Charles Manson rappresentò l’orrore negli anni dove doveva trionfare l’amore, macchiando di sangue il movimento hippie. Scopriamo la sua storia.
Abbiamo parlato qui su La COOLtura della controcultura giovanile hippie e del movimento musicale del 1968 chiamato generalmente psychedelic rock, con la famosa Summer of Love a fare da protagonista in quegli anni di libertà dal sapore di sesso, droga e musica.
Quello che per molti potrebbe sembrare un periodo gaudente e spensierato fu invece il palcoscenico ideale per il macabro spettacolo della Manson Family, che vide protagonista Charles Manson.
Charles Manson, famoso per essere il mandante di una serie di omicidi che sconvolsero gli Stati Uniti, oggi ancora in carcere, scatenò il suo lato più oscuro dopo gli insuccessi musicali, nonostante oggi i suoi effetti sulla cultura moderna siano molto rilevanti… e tra poco lo scoprirete. Ma partiamo dall’inizio.
Charles Manson
Charles Manson nasce a Cincinnati nel 1934 da una madre prostituta e da un padre colonnello che non ha voluto riconoscerlo. Con la madre in carcere, il giovane Charles vive tra furti e rapine, più in prigione che fuori.
È nelle carceri che prende a delinearsi il Charles Manson che terrorizzerà l’America. Il nostro comincia a coltivare due passioni: l’esoterismo e la musica. Prende a leggere ammaliato qualunque cosa parli di magia nera, di riti esoterici, di ipnotismo; un giorno − evento che sarebbe risultato fatale − un detenuto gli insegnò a suonare la chitarra: da allora Charles Manson si sarebbe votato all’arrangiamento e alla composizione di canzoni. Attratto, come quasi tutti in quel periodo, dalla novità Beatles, proprio durante una delle detenzioni, ne sarebbe uscito con tre anni di anticipo per la buona condotta… di fare musica.
Siamo nel 1967, agli inizi del movimento hippie. Manson decide che sarebbe stato non solo cantante, ma anche santone, leader di un suo movimento che accoglieva persone (soprattutto donne) con una storia difficile alle spalle, ipnotizzate dalle incredibili capacità oratorie di Charles: nacque la Family, o la Manson Family. Da buona comunità hippie, anche la Family era solita fare uso di hashish e di LSD e praticare sesso di gruppo, ma questo gruppo – che viaggiava per la California con un furgoncino nero – era anomalo, in quanto per niente pacifico ma anzi basato su convinzioni fortemente razziali e surreali. I neri, che secondo le profezie di Charles Manson avrebbero vinto una guerra mondiale interrazziale, essendo però sprovvisti di conoscenze su come gestire il potere, si sarebbero dovuti sottomettere alla Family, che avrebbe dominato il mondo.
A corollario del folle progetto, la Family divenne religione quando Manson si dichiarò ai suoi discepoli l’incarnazione di Gesù e Satana allo stesso tempo. Mentre l’impronta hippie si incarnava nell’ATWA (acronimo di Air Trees Water Animals), un’associazione naturalista per la salvaguardia della natura, l’obiettivo principale, anche a costo di commettere crimini, restava far avere successo al leader del gruppo: Charles Manson si definiva il quinto Beatle, cominciò a dichiarare di ricevere messaggi profetici dalle canzoni dei Beatles e provò a pubblicare i suoi brani con l’aiuto di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys, conosciuto con un autostop. Il successo non arrivava, finché nel 1969 non uscì 20/20, album dei Beach Boys che a detta di Manson presentava delle canzoni che, con bridge e testi cambiati, restavano molto simili alle sue. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il 9 Agosto 1969 la Family riuscì ad entrare nella villa di un quartiere ricco di Los Angeles, villa che Charles Manson credeva appartenere a Terry Melcher, importante produttore musicale che aveva disatteso un iniziale interesse per la musica del profeta. In quella villa la Family vedeva il simbolo di un mondo corrotto che ancora una volta rifiutava il loro leader. Ma la villa era stata venduta a Roman Polanski e alla moglie, Sharon Tate, attrice e icona moderna dell’epoca, incinta di otto mesi, che la sera del 9 agosto era in compagnia di amici, col marito a Londra per motivi di lavoro. La furia della Family non ebbe pietà: Manson non era presente ma fu il mandante di crudeltà atroci.
Gli inquietanti graffiti rinvenuti sul luogo del delitto, “PIG” e “Helter Skelter”, collegavano inevitabilmente il crimine a due canzoni dei Beatles (Piggies e Helter Skelter): secondo Manson i Beatles lo avevano eletto, tramite le loro canzoni, messaggero del caos e della distruzione. La furia omicida non si fermò a quella strage: il giorno dopo furono uccisi a colpi di forchetta i coniugi LaBianca, imprenditori aziendali. Gli omicidi proseguirono anche all’interno della Famiglia stessa: un membro che aveva osato sposare una donna nera sarebbe stato l’ultima vittima riconosciuta della setta, che poi sarebbe stata arrestata al completo grazie al tradimento di una di loro, Linda Kasabian.
Il processo viene ancora ricordato oggi come uno dei più lunghi della storia. Charles Manson, nonostante la sua grande capacità dialettica, fu riconosciuto mandante degli omicidi e ideatore di altre stragi non realizzate (nel mirino Steve McQueen, Frank Sinatra e Liz Taylor) e fu condannato, insieme a tutti i membri della Famiglia, a morte, pena commutata in ergastolo per la coeva abolizione, in California, della pena capitale. Ancora oggi Charles Manson è detenuto, ha una svastica tatuata in fronte (che inizialmente era una X) e presenta periodicamente richieste di scarcerazione − l’ultima nel 2012 − puntualmente respinte.
Naturalmente è inutile parlare di una personalità deviata, folle. Ma spesso ignoriamo quanto ha influenzato la nostra cultura:
– ATWA, ad esempio, è una famosa canzone dei System of a Down, che parla proprio della Manson Family;
– I Guns N’ Roses e gli Slipknot hanno dedicato alcuni messaggi subliminali a Manson: gli Slipknot, nella traccia dell’omonimo album, 742617000027, hanno inserito in loop la voce di Manson che dice «The whole thing, I think it’s sick»; Axl Rose, contro la volontà degli altri componenti del gruppo ha inserito nel disco The Spaghetti Incident? come traccia nascosta subito dopo I Don’t Care About You, una cover della canzone di Manson, Look At Your Game Girl. Negli ultimi secondi del brano, infatti, si sente Axl dire: «Thanks, Charles»;
https://www.youtube.com/watch?v=RgfILrd8HjE
– i Kasabian, famosissimo gruppo alternative rock britannico, prende il nome da Linda Kasabian, la ragazza che aveva tradito la Family;
– è ovviamente impossibile non citare Marilyn Manson: il nome d’arte del famoso cantante è nato dalla fusione del nome della Monroe e dal cognome di Charles, perché a detta sua rappresentano le due facce dell’America, il bene ed il male. Charles Manson ha anche scritto una lettera criptica a Marilyn Manson a cui non è seguita una risposta ufficiale del cantante.
Charles Manson ha terrorizzato l’America, macchiato di sangue e di paura quegli anni e quel movimento hippie, ma continua ad affascinare la cultura moderna.
Volto del male o genio incompreso? Può la sua influente personalità superare l’orrore che ha provocato? In attesa di un vostro parere, vi lasciamo qui uno dei suoi brani.
Your home is where you’re happy
It’s not where you’re not free
Your home is where you can be what you are
‘Cause you were just born free
Diego Sbriglia