Margaret Mazzantini nel romanzo ”Nessuno si salva da solo” racconta la crisi del rapporto matrimoniale: Cosa viene dopo l’amore? Talvolta l’odio
“Da morta avrebbe potuto amarla immensamente, lo sentiva. Era la vita a dividerli, il sangue che pompava ancora troppo forte” [1]
Ha ancora senso parlare d’amore?
In un’epoca in cui esternare dichiarazioni grandiose può sembrare la cosa più ovvia e scontata del mondo ed addirittura può generare imbarazzo negli innocenti spettatori, è ancora attuale riproporre l’amore come tema centrale di un romanzo? I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno e per fortuna non si accorgono dell’effetto che fanno all’esterno.
L’amico poeta improvvisato dà fastidio, i suoi cyber versi sono qualcosa di noioso, trito e ritrito, perché diciamocelo, l’amore plateale ha un pò annoiato, siamo talmente assuefatti dalle esternazioni d’amore altrui che rischiamo di diventare cinici. Non è mica colpa mia se tu la ami, tienitelo per te, lascia stare quella bomboletta spray e quell’incolpevole muro. Mettici la parola fine.
Senza generalizzazioni eccessive, si potrebbe dire che per talune persone la fine di un amore riassume molto bene il senso della storia stessa, quanto più è doloroso, tanto più intenso sarà stato il sentimento che ti ha legato a quella persona.
Di sicuro è la regola d’oro della letteratura amorosa. Direste mai che a Heathcliff piaciucchiava Catherine? Ovviamente no, ed è così proprio in virtù di una tragica fine. Abbiamo la tangibile percezione di un legame talmente stretto da non poter essere sciolto in alcun modo anche se la vita va avanti e ciò che segue non è sempre ciò che vuoi.
E quindi cosa viene dopo l’amore? Per taluni, Heatcliff compreso, la risposta è l’odio. Scaramanticamente proponiamo un romanzo d’odio per inguaribili romantici. Se il paragone vi sembra ossimorico aspettate di conoscerne l’argomento.
Margaret Mazzantini col suo “Nessuno si salva da solo”, un libro emotivo, viscerale, maleducato, ti porta nel microcosmo privato di una coppia che deve fare i conti con la realtà delle loro vite piccolo borghesi, con un amore che va in pezzi. E’ questa la trama stringata della storia, cosa ci accade quando l’amore si esaurisce nel torpore della quotidianità, senza accorgersene, senza dichiarazioni plateali ma silenziosamente e dolorosamente.
La scrittrice riconferma la sua capacità di introspezione; è in grado di districare una matassa complessa fatta di visioni, esperienze dolorose connesse al vissuto dei sue protagonisti.
Margaret Mazzantini: Nessuno si salva da solo
La protagonista femminile assume quasi lo statuto di eroina tragica, lei, che porta su di se il peso mai superato di un adolescenza segnata dall’anoressia e dal disinteresse materno, assiste inerme all’allontanamento del marito. Fragile e consapevole al tempo stesso, non riesce a far altro che contribuire ad alimentare l’odio reciproco ma dentro di sè cova un sentimento profondo che non riesce a reprimere malgrado il rancore.
Lui invece ha un’anima fanciullesca, uno scrittore pieno di sogni evanescenti, alcuna stabilità economica che possa rincuorarlo ed il desiderio pressante di emergere ed affermare la propria personalità anticonformista. Una coppia fin troppo eterogenea di spiriti spezzati che sembra rievocare Alice e Mattia della “Solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, romanzo di formazione che segue uno schema piuttosto simile, occasioni mancate a cui segue un inevitabile distacco. Nulla può ricongiungere due universi vicini nel dolore ma così distanti nella vita quotidiana.
Un finale controverso
Gaetano e Delia si sono sposati, di conseguenza hanno avuto due bambini e poi, inaspettatamente, sono cambiati a modo loro e si sono disinnamorati. Nell’incipit però sono al ristorante e stanno programmando le vacanze dei piccoli. La storia ha inizio ed il lettore scopre della loro infanzia, del loro bagaglio emozionale ed è chiamato assillantemente assieme ai protagonisti a rispondere ad una domanda continua: Ma perché dopo l’amore viene l’odio?
La risposta è estremamente soggettiva. Destino o immaturità affettiva che sia la rottura sembra inevitabile, il finale aperto è agrodolce, lascia presagire una possibilità di riconciliazione ma le ferite che i due si sono inferte sono ancora sanguinanti.
Un argomento talmente vasto quale l’amore merita un’analisi approfondita ed attenta. Nei prossimi articoli verranno trattati tutti gli aspetti essenziali della letteratura femminile inerenti allo scenario complesso dei sentimenti. In questo pezzo si è preferito esordire con un romanzo d’odio più che d’amore. Da adesso in poi si può solo migliorare.
Chiara Cianniello
Fonti:
[1] Nessuno si salva da solo, Margaret Mazzantini
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