Il Sacro tempio della Scorziata è una chiesa del centro storico di Napoli, sita in Vico Cinquesanti, uno dei tanti caratteristici vicoli che collegano tra loro i decumani, precisamente quello superiore, via Anticaglia, e quello centrale, via de’ Tribunali.
Passeggiando per le stradine di Napoli molto spesso capita di non notare una chiesa tra le tantissime che affollano le strade della città partenopea, eppure dietro i portoni si nascondono dei veri e propri gioielli di arte e di storia. La Scorziata, come comunemente è chiamata, è uno di questi gioielli, e ben lo sanno coloro che nel corso degli anni ne hanno fatto scempio riducendola ad un vero e proprio scheletro privo di bellezza.
Testimonianza dell’assistenzialismo della capitale del Mezzogiorno, la chiesa, dedicata alla Presentazione di Maria al Tempio, fu voluta da alcune nobildonne napoletane nel XVI secolo, ed in particolare a Giovanna Scorziata, da cui prese il nome.
Il complesso fu affidato ai padri teatini che ne curarono gli allestimenti e i decori durante la fase barocca, nella quale, come quasi tutte le chiese vicine, anche questa fu rivestita di splendidi fasti.
Costruire le fasi di vita e i danneggiamenti delle chiese napoletane è in genere molto facile: le catastrofi naturali e belliche sono ben risapute alla storia, e anche la Scorziata visse questi momenti difficili: i bombardamenti del ’43 e la successiva ricostruzione, il terremoto del 1980 (ultimo di tantissimi anche più gravi), infiltrazioni di acqua e di umidità, molto comuni nelle edificazioni del centro storico napoletano.
Dal 1981 la Scorziata venne interdetta al pubblico, per motivi di sicurezza, ma chiuderla ai visitatori e agli appassionati ha fatto sì che la chiesa venisse abbandonata totalmente, lasciandola alla mercé di ladri e mercanti d’arte che si sono appropriati di tutto, sventrando la chiesa e lasciandola a noi come un vero e proprio cadavere morente.
Un furto gravissimo nel 1993 infatti privò la chiesa di alcune tele, legate alla vita della Vergine: una Presentazione al tempio di un allievo di Francesco Solimena, un San Giovannino, una Madonna col Rosario, tra le altre; altri atti vandalici successivi videro scomparire le acquasantiere, gli arredi lignei, il pulpito, l’organo, Nel 2012 un incendio distrusse gran parte della chiesa.
Un tentativo di denuncia e di recupero, in modo molto originale, fu fatto dallo street artist francese Zilda, che fece comparire nella chiesa un ritratto di una donna molto somigliante alla Meditazione di Hayez, che stringe un crocifisso tra le mani, lo sguardo severo di chi ci ammonisce su quello che stiamo perdendo. Ma nonostante l’attenzione richiamata sul luogo che chiedeva di essere salvato, questo non bastò; fino ad arrivare, clamorosamente, alla scomparsa del pavimento, forse tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015.
Un appello comparso nel mese di giugno, dell’ex ministro ai Beni Culturali Massimo Bray e della sua associazione “La Cultura che vince”, chiede, facendo da amplificatore ad alcuni cittadini napoletani, con disperazione alle istituzioni di intervenire perché alla chiesa possa essere restituito l’ultimo briciolo di dignità che le resta.
Un grido disperato, quello di difendere almeno l’affresco della Crocifissione ritrovato nel 2012 nei sotterranei della Chiesa, simbolo di speranza, di voglia di riscatto, di riemergere dalle macerie.
Queste sono le foto della Scorziata, ecco come si presenta agli occhi dei turisti; a pochi metri da piazza San Gaetano, da chiese forse troppo grandi e illustri che mettono in ombra piccoli gioielli come questi, che però non sfuggono agli sciacalli.
Speriamo che ad una situazione già disperata non si aggiungano altre tristi notizie ma solo un futuro di rinascita.
Antonella Pisano