006. Le dichiarazioni di Gilmour e la morte di Wright due anni dopo sembravano aver definitivamente scritto la parola fine per i Pink Floyd, ma la band ha sorpreso tutti pubblicando nel 2014 The Endless River che racchiude una serie di sessioni rivisitate del 1994 e in cui sono presenti tracce proprio del defunto Wright. Tutti felici… oppure no?
Di nuovo una Band, ma per una sera!
Ma se alcune band decidono di ritornare in studio e di produrre materiale nuovo, molte altre, per rispetto verso un membro scomparso o per ovvie divergenze, decidono di incontrarsi ad anni di distanza solo per un’occasione particolare. E’ il caso di Suede, The Police e dei Led Zeppelin. C’erano già state altre brevi apparizioni (in alcuni casi addirittura disastrose) ma la band di Jimmy Page si sarebbe riunita il 10 dicembre 2007 per il loro primo vero concerto dopo la scomparsa di Bonzo, in ricordo del discografico dell’Atlantic Ahmet Ertegun. Per l’occasione si aggiudicarono un posto nel Guinnes dei primati per la Maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo. Peccato sia stata anche l’ultima.
C’è chi dice no… e chi trasforma la band
E se molte band storiche, come gli Smith («Una reunion? non avrebbe alcun senso, non siamo più amici» avrebbe dichiarato Morrisey), nonostante le richieste dei fan e le offerte faraoniche rinunciano al fatidico passo indietro, altre decidono − e qui la nostalgia c’entra davvero poco − di tornare insieme nonostante la mancanza del leader storico. Ricordate quando nel 2004 i membri superstiti dei Queen invitarono Paul Rodgers a sostituire il compianto Freddie Mercury per un tour e persino per un nuovo disco? Un completo flop. Per sua fortuna John Deacon si tenne fuori. Ancora più assurda la recente scelta dei Dire Straits di tornare in pista… ma senza Mark Knopfler! Molto più originale, infine, l’inaspettata apparizione dei Nirvana al Madison Square Garden di New York. Nel 2012, in occasione del concerto di beneficenza per le vittime dell’uragano Sandy, Dave Grohl e Krist Novoselic si sono presentati sul palco accompagnati nientemeno che da Sir Paul McCartney. Non sono stati suonati classici della band, ma solo un brano scritto per l’occasione, Cut me some Slack.
Insomma: reunion sì, ma con stile.
Juri Accardo