Con oltre 2,8 milioni di confezioni tra i farmaci di automedicazione più venduti in Italia nel 2014, è il farmaco più amato dagli Italiani. Parliamo infatti del paracetamolo, molecola economica e, secondo i più, innoqua per l’organismo. Ultimamente ci sono stati però numerosi studi che ci costringono a ricrederci sul farmaco. Una ricerca dell’Università di Edimburgo, pubblicata di recente su ‘Science Translational Medicine reports‘, ha evidenziato che nelle donne incinte l’assunzione dell’antidolorifico può potenzialmente provocare gravi danni al feto, e se quest’ultimo è maschio, l’insorgenza di cancro o di patologie che lo renderanno sterile.
“Ho un mal di testa? Mi prendo un po’ di paracetamolo. Così come quando ho brividi e freddo. Purtroppo le persone spesso non leggono le indicazioni sul bugiardino – afferma Andrew Moore, ricercatore dell’Oxford University – La dose massima infatti nelle 24 ore è di 4 grammi, perché superare i 5 grammi può causare alcune gravi complicazioni al fegato“.
Paracetamolo: com’è nato il mito?
Il mito sul paracetamolo nasce circa negli anni ’60, quando si iniziò a pensare che l’aspirina e gli altri farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), portassero a gravi problemi gastrointestinali. Il paracetamolo può effettivamente essere una farmaco molto pericoloso – spiega John Dickson, ex medico di famiglia in pensione di Northallerton (North Yorkshire) – Può causare problemi ai reni e al fegato, e sanguinamento gastrointestinale, come accade con i Fans”
Nel 2013 la Food and drug administration (Fda) ha stabilito che l’assunzione di paracetamolo può, in alcuni rari casi, provocare una malattia della pelle, potenzialmente fatale, chiamata sindrome di Stevens-Johnson.
Vale la pena assumere paracetamolo?
Come per tutte le cose, è la quantità di assunzione che fa la differenza. Nel caso del paracetamolo non bisogna superare la dose dei 4 grammi giornalieri e bisognerebbe in ogni caso ridurre al minimo le assunzioni abituali del farmaco, che, recenti ricerche hanno dimostrato, ha ormai sulle persone un effetto placebo. Una revisione del 2006 della Cochrane Collaboration su 7 studi che hanno confrontato la molecola con il placebo, ha evidenziato che in due ricerche non c’era nessuna differenza quando veniva somministrato l’uno o l’altro. Mentre gli altri studi hanno provato un miglioramento in media del 5% in chi aveva preso paracetamolo. “Per la maggior parte delle persone è un placebo“, osserva Dickson.
Christian Nardelli