Nell’epoca moderna, la donna era considerata inaffidabile e portatrice di incredibili poteri legati al parto., una genitrice di mostri. Scopriamo perché.
Le donne stanno lottando duramente per ottenere gli stessi diritti e doveri dell’uomo, una lotta che dura senza sosta ormai da almeno due secoli. Solo di recente, infatti, la situazione si sta modificando verso la costruzione di una società più paritaria, anche se il cammino è ancora molto lungo. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la donna è sempre stata oggetto di una notevole repressione culturale, soprattutto nell’età moderna.
Donna e atto sessuale nell’era moderna
Nel XVI secolo era convinzione comune che il corpo umano non fosse altro che un ricettacolo di vermi e pidocchi, e la causa era proprio la donna: il ventre materno, sconosciuto quanto bramato, era l’anfratto più sporco e corrotto in assoluto, capace addirittura di distruggere le virtuose qualità del seme. Da qui a considerare anche l’atto sessuale come frutto del peccato, dove la donna era il maggior responsabile, il passo era breve.
Lievin Lemnes (1505 – 1568) era infatti convinto che il diluvio universale fosse stato provocato da atti sessuali contro natura, dove la donna sta “sopra” durante il rapporto. Pericolosa era la “frenesia” della donna, che poteva portare, nei peggiori dei casi, al parto dei mostri. Opinione condivisa da Ambroise Paré (1510 – 1590), che però andava ancora più a fondo sulla causa prima della nascita mostruosa e nel suo Des monstres et prodiges affermò che spesso erano frutto dell’ira divina, che si manifestava soprattutto se gli esseri umani si accoppiavano come animali.
Lemnes, però, era convinto che la donna potesse essere genitrice di bestialità anche senza l’aiuto maschile.
Era il parto lunare, il quale avveniva durante la quarta luna a coloro particolarmente invasate. In questo caso il sangue mestruale era in loro così abbondante che immaginare un uomo poteva bastare per rimanere gravide.
L’immaginazione, ne era convinto Garzoni (1549 – 1589), era così potente che le donne potevano mascherare un tradimento: potevano far assomigliare il bambino al marito, e non all’amante. Così come potevano nascere esseri splendidi, potevano nascere anche abomini, perciò Lemnes consigliava di stare lontano da cani durante la gravidanza perché, come aveva avuto modo di assistere in prima persona, la vista troppo prolungata di questi animali poteva essere genitrice di neonati più simili a orsi che a esseri umani.
Fatalismo, inaffidabilità e propaganda
Fatalismo sulla vita e inaffidabilità della donna si mescolavano in una società prettamente maschilista, dando vita a simili racconti, tanto prodigiosi quanto improbabili. L’ignoranza sui metodi di concepimento, risolta solo con gli sviluppi della scienza nel XIX secolo, hanno portato a considerare il potere femminile di dare la vita sia come sacrum che come tremendum, sia come spia di una vita retta che di una vita all’insegna della corruzione e del peccato, di cui la donna era maggiormente macchiata per antonomasia.
I cronisti dell’epoca, intenzionati a trasmettere un monito e un insegnamento morale, si trovavano ad agire in un contesto dove la propaganda ecclesiastica si esprimeva anche attraverso opuscoli che non si preoccupavano di ricalcare il vero e l’accertato, ma di trasmettere la sensazione di paura e smarrimento al fine di far avvicinare il timoroso a Dio o, in questo caso, di fargli controllare la moglie.
Roberto Leone
Bibliografia:
– A. Natale, Gli specchi della paura, Il sensazionale e il prodigioso nella letteratura di consumo (secoli XVII-XVIII), Bologna, Carocci, 2008