Si è visto come il genere epico sia non solo il più antico, ma anche il più completo. Al di là della prosa e del canto, l’epos va considerato come l’unico segno di contattato fra le letterature di ogni tempo e nazione. Dal primo grido di Troia alla tentata conquista di Gerusalemme; dal ritorno di Odisseo al labirinto del Furioso, giungendo fino alle piacevole saggezza dell’est. Cerchiamo di trarre qualche spunto di riflessione sul mondo degli eroi, partendo dal confronto tra Iliade ed Eneide, tra Enea e gli eroi omerici.
Iliade ed Eneide: il valore universale e l’esperienza umana
E la purpurea morte e il vïolento
Fato le luci gli occupò per sempre
Sin da subito emerge che, nella storia della mentalità umana, le popolazioni di ogni luogo hanno sentito il bisogno di creare delle figure ideali; eroi in grado di dar ragioni storiche o, più in grande, di esplicitare determinati valori. Prendiamo ad esempio l’Iliade di Omero.
Nelle figure degli eroi omerici, Achille, Ettore, Priamo, ritroviamo la scala delle virtù del mondo antico e non solo. La grandezza di Omero va cercata nel saper adibire ad ogni duello una precisa dote. L’importanza dell’onore e il taglio netto del destino trapelano dalla lancia e dal sangue delle scene. Possiamo dire che l’Ellade chiude il suo ordine e il suo sentire all’interno delle gesta degli achei.
Dall’altro lato, poniamo l’Eneide di Virgilio, ricca di rimandi ai cicli greci, ma da essi molto distante. Se nell’Iliade si erano andate spiegando le tradizioni di una civiltà, nell’Eneide la dimensione si riduce, siamo l’uomo e il tormento, i suoi ripensamenti. Non più valori certi, ma una debolezza di cammino e di cuore. Persino il destino s’adombra e cede il suo bagliore alla volontà dell’uomo; una volontà che, spesso, diventa tragedia, come nel caso della regina Elissa.
Iliade ed Eneide: uno sguardo agli eroi omerici e ad Enea
Iliade ed Eneide verranno rispettivamente elaborati dai posteri. Grande esempio è il confronto tra la Gerusalemme Liberata, che pone come suo maestro Virgilio, e la Gerusalemme Conquistata, una galleria di uomini e donne alla maniera d’Omero.
Analizziamo con celerità alcuni personaggi dei due poemi. Achille è il campione dell’esercito acheo, simbolo d’alto ardore; un simbolo non esente, comunque, dal legame del sangue. Sappiamo bene che la grande Moira, il fato inderogabile, si è gettata sul corpo del giovane Patroclo. Va detto, però, che al tormento d’Achille corrisponde il suo epilogo. Quasi come se l’ordine volesse punire questo slancio, il dionisiaco che trionfa sull’apollineo.
Senza pianto sul lido e senza tomba
Giace il morto Patroclo. Insin che queste
Mie membra animerà soffio di vita,
Ei fia presente al mio pensiero; e s’anco
Laggiù nell’Orco oblivion scendesse
Della vita primiera, anco nell’Orco
Mi seguirà del mio diletto amico
La rimembranza.
Il pio Enea, al contrario, è un uomo di terra, un uomo che sente il germe del dubbio e della caduta. Egli teme, spera, indugia. Tutte queste caratteristiche rendo il suo personaggio di una profondità incredibile, profondità ben scolpita dai versi.
Allora davvero dà un immenso gemito dal fondo del cuore,
come vide le spoglie, ed i cocchi, e lo stesso corpo dell’amicoe Priamo tendente le mani inermi.
Unica morale
Si sono tentate di chiarire alcune differenze tra gli eroi omerici ed Enea che caratterizzano due opere spesso falsamente accomunate. Eppure, un dettaglio d’insieme lo ha tutta la produzione epica, questo voler incitare al coraggio e alla libertà di spirito. Oltre gli eroi della materia, gli eroi del cuore. Il sommo Zeus deve chinare il capo al destino, lo stesso fato che porta alla gloria il padre di Esperia, della nostra italia. Ma il filo si spezza al muscolo, la voce può ancora alzarsi in grido.
A Virgilio la chiusa:
Tu ne cede malis, sed contra audentior ito.
Non cedere alle disgrazia, ma vai loro incontro con più coraggio.
Silvia Tortiglione
Fonti: Iliade di Omero, trad. Vincenzo Monti
Eneide di Virgilio, trad. Caro