Satisfaction: storia e significato del testo della canzone

(i Can’t Get No) Satisfaction è una delle canzoni più famose di tutti i tempi. Oggi celebriamo il concepimento di questo intramontabile inno del rock-blues. Sì, il concepimento, perché la storia che c’è dietro questo pezzo è la classica storia rock strampalata, che inizia proprio il 6 maggio dell’ormai lontano 1965.

Satisfaction: com’è nata?

È la notte del 6 maggio 1965 e al Fort Harrison Hotel, in Florida, il chitarrista dei Rolling Stones, Keith Richards, non riesce a prendere sonno. Si addormenta, si risveglia, si addormenta di nuovo: è agitato. La notte intera la trascorre così Richards, tra il sonno e la veglia. Appena sveglio nota, però, il suo registratore acceso. Prima di spegnerlo riavvolge il nastro daccapo e ascolta un riff bestiale. Una canzone blues, lenta, malinconica, ma con un riff da paura. Si sente la chitarra e si sente la sua voce che canta: I can’t get no Satisfaction. Richards non ricorda neanche di aver registrato quei pochi minuti. Tanto è vero che, subito dopo questa piccola parte di musica, ci sono circa quaranta minuti del suo russare. Il chitarrista degli Stones non crede alle sue orecchie e chiama Mick Jagger che si piomba nella camera d’albergo di Richards. I due decidono di registrare immediatamente il pezzo.

Satisfaction

Incisione e successo

Satisfaction viene registrata una prima volta a Chicago, nei soliti studi Chess, il 10 e 11 maggio. Questa versione, dominata dalle chitarre acustiche e dall’armonica, viene ritenuta insoddisfacente e poco commerciabile. Si decide comunque di rimettere mano alla canzone agli studi RCA di Los AngelesSatisfaction verrà completata tra il 12 e il 13 maggio. Il riff sarà suonato da Richards con l’aiuto di un pedale, il primo distorsore Gibson, accessorio che successivamente tutti i chitarristi del mondo useranno. Satisfaction conquisterà il successo internazionale quasi immediatamente, lanciando i Rolling Stones nell’olimpo del rock degli anni ’60 e non solo. Come se non fosse bastato il grandissimo successo di Satisfaction in quegli anni, moltissimi artisti di livello internazionale riproporranno il brano: Otis Redding, Aretha Franklin, i Residents, i Devo, addirittura Britney Spears, e tantissimi, davvero tantissimi altri.

Satisfaction
Cover di Out Of Our Heads, l’album del 1965 che conteneva Satisfaction.

Il testo enigmatico

Un altro elemento affascinante di Satisfaction è il testo. Il tecnico che lavorò con gli Stones durante quella sessione di registrazione disse che Jagger gli chiedeva continuamente di abbassare il volume della sua voce. Il cantante dei Rolling Stones dichiarò, infatti, di essere stato molto influenzato da un articolo di Fats Domino, dove si leggeva che non si sarebbero mai dovuti cantare i testi in modo chiaro. Il testo era tanto confuso che, quando Otis Redding mise mano alla cover di Satisfaction, fu costretto a improvvisare.

Insomma, Satisfaction è la prova di quanto il genio sia genio e di quanto la musica rock sia affascinante. È una di quelle canzoni dalla quale non ci staccheremo mai, che non ci stuferemo mai di ascoltare. Quel riff resta ancora oggi un mito, un inno senza tempo, che unisce uomini di 70 anni e ragazzi di 14 che suonano la chitarra per la prima volta. Probabilmente è uno di quei pezzi che più ci fa capire quanto la musica possa unire il mondo intero.

Raffaele Cars