“Siamo in missione per conto di Dio” dunque è perfettamente accettabile sfuggire alla polizia entrando in un centro commerciale con una macchina distruggendo quasi tutti i negozi presenti all’interno. Poche sono le regole per i Blues Brothers quando si parla di aiutare la Pinguina, Suor Mary, a salvare l’orfanotrofio dove sono cresciuti. Ma come fare quando l’unico modo da loro conosciuto per ottenere soldi in breve tempo è quello di rapinare una banca e invece tale soluzione viene rifiutata con un secco “Io non li accetterò mai i vostri sporchi soldi rubati!”?
Joliet Blues (John Belushi) appena uscito di prigione dopo tre anni di reclusione a seguito di una rapina, viene accolto dal fratello Elwood (Dan Aykroyd) con la nuova Bluesmobile, un’auto della polizia comprata all’asta, non il bentornato più appropriato per uno rilasciato su libertà vigilata. Dopo l’interessante colloquio con la Pinguina, Joliet, assistendo ad una messa cantata in una chiesa battista, ha finalmente una rivelazione, “Ho visto la luce!”. La soluzione è quella di rimettere insieme la band rhythm and blues e guadagnare i 5000 dollari con dei concerti.
Dunque inizia la prima fase del piano: reclutare nuovamente i vecchi membri della band, una cosa non troppo semplice dal momento che oltre a dover convincere un’irata Aretha Franklin per nulla favorevole alla partecipazione del suo uomo in una missione che sicuramente presenterà dei risvolti poco legali, i Blues Brothers si ritrovano ad essere perseguitati da un gruppo di “nazisti dell’Illinois” dopo averne interrotto la manifestazione facendoli saltare da un ponte.
Ma i problemi non finiscono di certo qui. Nel frattempo, i due vengono presi di mira e assaliti a colpi di bazooka da una donna apparentemente pazza ma che in realtà era stata lasciata sull’altare da Joliet tre anni prima, dunque si parla sì di una vendetta ma di certo non sempre il fine giustifica i mezzi…
Nonostante gli imprevisti, la banda è al completo e dopo aver acquistato gli strumenti musicali presso il negozio di Ray (Ray Charles) – scena in cui non solo veniamo travolti dalla sua incredibile musica ma in cui non si può evitare di ridere per la coreografia improvvisata dei due fratelli – la Blues Brothers Band è pronta ad esibirsi.
The Blues Brothers, un cast d’eccezione
John Landis è alla regia di un cast fenomenale non solo per i due protagonisti: Landis aveva già notato quanto i personaggi eccentrici fossero fatti apposta per essere interpretati da John Belushi dopo averlo visto alle prese con il ruolo di Bluto Blutarsky in Animal House, mentre lo rivedremo lavorare in coppia con Dan Aykroyd in vari film, come in Una poltrona per due insieme a Eddie Murphy.
Ma quello che ha reso questo film un cult della storia del cinema è la presenza di musicisti e cantanti come James Brown, Ray Charles, Aretha Franklin, Cab Calloway, grazie ai quali il film si è trasformato in una vera e propria commedia musicale, i cui artisti farebbero gola a qualsiasi musical di Broadway.
Da ricordare ovviamente un giovane John Candy, comandante della polizia costretto ad occuparsi della cattura dei Blues Brothers, una bellissima Twiggy in una dei suoi primi film ed anche uno Steven Spielberg come impiegato statale. Insomma nessuno, per quanto breve possa essere la sua scena, deve essere sottovalutato, il regista aveva davvero del gran materiale con cui lavorare.
Tornando alla trama, dopo aver ottenuto un ingaggio presso il Palace Hotel di Chigago e aver racimolato i soldi necessari, i due fratelli partono in una corsa in macchina che sembrerebbe necessaria per sfuggire ai numerosi inseguitori che già avevano alle calcagna e ai quali si sono aggiunte squadre di poliziotti, la marina, i pompieri e perfino l’aviazione. È, in realtà, una corsa contro il tempo per poter pagare la tassa dell’orfanotrofio prima che l’ufficio delle imposte chiuda.
Inutile dire che la banda al completo si ritrova ad esibirsi in carcere per un pubblico davvero numeroso che apprezza notevolmente le note di Jailhouse Rock.
E come neanche i prigionieri potevano resistere alle canzoni della Blues Brothers Band anche noi, in piedi davanti allo schermo mettiamoci in piedi ed uniamoci alla loro performance. E quindi che dire in conclusione se non: Shake Your Tail Feather!
Celia Manzi