C’è nel cuore una forza intrinseca che gli dà forza contro la violenza esterna. Ogni colpo che lo scuote serve a indurirlo contro il colpo futuro; come il lavoro continuo indurisce la pelle delle mani ( Anne Bronte )
Agnes Grey, protagonista del romanzo omonimo, non è affatto una ragazza comune, da nessun punto di vista. In questo articolo si tenterà di rivalutare la figura di un personaggio così poco conosciuto e sottovalutato in relazione alle caratteristiche delle ben più famose Catherine Earnshaw e Jane Eyre.
Agnes Grey è una femminista ante litteram in cerca di autodeterminazione
Lei è forse l’eroina più moderna fra le tre; è simile a Jane Eyre, con la quale condivide il lavoro di insegnante e gli atteggiamenti austeri, ma il suo passato è molto meno travagliato. Ha una famiglia che adora ed una forte fede nelle proprie capacità intellettuali. Jane invece è un’ orfana ed è molto più insicura e remissiva, un uccellino in gabbia. Almeno inizialmente, le sue qualità vengono pienamente apprezzate soltanto dal signor Rochester, che la farà sbocciare.
La signorina Grey al contrario ha lasciato il nido paterno volontariamente per ottenere un buon lavoro e guadagnarsi da vivere da sola. Diventerà un’istitutrice e presterà servizio in due famiglie diverse. L’amore arriva in un secondo momento della trama, non è il fulcro del romanzo né la causa primaria delle azioni di Agnes Grey.
Le difficoltà non mancano neanche per lei. I familiari dei suoi studenti non fanno altro che addossarle le colpe del comportamento scorretto dei figli, non hanno alcun rispetto per Agnes, eccessivamente colta per essere relegata fra la servitù ma fin troppo povera per essere considerata una pari. Su di lei vengono riversate tutte le frustrazioni di quei ragazzini ricchi e viziati ed un pò come avviene oggi: È la maestra onesta ad essere bacchettata non gli allievi.
Gli insegnamenti di Agnes Grey sono nulla se non supportati da autorevoli figure genitoriali che possano confermare la validità delle sue parole.
Molte lettrici, docenti e non, potranno riconoscersi in questa ragazza sola contro una società che non la valorizza come dovrebbe. Jane non riscontra eccessive difficoltà nell’insegnare ad Adele, anche se i suoi primi mesi di lavoro a Thornfield Hall sono vissuti angosciosamente e talvolta non sembra in grado sopportare la propria vita, non molto diversamente da Agnes insomma. In questo, presentano più affinità che differenze
Un personaggio rivoluzionario
Ed arriviamo al dunque. Agnes Grey farà la conoscenza del reverendo Weston, che la sosterrà nella realizzazione del suo sogno: Fondare una propria scuola, un progetto quantomai ambizioso per una fanciulla nubile dell’età vittoriana. E’ chiaro che Agnes sia una sorta di doppleganger dell’autrice, il suo doppio di carta e inchiostro, l’indipendente donna in carriera che avrebbe voluto essere. Le somiglianze sono troppe per non destare quantomeno dei sospetti.
Siamo da quanto di più lontano ci possa essere dalla coppia Heathcliff -Catherine. Niente amore estremo, passionale o sconvolgente, siamo semplicemente difronte a due ragazzi che si amano, si stimano, condividono gli stessi valori e decidono di sostenersi a vicenda nel realizzare i propri sogni.
Difatti proprio il supporto di Weston le darà la giusta carica per concretizzare il progetto scuola. Inutile dire che questa ragazza non condividerebbe affatto le manie di grandezza di Cathy e mai avrebbe sposato un uomo per soldi o prestigio.
Agnes Grey racchiude tutte le caratteristiche positive delle due precedenti eroine, portandole però a un grado di consapevolezza maggiore. Ha il temperamento battagliero di Cathy e la sensibilità di Jane. la sua storia con Weston completa un percorso di crescita interiore che fa quasi da cornice alla ben più preziosa conquista dell’amore per sé stessa.
Nonostante l’originalità del personaggio principale, oggi il romanzo della più piccola delle sorelle Bronte è forse il meno conosciuto ed il meno apprezzato dalla critica. Forse per la sua prosa minimale e la mancanza di forti slanci emotivi. Più che una storia d’amore il suo sembra un romanzo di formazione e forse è proprio questo l’insegnamento di Anne: L’amore non deve necessariamente farci soffrire, può essere una scelta gratificante e non una fatalità.
Catherine, Jane ed Agnes ci appaiono quasi come l’evoluzione silente di un unica persona, una donna da imitare, che possa vivere i sentimenti amorosi in maniera equilibrata e completa a dispetto delle difficoltà, ciò che le Bronte avevano sempre desiderato per sé stesse.
Chiara Cianniello