Sappiamo che il mito, questa leggenda venuta su dall’inquieto vivere umano, è un elemento ricco di significati, significati degni di essere tradotti in dramma. Quale espressione rende al meglio il tragico confine tra il volere e il fato dominatore? Solo una voce è in grado di piangere questa disgrazia, una catastrofe che si compie e si conclude nella mente. Qui, in questo spazio individuale, si trova la grandezza dei Monologhi del Destino, frutto del Necessario ed Impossibile ad opera di Alessandro Autore ed Emilio Bologna.
I monologhi del destino
Questo ciclo teatrale è composto da una serie di medaglioni quanto mai eroici: passiamo dal libero Prometeo alla rivincita del cantore Orfeo; dall’ardore di Turno alla rinnovata scelta di Cassandra. Sovrasta il lamento di ogni eroe la Moira invincibile, per dirla con Omero; quel destino cui tutti devono soggiacere. Ed ecco la nota di fulgida originalità: Prometeo e le altre figure s’impongono all’intarsio del fato. La loro arma, in giusta linea con il progetto, risiede nel grido, nelle corde vocali che balzano, urtano e piegano il limite caduco del corpo.
Necessario, come l’aspirazione vitale alla salvezza in lotta con le forze del fato tiranno. Impossibile, perché ciò che ricerca costantemente l’umanità, nella sua perenne scalata al cielo, resta un miraggio, un’illusione, un abbaglio lontano.
Questo stralcio appartiene all’introduzione dei Monologhi del Destino. Ne leggiamo non solo il grande sostrato culturale che mantiene alta l’analisi; siamo in grado pure di entrare in comunione con la tematica affrontata. Questo il compito di ogni bravo sceneggiatore: ricreare l’antico e portarlo al reale, senza scadere nel banale uso di frasi ampollose o falcate intellettuali.
Episodio uno: il Lamento di Prometeo
Al tono di Dionisio che si pone all’inizio e alla chiusa del frammento, segue il canto degli interpreti – canto, giacché questa giovane prova scalcia contro la comune recita. Il Lamento di Prometeo, il primo episodio del ciclo, ci offre la vista di un’ottima immedesimazione. Adduce una similitudine lontana, riprendendo quanto Le Crobusier disse circa la buona architettura: bisogna saper coniugare spirito e tecnica. E il moderno Prometeo, Francesco Passero, ingloba queste due doti, tanto nel buon taglio di voce, quanto nelle pause e nel ritmo. Avvertiamo lo strazio del martirio e il tamburo della ribellione.
Per quanto concerne il copione di Autore e Bologna, come detto in precedenza, nelle parole di Prometeo viene sciolto il sacro e il profano della letteratura antica. Di sacro è mantenuta la forma ardente, di profano viene attinto lo sforzo. In ogni verso si chiude l’ira dell’uomo e la sua corsa; crolla il divino dalla sua altura per immergersi nel muscolo teso, un muscolo d’inchiostro. Uguale meraviglia anche nella colonna sonora, un melodiare d’angoscia che s’apre alle nuove tecniche e pare annunciare il bel sereno, la rinascita del mito nella modernità.
Il nuovo teatro
Da sottolineare, infine, è il metodo di diffusione del progetto. Siamo in una dimensione virtuale, quell’oscuro parallelo della materia. Eppure, questo gruppo di artisti dichiara, all’alba del canale, di voler portare dieci minuti di teatro sullo schermo. Questo è il vero eroismo, un imporsi contro i pochi detentori della gloria e della pubblicità.
http://https://www.youtube.com/watch?v=lAPn0veDflQ
Si consiglia vivamente la visione dell’intera saga dei Monologhi del Destino. In fondo, dodici minuti di epico slancio non possono privarci delle nostre gioie quotidiane.
Silvia Tortiglione
Di seguito il cast:
Il Necessario e l’Impossibile
Testi – Alessandro Autore, Emilio Bologna
Regia – Massimo Cerullo
Attori:
Prometeo, Francesco Passero
Orfeo, Antonio Gentile
Euridice, Flora Epifania
Turno, Emilio Bologna
Cassandra, Rosa Rubino
Dioniso, Crispino Truglio
Musiche: Martina Di Nardo, Carmela Di Maro