Teologia e demonologia nel Doctor Faustus di Thomas Mann

Nel Doctor Faustus, capolavoro del romanzo intellettuale, Thomas Mann svolge digressioni di sconcertante profondità ed erudizione sull’argomento che attraversa sotterraneamente l’intero scritto, vale a dire l’imbarbarimento della civiltà occidentale.

Teologia Mann
Thomas Mann

Nella prima parte del romanzo, in cui il protagonista Adrian Leverkhun intraprende gli studi di teologia, attraverso la voce narrante del personaggio Serenus Zeitblom, viene posta la questione del rovinoso rapporto tra la teologia e la scienza che conduce la prima a tramutarsi in demonologia.

L’essenza irrazionale della religione

Mann scrive della confutazione della prova ontologica dell’esistenza di Dio ad opera di Kant come uno dei casi in cui si è potuto osservare che la teologia “non ha a che vedere con tesi filosofiche, ma è un fatto spirituale e interiore”.

Teologia Mann
L’estasi di Santa Teresa scolpita dal Bernini

Ora, nel Proslogion, Anselmo D’Aosta formula per la prima volta la dimostrazione ontologica dell’esistenza di Dio deducendone l’esistenza dal suo concetto: Dio è l’ens perfectissimus, cioè è l’ente che non può mancare di alcuna determinazione positiva pensabile. La prima di queste determinazioni è necessariamente l’esistenza, dunque Dio esiste. Kant contestò questa dimostrazione in uno dei suoi scritti precritici affermando l’impossibilità di attribuire l’esistenza ad un concetto e di dedurre che qualcosa esista a prescindere dal dato d’esperienza.

Il termine «esperienza» è la bandiera che la scienza pianta vittoriosa sul suolo religioso conquistato ma Mann, lungi dal voler negare l’esattezza della critica kantiana, denuncia la morbosità dell’incontro di scienza e religione in quanto

la scienza non può fare a meno della ragione, e voler fare della sensibilità per l’infinito e per gli eterni enigmi una scienza significa unire due campi fondamentalmente estranei

Ma nonostante sia per essenza del tutto a-scientifica, la teologia ha volutamente lasciato entrare nel proprio dominio l’influsso scientifico in modo da poter restare attuale andando così a secolarizzarsi.

La teologia liberale e la sua corsa nell’opposto

Così la teologia diventa «liberale» spostando tutti i suoi problemi su un campo puramente etico e perdendo quelle dimensioni di estasi e paradosso che secondo Mann sono parte essenziale della religione.
Questo tipo di teologia diventa dunque incontestabilmente più scientifica, ma meno teologica, e perde sé stessa

perché al suo moralismo e umanismo manca la comprensione del carattere demonico dell’esistenza umana

Questo carattere demonico dell’esistenza umana è comprensibile solo se ci addentriamo tra i rovi dell’irrazionalismo filosofico del primo novecento, che è l’ambiente in cui Mann cresce come intellettuale e di cui si libera non senza accesi contrasti con i suoi rappresentanti, primo tra tutti Oswald Spengler.

Nel primo decennio del novecento fiorirono correnti filosofiche inneggianti alla vita ed alla soppressione della ragione a favore della prima rimasta per lunghi secoli sotto il controllo razionale. Forte era il richiamo che questo pensiero esercitava sulle menti europee e Mann comprese benissimo il motivo per cui ciò accadeva e che potremmo comprendere facendo riferimento al concetto di enantiodromia.

Il termine, che significa corsa nell’opposto, indica filosoficamente il concetto introdotto da Eraclito secondo cui tutto passa nel suo opposto. Lo psichiatra Carl G. Jung riprese questo concetto e lo traspose nel principio psichico secondo cui data la sovrabbondanza di un tipo di forza, se ne verificherà il rovesciamento nel suo esatto opposto inconscio.

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Lo yin-yang, simbolo dell’enantiodromia

Ora, noi sappiamo che Mann era un gran sostenitore di questo principio e che non per nulla si definì «un partigiano dell’equilibrio». Nel caso della teologia liberale che marca ostinatamente sul lato razionale ed etico umano, Mann notò un suo imminente capovolgimento nel suo contrario, la demonologia, sotto l’influenza delle correnti filosofiche irrazionali

per le quali l’antiteoria, la vitalità, la volontà o istinto, l’elemento demonico, insomma era da un pezzo diventato il tema principale della teoria

Lo sgomento dello spirito

Ricordando che la teologia

ha sempre voluto essere figlia del suo tempo, benché i tempi glielo rendessero sempre più difficile e la relegassero nell’angolino dell’anacronismo

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Inquietante pala d’altare gotica. Si osservi la cruenza delle scene laterali.

e si è potuta tenere in vita solo al costo della propria secolarizzazione, comprenderemo che quel capovolgimento nel suo opposto è oscuramente pericoloso in quanto capace di riportare in auge argomenti superati da tempo e dallo stesso tempo, oserei dire, che danno una sensazione di imminente catastrofe per cui

il costumato spirito umano, lo si chiami pure borghese e lo si prenda solo per costumato, non riesce a vincere in questo caso un senso di sgomento

Quali furono le conseguenze – percepite in anticipo dal «costumato spirito umano» – dell’esplosione del lato demonico dell’esistenza umana nel ‘900 può raccontarcelo un qualsiasi libro di storia.

Giovanni Marco Ferone

Fonti

Fonte citazioni: Thomas Mann, Doctor Faustus, Mondadori, 2010

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