“For every life you save… there’s a million new ways to die”
(Norman Osborn, The Green Goblin)
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Norman Osborn: il genio e la follia
“La notte in cui Gwen Stacy morì” non solo segnò uno dei momenti più drammatici all’interno della storyline dell’ Uomo Ragno, ma fu l’evento che suscitò nei lettori la consapevolezza che il fumetto supereroistico stesse progressivamente cambiando: stava assumendo toni più duri, più aspri e il collo rotto della povera Gwen segnò l’inizio della maturazione di parecchi generi narrativi fumettistici.
Se in principio il confronto tra villain e supereroe si consumava con un mero scontro di forza, ad un certo punto il cattivo di turno cominciava a colpire al cuore, alla famiglia e agli affetti.
Col passare del tempo nel fumetto cominciano timidamente a spuntare tematiche difficilmente proponibili negli allora anni ’60, tra queste il suicidio ( ne “L’ultima caccia di Kraven”), la tossicodipendenza di Karen Page (nel ciclo di Miller in Daredevil), i traumi del dopoguerra (largamente ricorrenti in The Punisher).
Di questa drammatica maturazione, Norman Osborn è sicuramente complice, e la sua fama come Green Goblin ha fatto sì che egli si consolidasse non solo come acerrimo nemico dell’Uomo Ragno, ma anche come una delle più efferate menti criminali di tutto l’Universo Marvel.
Eccellente scienziato e uomo d’affari da un lato, assassino senza scrupoli dall’altro, Norman Osborn nasce sulle pagine di “The Amazing Spider-Man” #14.
Proprietario della grande OsCorp Industry, Norman Osborn decide di sperimentare in prima persona un supersiero che gli conferisce forza e resistenza sovraumana, ma che lo porterà progressivamente alla pazzia.
La sua psiche si scinde, ma preserva in entrambe le parti un odio ossessivo nei confronti dell’Uomo Ragno ed una violenta inclinazione criminale, spingendolo ad assumere l’identità del Green Goblin, alter-ego dall’estetica di chiara ispirazione halloweeniana. Green Goblin è solito seminare il panico con il suo aliante e un fornito arsenale di propria invenzione, ovviamente frutto delle ricerche della Oscorp, ma nella vita di tutti i giorni figura come un ambizioso e ricco magnate dell’industria chimica. Le sue frustrazioni e le sue crisi di identità si ripercuotono però sul rapporto col figlio Harry, migliore amico e compagno di studi di Peter Parker.
Norman Osborn/Green Goblin: un villain dalla personalità multipla
Per quanto anche nella sua veste “umana” Norman Osborn resti un personaggio subdolo e calcolatore, egli rappresenta un archetipo dell’individuo affetto da personalità multipla.
Questa tematica è molto ricorrente nei fumetti (basti pensare a personaggi quali Hulk e Ghost Rider) ma affonda le proprie radici nel mondo della letteratura. Ricordiamo ad esempio il protagonista del capolavoro di Stephenson “Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde” o lo stesso Gollum de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien.
Il supersiero che porta Osborn alla pazzia fornisce concretezza e coerenza al suo lato più irrazionale e violento dando vita ad un vero e proprio alter-ego, Goblin, che spesso si rivolge a Norman stesso, dando vita alle famose vignette in cui i soliloqui deliranti di Osborn prendono le fattezze di un dialogo a due, sottolineando il carattere disturbante della coesione tra uomo e mostro in un solo corpo.
Tuttavia, dopo numerose malefatte ed episodi drammatici come l’uccisione di Ben Reilly e quella sovracitata di Gwen Stacy, Norman Osborn avrà numerose occasioni per riscattarsi ed ottenere posizioni autorevoli ma pericolosamente compromettenti, nell’illusione generale che egli sia per sempre guarito e possa riportare l’ordine tra supereroi e supercriminali.
Norman Osborn e il Dark Reign: potere e responsabilità
Dopo la direzione dei Thunderbolts – un gruppo di supercriminali “pentiti” messi al servizio dello stato – , Norman Osborn vede accrescere i suoi poteri, nonostante il mondo conosca ormai il suo passato da Green Goblin.
Parallelamente, la direzione dello S.H.I.E.L.D. di Tony Stark entra in crisi durante la Secret Invasion portando infine alla destituzione di Stark a favore di Osborn, meritevole di aver ucciso a sangue freddo la regina Skrull Veranke dinnanzi alle telecamere.
Lo smantellamento dello S.H.I.E.L.D. e la presa del potere di Osborn darà vita ad uno dei periodi più critici della continuity Marvel: il Dark Reign.
Consolidata la sua posizione, Norman Osborn si preoccuperà infatti di preservare lo status quo attraverso diverse azioni che metteranno a durissima prova la vita dei supereroi.
Tra queste spiccano gli accordi con i più efferati villains del supergruppo della Cabala, la “Lista” segreta che mirava a neutralizzare molti personaggi scomodi, ma soprattutto la formazione dei Nuovi Avengers (denominati Dark Avengers per l’occasione) nei quali figurano diversi ex- supercriminali tra cui Venom, Daken e Bullseye, oltre al potentissimo ma instabile Sentry.
Ciò che segue è un’ossessiva caccia a supereroi e personalità ritenute “illegali” (tra cui Tony Stark, costretto addirittura a cancellarsi la memoria per non cedere compromettenti dati dello sciolto S.H.I.E.L.D) che culminerà poi con l’assedio di Asgard, narrato nel crossover “Siege“
Altri media
Nella cinematografica trilogia di Sam Raimi su Spiderman, Norman Osborn è impersonato in maniera magistrale da Willem Dafoe che ne accentua la disturbante doppia personalità. Il suo outfit da Green Goblin ha invece un tocco futuristico.
Gioacchino D’Antò