La cultura del Samurai (侍) è un’usanza tipica della tradizione Giapponese. Tale termine deriva dal verbo saburau che significa colui che serve. Egli rappresenta un condottiero dall’incredibile forza che padroneggia l’arte della spada con coraggio e virtù in favore dei valori di giustizia, fedeltà, amore e onore. Il Samurai per eccellenza è portatore e difensore della morale e dello Stato.
Samurai: l’evoluzione durante i secoli
Anticamente, essi rappresentavano una vera e propria classe militare del Giappone feudale appartenente alla casta aristocratica dei guerrieri mentre, oggigiorno, quella del Samurai, è diventata una semplice tradizione che si trasmette fantomaticamente di generazione in generazione. Il termine più moderno per indicare tale valoroso guerriero è l’appellativo eroe (英雄) ossia “individuo che eccelle nelle arti letterarie e militari, dotato di straordinarie facoltà e per questo in grado di compiere imprese fuori del comune”.
L’ideologia politica e sociale del Giappone è strettamente legata a quella filosofica letteraria e, a differenza degli stati occidentali, il Giappone reputa guerriero perfetto colui che è in grado di combattere con forza e ragione; ossia un guerriero capace di fondere in sé stesso entrambe le arti, quelle belliche e quelle intellettive. Entrambe sono necessarie alla formazione spirituale e fisica del personaggio poiché le virtù belliche rappresentano la forza fisica (quantità di forza) e le doti artistiche e letterarie esprimono la sensibilità e le profonde emozioni che si agitano nel mondo interiore dell’individuo (qualità della forza).
Maggiore è il sentimento maggiore sarà la volontà di riscatto e la probabilità di avere successo in uno scontro. È importante battersi sempre con onore e non lasciarsi sopraffare dall’ira immotivata poiché tali sentimenti sono considerati portatori di vergogna anche più della sconfitta stessa.
Gli eroi della tradizione occidentale il più delle volte vengono rappresentati in maniera vittoriosa tanto da formare nella mente del popolo il binomio vittoria-eroe; l’etica giapponese rifiuta tutto ciò e apprezza di gran lunga colui che è disposto alla morte pur di mantenere la purezza dei propri intenti.
La celebre frase “il fine giustifica i mezzi” non è per niente apprezzata e addirittura il lieto fine, quello che in Occidente è rappresentato dalla strenua lotta contro ogni ostacolo per il raggiungimento della felicità personale, in questa parte del mondo non gode di buona fama: il sacrificio è motivo ispiratore di compassione e solidarietà e deve essere sempre limpido e puro anche nei confronti del sentimento amoroso poiché le passioni umane fanno parte dell’uomo stesso ma non devono interferire con la sua condotta onorevole. Di conseguenza, tanto più il sacrificio dell’individualità sarà alto, tanto più la condotta dell’uomo sarà onorevole e indice di nobiltà d’animo.
Sabrina Mautone
Fonti
Fonti: Eroismo e sconfitta Giapponese
Ulteriori informazioni: Shintoismo, Filosofia Giapponese
Fonte immagini Samurai: Google
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