Un pensiero comune nelle persone è quello di associare il vaccino all’autismo. Oggi è infatti ancora molto comune trovare persone che temono il tipico vaccino trivalente (per il morbillo, la rosolia e la parotite) per i propri figli per paura dell’insorgenza dell’autismo. Una nuova analisi infatti, sulla scia di quelle precedenti, continua a smentire una potenziale correlazione tra i due fenomeni, e a dimostrare che le teorie che accomunano autismo e vaccinazione non hanno alcuna plausibilità scientifica.
Autismo e vaccinazione: lo studio statistico
Questa volta lo studio, pubblicato sulla rivista Jama, ha riguardato oltre 95 mila bambini vaccinati negli Stati Uniti negli anni tra il 2001 e il 2007, e che avevano fratelli più grandi, sia affetti da autismo, sia sani. Nelle famiglie in cui è presente già un bambino affetto da autismo, capita spesso che il secondo figlio non venga vaccinato, proprio per timore che anch’egli possa riscontrare la sindrome. Nulla di più sbagliato, afferma Bryan King, esperto del Seattle Children’s Hospital, che scrive:“Presi nel loro insieme, dozzine di studi hanno ormai dimostrato che l’età di esordio dell’autismo non è diversa tra bambini vaccinati e non vaccinati, che la gravità del disturbo non cambia tra vaccinati e non vaccinati, e ora che il rischio di un secondo caso di autismo nelle famiglia non cambia tra bambini vaccinati e non vaccinati”.
Nello studio viene preso in esame il periodo che va dal 2001 al 2012, periodo in cui a ricevere una diagnosi di autismo sono stati 994 bambini, poco più dell’uno per cento, mentre 1.929 (il 2 per cento circa) aveva un fratello più grande affetto dal disturbo. Dei bambini con un fratello affetto da autismo, 134 (il 6 per cento circa) ha avuto a sua volta una diagnosi di autismo, contro lo 0,9 per cento dei bambini con un fratello sano. Anche se le vaccinazioni sono state più basse tra i bambini con un fratello autistico, probabilmente per il timore dei genitori che la vaccinazione del primo figlio potesse avere a che fare con il disturbo, il vaccino in sé non è risultato associato ad alcun aumento di rischio.
Bufala sulla vaccinazione: com’è nata?
La bufala è nata negli anni ’90 circa, quando il medico Andrew Wakefield pubblicò sulla rivista The Lancet la dimostrazione per cui la vaccinazione determinava un’infiammazione della parete intestinale che portava a liberare sostanze tossiche per il cervello. Nessuno sapeva però che questa dimostrazione era portata avanti da dati falsificati dal medico stesso, che, una volta scoperto, fu radiato dall’albo e l’articolo venne ritrattato dalla rivista stessa.
Oggi sull’autismo sappiamo infatti che una delle possibili cause è una mutazione a carico dei geni per la sintesi delle neurologhine, proteine facenti parti della membrana post-sinaptica, essenziali per il trasporto sinaptico, e che la vaccinazione non è di certo riconducibile all’autismo.
Christian Nardelli