Ci si chiede spesso come abbia inizio la follia, come un essere umano dotato di raziocino un giorno, per caso o forse no, ammazza, annega nella follia la propria razionalità, quali possano essere le origini del male. le origini del male
Come la mente possa spingersi al di là della sottile linea di confine della ragione, come si possa cadere silenziosamente in un vortice di caos calmo.
Quella calma e quella glaciale freddezza che traspare dagli occhi ed il volto di uno dei cattivi più cattivi del cinema: il professor Hannibal Lecter.
Quali sono le origini del male, del suo male?
Hannibal Lecter è il personaggio immaginario creato dallo scrittore Thomas Harris e protagonista dei suoi libri.
La risposta cinematografica a T. Harris non è stata certo esigua, molti si sono prodigati nell’interpretazione di Hannibal Lecter ma l’interpretazione magistrale, quella suggestiva, secondo alcuni, è frutto solo della sublime recitazione di Anthony Hopkins, celeberrimo attore britannico dotato di una spiccata capacità artistica nel campo della recitazione.
È stato lui ad interpretare uno dei cattivi più cattivi di sempre nella trilogia dedicata a questo personaggio (Il silenzio degli innocenti, Hannibal, Red dragon, in ordine cronologico).
Ma come si diventa cattivi?
Come avrà fatto un medico psichiatra e criminologo, colto, intelligente, appassionato di buona musica, vino e buon cibo a cadere in una spirale di follia?
Ecco che arriva l’ultima, cronologicamente parlando, storia sulla vita di Hannibal per la regia di Peter Webber: Hannibal Lecter – Le origini del male.
Questa pellicola, a differenza di tutte le altre, racconta la prima parte della vita di Lecter e le probabili motivazioni che l’hanno spinto a coltivare le sue inusuali passioni e ad essere vittima delle sue ossessioni.
Protagonista questa volta non è lo straordinario Anthony Hopkins ma il giovane Gaspard Ulliel, attore e modello francese che veste i panni del ragazzo disadattato e scosso dalle vicissitudini della vita che proprio a causa di ciò, forse, decide inconsapevolmente di diventare un serial killer.
Tutto ha inizio durante la seconda guerra mondiale, nelle fredde terre lituane, quando la ricca famiglia di Hannibal è costretta a fuggire dal nemico in un casale.
Poco è il tempo che passa prima che i genitori di quello che era solo un bambino verranno ammazzati dinanzi ai suoi occhi e quelli della sorellina Mischa.
Ciò che più traumatizzerà il giovane sarà il trattamento riservato da alcuni sciacalli filonazisti nei confronti della piccola bambina, che molto probabilmente gli cambierà per sempre la vita.
Dopo la guerra e dopo il collegio Hannibal viaggia verso Parigi per raggiungere una sua zia acquisita, la quale pensa alla sua formazione e gli sarà sempre accanto.
Ed è proprio in quegli anni che Hannibal matura la sua passione per la medicina, ma anche per il sangue, per la carne, quella umana.
Inizia a nutrire un odio sempre più inarrestabile nei confronti degli assassini di sua sorella e non si darà pace fino a quando quelli che sono stati le origini del male – del suo male – non bruceranno all’inferno.
La considerazione più lampante è legata all’interpretazione del giovane attore francese che è in grado di vestire la personalità di un personaggio difficile e complicato.
Di entrare nella carne di Hannibal e di farla propria, di lasciar trapelare ed emergere l’anima di questo personaggio dagli sguardi furiosi e, in altre occasioni, gelidi e spaventosi.
La freddezza dei suoi magnifici occhi chiari ricorda molto la limpidezza emotiva di quelli di Hopkins ed ogni sorriso terrificante è impagabile ed insostituibile.
Dunque l’interpretazione è da lodare così come la caratterizzazione degli ambienti, dei contesti e dei personaggi, soprattutto quelli crudeli e senza pietà che pare quasi abbiano iniettato una massiccia dose di veleno nelle vene del piccolo bambino.
La fotografia è buona e alcune inquadrature davvero strategiche e suggestive.
Un film non molto conosciuto che vale la pena di vedere per comprendere quali siano state le origine del male di un uomo estremamente colto, appassionato di arte, musica e carne, carne umana.
Corinne Cocca